Cerca in News Spazio

venerdì 30 gennaio 2009

Suggestivo bordo di un cratere nell°emisfero nord di Marte

(Immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

NEWS SPAZIO :- Questa suggestiva immagine mostra un particolare del bordo di un cratere nell'emisfero nord di Marte. Sono ben visibili burroni, e zone caratteristiche che si ritiene possano essere state "intagliate" da processi fluviali o flussi di detriti.

Ancora una volta il "fotografo" è l'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) , il 5 novembre 2008.

Non dimenticate di fare click sull'immagine.

La Russia ha intenzione di realizzare una propria Stazione Spaziale

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- In una nota di ieri 29 gennaio l'agenzia di stampa russa Ria Novosti ha pubblicato la notiza che la Roscosmos (l'Agenzia Spaziale della Federazione Russa) avrebbe intenzione di proporre al governo la costruzione di una stazione spaziale orbitale per essere di supporto alle future esplorazioni della Luna e di Marte.

Alexei Krasnov, direttore Roscosmos dei programmi spaziali con equipaggio, avrebbe detto ad una conferenza a Mosca: "Presto proporremo al nostro governo un progetto per la costruzione di un complesso orbitale che sia il fondamento per la realizzazione del programma lunare, e più in là del programma marziano".

Krasnov ha aggiunto che la Russia al pari di altri paesi "... sta pensando alla Luna nel medio termine e vorrebbe non solo arrivare laggiù e tornare indietro, ma stabilire una base lunare, che ci consentirebbe nel futuro di iniziare ad esplorare Marte".

Ancora: "Queste sono le nostre intenzioni, ma stiamo lavorando intensamente per far sì che questi piani ricevano adeguati finanziamenti e supporto legislativo dal governo".

Krasnov ha aggiunto anche che Roscosmos proporrà l'estensione dell'utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale almeno fino al 2020. Le sue parole: "Stiamo considerando di estendere la vita della ISS almeno fino al 2020, ma questa decisione deve essere adottata dai governi di tutti i quindici paesi partecipanti al progetto".

Questa è la notizia che avevo letto ieri, e che mi era apparsa piuttosto singolare, proprio per via del fatto che un avamposto orbitale c'è già ed è proprio la Stazione Spaziale Internazionale. In un ottica di collaborazione internazionale che senso ha voler realizzare una propria piattaforma orbitale? Cosa ci può essere dietro l'annuncio di questa proposta?

La sezione russa della ISS di fatto è la MIR2 (se proprio vogliamo vederla così). Certo, la configurazione finale della ISS non è più quella definita dieci anni fa, ma non sarebbe più economico "potenziare" la ISS? Problemi di "aging"?

Voi che ne pensate?

La missione del telescopio spaziale Kepler: a caccia di pianeti extrasolari

(immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Il 5 marzo 2009 inizierà la missione Kepler, che avevamo già introdotto brevemente in questo precedente post. Il lancio avverrà da Cape Canaveral Air Force Station, in Florida.

Gli obiettivi di missione sono al tempo stesso importanti ed ambiziosi. Il telescopio Kepler dovrà infatti individuare pianeti extrasolari delle dimensioni della Terra in orbita intorno a stelle lontane nella nostra galassia.

Kepler studierà la struttura e la diversità dei pianeti extrasolari mediante l'osservazione di un grande numero di stelle al fine di:

  • determinare la frequenza dei pianeti extrasolari (delle dimensioni della Terra o più grandi) all'interno o in prossimità della "zona di abitabilità" di stelle di differente tipo spettrale
  • per i pianeti trovati determinarne la distribuzione delle loro dimensioni ed i semiassi maggiori delle loro orbite
  • produrre una stima della frequenza di questi pianeti e la loro distribuzione orbitale in sistemi multi-stellari
  • determinare le distribuzioni dei semiassi maggiori, albedo, dimensione, massa e densità dei pianeti giganti aventi un breve periodo orbitale
  • per ogni sistema planetario scoperto identificare eventuali "compagni di viaggio" (altri corpi celesti vicini) mediante tecniche di indagine complementare
  • determinare particolari proprietà delle stelle che "ospitano" sistemi planetari

Per poter compiere le sue osservazioni con continuità e precisione Kepler dovrà avere un FOV (field of view, campo di visibilità) all'esterno del piano dell'eclittica (il piano dell'orbita della Terra intorno al sole), proprio per non essere bloccato né dal Sole, né dalla Luna. E' stato quindi determinato un particolare campo stellare vicino al piano galattico (la zona più densamente "affollata" della nostra galassia) con una buona densità di stelle in modo da verificare i vincoli precedenti. Kepler si posizionerà in una orbita eliocentrica (intorno al sole) con un periodo di 372,5 giorni.

Kepler individuerà indirettamente i pianeti in orbita intorno a stelle lontane, sulla base dell'occlusione momentanea della luce che questi producono nel momento in cui, orbitando intorno alla propria stella, transitano attraverso la linea di visuale tra l'osservatore ed (appunto) la stella. Questo momentaneo "black out" di luce emessa ha carattere periodico e tale "impronta" viene utilizzata per determinare specifiche caratteristiche del pianeta.

I contatti con la Terra saranno mantenuti attraverso il Deep Space Network (DSN) della NASA. La missione dovrebbe durare quattro anni con la possibilità di estenderla in seguito. Kepler verrà lanciato da un razzo vettore Delta II.

Qui potete trovare tante immagini della strumentazione di bordo di Kepler.

giovedì 29 gennaio 2009

Problemi per il rover marziano Spirit

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/Cornell University)


NEWS SPAZIO :- Spirit, uno dei due MER (Mars Exploration Rover) della NASA che da poco hanno compiuto i cinque anni di attività sul suolo di Marte, nei giorni scorsi ha accusato alcuni problemi. Il team di scienziati della missione ha pianificato una serie di test diagnostici sul piccolo robot dopo che questo non ha eseguito correttamente alcune operazioni durante lo scorso fine settimana.

In particolare durante il Sol 1.800 (giorno marziano di missione), i dati ricevuti da Spirit indicavano che il rover aveva ricevuto correttamente da Terra i comandi di guida per la giornata, però non si era mosso.

A causare questo comportamento ci sono varie possibilità.
Tuttavia a ciò si aggiunge un altro "comportamento strano": apparentemente Spirit non ha registrato le principali attività del giorno nella sua memoria non volatile (la memoria che mantiene le informazioni anche senza alimentazione elettrica, come ad esempio il disco rigido dei nostri computer).

Un'altra possibile causa del fatto che Spirit non ha compiuto la propria esplorazione durante il week end potrebbe essere che il rover ha perso il proprio orientamento. Allora, lo scorso lunedì, il team di controllori NASA del JPL di Pasadena (California) ha comandato che robot "punti" al sole con la propria telecamera, proprio per determinare con accuratezza l'orientamento. Martedì Spirit ha risposto di aver eseguito il comando, ed infatti aveva localizzato il sole, ma non nella posizione prevista.

Sharon Laubach, capo del gruppo di tecnici al JPL ha detto: "Non abbiamo ancora una spiegazione per il comportamento di Spirit nei giorni scorsi. Il nostro prossimo passo sarà di compiere test diagnostici".

Tra le varie possibili cause il team di "umani" sta considerando l'ipotesi di effetti transitori dovuti a reggi cosmici che potrebbero avere investito l'elettronica di bordo del piccolo rover.

Nonostante però questo inspiegabile comportamento di Spirit, John Callas, Project Manager del progetto MER mercoledì scorso ha detto che "... fino ad ora Spirit è nella normale sequenza di controllo, riportando 'buona salute' ed interagendo correttamente con il controllo a Terra".

mercoledì 28 gennaio 2009

La NASA approva i finanziamenti per lasciare l°OBSS permanentemente nella ISS


NEWS SPAZIO :- Ricordate l'OBSS, l'Orbiter Boom Sensor System? Ne avevamo parlato in questo precedente post

http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/obss-definitivamente-sulla-iss.html

La novità è che la NASA ha approvato i finanziamenti per consentire all'OBSS di restare in maniera definitiva nella Stazione Spaziale Internazionale. Il braccio robotico lungo circa 17 metri sarà ancorato nella sezione S0 della Truss e verrà utilizzato come piattaforma per gli astronauti durante le attività EVA (extravehicular activity, attività extraveicolare) per i compiti di manutenzione della Stazione.

Per "integrare" l'OBSS con gli altri sistemi robotici della ISS sarà necessario effettuare una EVA per sostituirne un componente, lo "Shuttle grapple fixture". Si tratta di un dispositivo che fa parte di OBSS e che offre un punto di attracco al braccio robotico dello Space Shuttle SRMS (Shuttle Remote Manipulator System) in modo tale che lo SRMS possa agganciare l'OBSS stesso ed utilizzarlo. Potete vedere l'OBSS qui sotto in questo particolare dell'immagine:



Ebbene, l'EVA dovrà togliere questo dispositivo e sostituirlo con uno funzionalmente equivalente, compatibile però con il braccio robotico della Stazione, lo SSRMS (Space Station Remote Manipulator System).

Tale dispositivo è il PDGF (Power Data Grapple Fixture), una cui descrizione potete trovarla a questo link

http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/i-robot-spaziali-della-iss-parte-3-mss.html

Poichè il PDGF offre oltre che un punto di aggancio meccanico anche alimentazione elettrica, connessione dati e connessione video, in futuro sarà possibile aggiungere anche nuova strumentazione alla dotazione di OBSS.

Immagini, fonte NASA.

Presto un satellite in orbita per l°Iran

NEWS SPAZIO :- Anche l'Iran è attiva in campo spaziale, almeno stando a quanto riportato ieri nel sito web dell'agenzia di stampa iraniana Farsnews.

l'Iran avrebbe annunciato di essere quasi pronta al lancio in orbita terrestre di un satellite completamente realizzato "in casa". Omid (Speranza) questo è il suo nome, e dovrebbe essere lanciato entro il 20 marzo di quest'anno.

Il presidente dell'Agenzia Spaziale Iraniana (ISA), Reza Taqipour, ha detto martedì scorso che se non ci saranno problemi la missione Omid avrà luogo entro la fine dell'anno iraniano (che finisce proprio il 20 marzo). Il giorno preciso del lancio sarà annunciato poco prima della sua partenza.

martedì 27 gennaio 2009

Spettacolare video 3D del cratere lunare Tycho, by Kaguya-Selene!


NEWS SPAZIO :- L'Agenzia Spaziale giapponese ha pubblicato alcuni dati multimediali a dir poco spettacolari. La protagonista è la nostra Luna, studiata dalla sonda Kaguya-Selene. In particolare vi è un bellissimo video in 3D (gli anaglifi ormai stanno spuntando come funghi) che mostra il cratere Tycho, situato nella faccia visibile della Luna, nell'emisfero sud.

Il video è al seguente indirizzo
http://wms.selene.jaxa.jp/selene_viewer/en/observation_mission/tc/013/tycho_anaglyph.html

Tycho è un grosso cratere da impatto piuttosto giovane formatosi circa 100 milioni di anni fa, quando i dinosauri abitavano la Terra. E' visibile anche ad occhio nudo.

La creazione dei due minuti di video si basa sui dati della Stereo Terrain Camera a bordo di Kaguya-Selene, da cui sono stati estratti i dati per il DTM (Digital Terrain Model).

E non è male nemmeno l'immagine del centro del cratere Tycho che ho pubblicato qui sopra (cliccate con il mouse). Armatevi di occhialini per la visione 3D, ne vale la pena!

Dati, immagini e video, fonte Agenzia Spaziale Giapponese.

Raddoppiano i siti di lancio a Baikonur per le missioni spaziali russe del 2009

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Secondo l'agenzia di stampa russa Ria Novosti, l'Agenzia Spaziale della Federazione Russa (Roscosmos) utilizzerà per le missioni spaziali di questo anno due siti di lancio (invece di uno) nel centro spaziale di Baikonur in Kazahistan. Per il 2009 Sono infatti previsti quattro i voli abitati con la capsula Soyuz e cinque voli di rifornimento con il cargo Progress, tutti verso la Stazione Spaziale Internazionale.

In questo anno la ISS vedrà passare da tre a sei il numero di occupanti fissi dell'avamposto spaziale, e quindi aumenterà il "traffico" umano e non. Le parole di Alexei Krasnov, direttore dei programmi per i voli abitati di Roscosmos: "La situazione nel 2009 è unica. In accordo con gli impegni internazionali e con l'attuale richiesta di mercato per i lanci spaziali la Russia lancerà quattro missioni abitate verso la ISS invece di due, e dovrà inviare sufficienti rifornimenti Progress per supportare il lavoro degli astronauti in orbita".

Il funzionario ha poi aggiunto che il sito di lancio principale a Baikonur non era abbastanza per effettuare tutti i lanci previsti, quindi Roscosmos ha modernizzato il sito di lancio n.ro 31 per poter far fronte alle nuove necessità. Quest'ultimo sarà utilizzato inizialmente per lanciare i cargo Progress, e successivamente per le Soyuz con equipaggio.

Il prossimo lancio del cargo Progress è previsto per il 10 febbraio proprio dal Launch Pad 31.

A dispetto della crisi finanziaria globale la Russia ha in programma di effettuare 39 lanci nel 2009, un record mondiale assoluto.

lunedì 26 gennaio 2009

Spettacolare video tour della Stazione Spaziale Internazionale in HD


NEWS SPAZIO :- Recentemente NASA TV ha trasmesso un video tour della Stazione Spaziale Internazionale filmato in alta definizione dagli astronauti a bordo, il comandante dell'Expedition 18 Mike Fincke e gli ingegneri di volo Sandy Magnus e Yury Lonchakov. Il video di 35 minuti circa è disponibile su YouTube diviso in quattro parti. Eccolo:

International Space Station Tour - 1/4



International Space Station Tour - 2/4



International Space Station Tour - 3/4



International Space Station Tour - 4/4



Buon divertimento!

Dati, immagini e video, Fonte NASA.


Tre tragici anniversari nella storia spaziale americana


NEWS SPAZIO :- In meno di una settimana ricorrono tre tragici anniversari nella storia dell'astronautica americana e mondiale. Vorrei ricordare gli astronauti che vi hanno perso la vita.


27 Gennaio 1967 - APOLLO 1
Durante una prova a terra all'interno del modulo di comando della capsula apollo 1, un corto circuito, un incendio. La capsula era pressurizzata con ossigeno puro.


28 Gennaio 1986 - Space Shuttle CHALLENGER
Missione STS-51-L. La navetta Challenger esplose in volo 73 secondi dopo il decollo a causa di un malfunzionamento in una guarnizione (O-ring) ad uno dei razzi laterali a propellente solido (SRB, Solid Rocket Booster), la cui rottura provocò la fuoriuscita di fiamme all'esterno del SRB, le quali attaccarono il grande serbatoio esterno (ET, External Tank). Da qui la terribile esplosione.


1 Febbraio 2003 - Space Shuttle COLUMBIA
Il Columbia era al termine della sua missione STS-107, durante la fase di rientro a casa ed a soli 16 minuti dall'atterraggio. Durante il lancio del 16 gennaio un pezzo di schiuma isolante intorno al serbatoio criogenico di idrogeno liquido diventò saturo di ghiaccio, si ruppe ed andò a colpire l'ala sinistra della navetta, lesionandola. Durante le fasi di rientro, le grandissime energie generate dall'attrito atmosferico penetrarono nella breccia provocando la distruzione della navetta.



Apollo 1: comandante Gus Grissom, Ed White, Roger Chaffee











STS-51-L (Challenger): comandante Francis Scobee, pilota Michael J. Smith, mission specialist Judith Resnick, mission specialist Ellson Onizuka, mission specialist Ronald McNair, payload specialist Gregory Jarvis, ayload specialist Christa McAuliffe







STS-107 (Columbia): comandante Rick Husband, pilota William McCool, mission specialist David Brown, mission specialist Laurel Clark, mission specialist Kalpana Chawla, payload commander Michael Anderson, payload Specialist Ilan Ramon







Gli astronauti sono ricordati al Memorial Garden del New Mexico Museum of Space History.

Immagini, fonte NASA.


sabato 24 gennaio 2009

Spettacolari dune con canali a zig zag su Marte, by HiRISE!


NEWS SPAZIO :- Ecco due bellissime immagini, una più spettacolare dell'altra, riprese l'11 novembre 2008 dalla fotocamera telescopica dell'esperimento HiRISE a bordo della sonda NASA MRO (MarsReconnaissance Orbiter).

Si tratta di un vastissimo campo di dune parzialmente coperto dal gelo stagionale di anidride carbonica.


La seconda immagine mostra un particolare molto singolare: si distinguono canali scolpiti tra le dune, che hanno la particolarità di estendersi secondo un percorso a zig zag piuttosto che in linea retta. Il fluido o il gas che ha scavato i canali è al momento un enigma.

Immagini, fonte NASA/JPL/University of Arizona.

venerdì 23 gennaio 2009

Testato con successo il motore a razzo della Virgin Galactic per SpaceShipTwo

NEWS SPAZIO :- Piccolo aggiornamento dal sito FlightGlobal, in base al quale è stato testato con successo il motore Rocket Motor Two (RM2) della Virgin Galactic, motore che costituirà il propulsore della navetta suborbitale SpaceShipTwo (SS2).

Dopo il volo inaugurale della nave madre WhiteKnight2 lo scorso 21 dicembre e con la costruzione del primo prototipo sperimentale di SpaceShipTwo ormai al 75%, Virgin Galactic è "on schedule" nel suo programma di compiere il primo test in volo entro il 2009.

Chandrayaan-1, i primi dati ai raggi X provenienti dalla Luna, by C1XS!

(immagine, fonte ISRO)

NEWS SPAZIO :-
C1XS (pronunciato "kicks") è uno degli 11 strumenti a bordo della sonda Chandrayaan-1, la prima missione indiana in orbita intorno alla Luna, lanciata il 22 ottobre scorso.

Si tratta di uno spettrometro ai raggi X realizzato dall'Agenzia Spaziale europea (ESA) con la collaborazione dell'Agenzia Spaziale Indiana (ISRO). Esso è basato principalmente sullo strumento D-CIXS della missione ESA SMART-1. L'hardware è stato sviluppato nel laboratorio Rutherford Appleton Laboratory, Space Science and Technology Department (UK).

Ebbene, pubblicata oggi sul sito della ISRO è la notizia che lo scorso 12 dicembre 2008 C1XS ha rilevato il primo segnale ai raggi X proveniente dalla Luna, localizzato in una regione vicino ad un sito di atterraggio delle missioni Apollo.

Il brillamento solare che ha causato la fluorescenza ai raggi X era estremamente debole, ma C1XS è stata in grado di rilevarlo ugualmente. La fotocamera ai raggi X ha collezionato ben tre minuti di dati provenienti dalla Luna.

Per tutte le informazioni sulla missione Chandrayaan-1 consultate la sezione dedicata all'India di questo blog.

giovedì 22 gennaio 2009

Una cometa in mille pezzi, by Spitzer!

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- L'avete mai vista una cometa in agonia? Ecco 73P/Schwassman-Wachmann 3, ripresa agli infrarossi dal telescopio spaziale americano Spitzer mentre letteralmente "perde pezzi" durante i suoi passaggi ravvicinati intorno al sole. Gli oggetti che sembrano fiammelle sono in realtà i frammenti della cometa con le loro code, mentre la coda di 73P è la lunga linea in diagonale che unisce tutti i frammenti.

73P/Schwassman-Wachmann 3 ha iniziato a disintegrarsi nel 1995 durante uno dei suoi passaggi vicino al sole. Da allora la cometa ha continuato a frammentarsi in dozzine di pessetti, di cui almeno 36 sono visibili nell'immagine. Gli astronomi ritengono che la cometa non sia stata in grado di sopportare lo stress termico durante la "vicinanza" con la nostra stella. I detriti detriti della cometa, delle dimensioni che vanno dal piccolo sassolino al grande masso, scaldandosi alla luce solare emettono bagliori nelle lunghezze d'onda dell'infrarosso, rilevati da Spitzer.

Quando la nostra Terra ogni anno passa vicino a questa coda di frammenti, i detriti bruciano nella nostra atmosfera illuminando il cielo in una pioggia di meteore. La prossima è prevista nel 2022, quando il nostro pianeta passerà vicino alla coda della cometa.

L'aspetto scientifico di tutto questo è parecchio stimolante: gli astronomi studiano le immagini del telescopio spaziale Spitzer alla ricerca di indizi sulla composizione della cometa e su come avviene la sua disgregazione. In questo senso 73P/Schwassman-Wachmann 3 offre un perfetto laboratorio per studiare l'interno di una cometa. L'immagine pubblicata è ottenuta da osservazioni effettuate dal 4 al 6 maggio con il fotometro multi-banda di Spitzer utilizzando un canale a lunghezza d'onda di 24 micron.

Russia, stop ai turisti spaziali dopo il 2009

NEWS SPAZIO :- Turista spaziale, astronauta privato, astronauta a pagamento. Quale che sia la definizione che vi piace di più, questa nuova figura di "esploratori" spaziali nata nel 2001 con il miliardario americano Dennis Tito, potrebbe essere a rischio.

La notizia è stata pubblicata ieri, mercoledì 21 gennaio 2009, sul giornale Rossiiskaya Gazeta. Il capo dell'Agenzia Spaziale Russa, Anatoly Perminov, ha dichiarato in una intervista che dopo il 2009 la Russia non invierà più turisti spaziali sulla Stazione Spaziale Internazionale. Questo è dovuto sostanzialmente al fatto che entro il 2009 gli equipaggi a bordo della ISS passeranno da tre a sei astronauti. Verranno quindi ad essere al completo tutti i posti disponibili sui voli Soyuz verso la Stazione.

Il programma spaziale russo per voli "privati" sulla ISS è stato il primo in assoluto compiuto da un'agenzia governativa. Tramite la società americana Space Adventures, a partire dal 2001 sono arrivati sulla ISS sei partecipanti, ciascuno dei quali ha pagato (più o meno) la cifra di 20 milioni di dollari. L'ultimo turista a volare sulla ISS sarà il software designer americano Charles Simonyi, il cui volo è programmato per il prossimo Marzo.

Sono però convinto che questo non significhi la fine degli "astronauti privati". In un mio post precedente del giugno scorso (eccolo a questo link) riportavo che la stessa Space Adventures aveva finalizzato un intesa con l'Agenzia Spaziale della Federazione Russa per lanciare la prima missione completamente privata verso la Stazione Spaziale Internazionale. Cioè una Soyuz completamente dedicata, o se vogliamo, acquistata dalla società americana con due posti disponibili per astronauti paganti. Questo potrebbe essere un nuovo business per l'agenzia russa, ma al momento non ci sono feedback ufficiali.

Come stiamo seguendo tutti in questi mesi (vero?) in tempi più lunghi dovrebbero nascere e svilupparsi voli orbitali abitati direttamente dal settore privato (sezione dedicata qui), ma è ancora presto, ci vorrà tempo.

Staremo a vedere.

mercoledì 21 gennaio 2009

Acqua purissima nel polo nord di Marte

NEWS SPAZIO :- Planum Boerum, Marte, polo Nord. Letteralmente un continente di ghiaccio d'acqua purissima al 95%, stando ad uno studio internazionale.

Utilizzando i dati radar dallo strumento SHARAD (Shallow Subsurface Radar, radar a penetrazione nel sottosuolo) a bordo della sonda americana MRO (Mars Reconnaissance Orbiter), un gruppo di ricercatori francesi del National Institute of Sciences of the Universe (Insu), hanno rilevato che la calotta di ghiaccio che ricopre il polo Nord di Marte è costituita da acqua ghiacciata estremamente pura, intorno al 95%.

In sostanza si tratta di una "cupola" di depositi stratificati di materiale ghiacciato, molto simile a quanto si trova sulla nostra Terra, in Groenlandia ed in Antartide. Si ritiene che i due poli marziani insieme possano contenere l'equivalente di 2-3 milioni di chilometri cubici di ghiaccio.

Il radar SHARAD è di costruzione interamente italiana ed è stato fornito alla NASA dall'ASI. Esso va a caccia di acqua liquida e ghiacciata riuscendo a penetrare nel suolo fino ad una profondità di circa 1 chilometro. Il PI dello strumento è lo scienziato italiano Roberto Seu.

Lo studio francese è pubblicato nel giornale Geophysical Research Letters della American Geophysical Union.

L'immagine pubblicata mostra una porzione dei depositi stratificati nel polo nord di Marte ripresa dalla fotocamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), sempre a bordo di MRO. Si distinguono chiaramente gli strati che terminano in una rupe profonda circa 700 m, comparabile alla profondità del Grand Canyon (fonte NASA/JPL/University of Arizona).

martedì 20 gennaio 2009

Anche il Sud Africa avrà la propria Agenzia Spaziale

NEWS SPAZIO :- Secondo quanto apparso oggi in un articolo di The South African, il presidente Kgalema Motlanthe ha firmato una legge per la creazione durante il 2009 della South Africa National Space Agency.

La nuova agenzia avrà come mandato quello di (1) promuovere l'uso pacifico dello Spazio, (2) promuovere la ricerca in astronomia, l'osservazione della Terra, le comunicazioni, la navigazione e la fisica dello Spazio, (3) promuovere la cooperazione internazionale nelle attività spaziali, (4) aumentare le competenze scientifica, ingegneristica e tecnologica attraverso lo sviluppo di capitale umano e programmi a vasto raggio (immagine, fonte NASA).

L'agenzia implementerà anche la National Space Strategy (la strategia nazionale sullo Spazio) che è stata approvata nel dicembre 2008 per stimolare la capacità di posizionare il Sud Africa tra le nazioni leader nell'utilizzo innovativo delle scienze e tecnologie spaziali. Tale strategia deriva direttamente dal Ten-Year Innovation Plan del Department of Science and Technology (Piano di innovazione decennale del Dipartimento di Scienze e Tecnologie), il quale include le scienze spaziali come una delle cinque "grandi sfide".

La nuova agenzia è chiamata anche a riunire il lavoro di varie istituzioni e sfruttare al meglio le loro capacità per migliorare l'economia e creare nuovi posti di lavoro.

Alcuni dei progetti che coordinerà sono (1) lo SKA (Square Kilometre Array, il progetto per la realizzazione del più grande e sensibile radiotelescopio, composto da migliaia di radio telescopi più piccoli aventi 10-15 metri di diametro), (2) il Southern African Large Telescope e (3) il lancio del secondo satellite interamente sud africano, il Sumbandilasat.


Un'ultima nota: il primo osservatorio astronomico costruito in Sud Africa risale al 1685.

Aumenta la voglia di Spacefaring nel nostro pianeta: i migliori auguri da News Spazio!

lunedì 19 gennaio 2009

Meravigliosa ricostruzione in 3D dei resti dell°esplosione della supernova Cassiopea A

(Immagine, fonte NASA/CXC/JPL-Caltech/MIT)

NEWS SPAZIO :- Davvero spettacolare questa ricostruzione tridimensionale dei residui dell'esplosione di una supernova avvenuta circa 330 anni fa nella costellazione di Cassiopea, a 11.000 anni luce da noi.

Cassiopea A (o Cas A), questo è il nome, è stata ricostruita utilizzando i dati di vari telescopi: (1) dati a raggi X dal NASA's Chandra X-ray Observatory, (2) dati infrarossi dal NASA's Spitzer Space Telescope, (3) dati ottici dal telescopio di 4 metri del National Optical Astronomy Observatory, a Kitt Peak (Arizona) e dal (4) telescopio di 2,4 metri del Michigan-Dartmouth-MIT, anch'esso a Kitt Peak.

Il video del modello 3D è disponibile al seguente link
http://photojournal.jpl.nasa.gov/archive/PIA11748.mov


Nella visualizzazione la regione verde è principalmente ferro osservato ai raggi X. LA regione gialla è una combinazione di argo e silicio visti sia ai raggi X che nella banda visibile e negli infrarossi. La regione rossa è costituita da detriti freddi visti all'infrarosso. Infine, la regione blu rivela l'onda di esplosione più esterna, principalmente ai raggi X.

Quando gli elementi (creatisi all'interno della supernova) quali ad esempio ferro, silicio ed argo, vengono scaldati, questi emettono onde elettromagnetiche con specifiche lunghezze d'onda.

Durante l'esplosione (della supernova) essi vengono espulsi in maniera radiale dal centro verso l'esterno della stella. Ciò che accade è che le onde emesse dal materiale in movimento avranno una lunghezza d'onda che varierà proprio in relazione a tale movimento.

Ed infatti gli elementi che si muovono verso l'osservatore emetteranno onde (elettromagnetiche) con lunghezza d'onda più piccola (arrivano "prima" a destinazione), mentre gli elementi che si allontanano dall'osservatore emetteranno onde con una lunghezza d'onda maggiore.
E' l'effetto Doppler, lo stesso che causa la variazione di tonalità nel suono della sirena di una autoambulanza che si avvicina a noi, ci sorpassa e poi si allontana.

Inoltre la misurazione di tale "shift" dà anche una misura della velocità del movimento. In questo modo gli scienziati sono stati in grado di realizzare un modello tridimensionale dell'esplosione.

Guardate il video, è spettacolare.

domenica 18 gennaio 2009

Chandrayaan-1, le immagini radar di Mini-SAR

(Immagine, fonte ISRO / NASA / JHUAPL / LPI / Cornell University / Smithsonian)

NEWS SPAZIO :- A bordo della sonda indiana Chandrayaan-1 in orbita intorno alla Luna, un altro payload internazionale ha iniziato la propria attività. Sto parlando dell'o strumento americano Mini-SAR, un radar miniaturizzato il cui obiettivo di missione è quello di mappare le regioni polari della Luna.
Queste aree sono sempre state difficili da mappare nel passato proprio per via delle latitudini estreme che limitavano fortemente la quantità di luce solare incidente. E' per questo motivo che molte aree risultano sempre in ombra, e quindi completamente oscure nei rilevamenti. Mini-SAR, essendo un radar, è uno strumento attivo, che invia onde radio ed ascolta le onde che rimbalzano indietro. E' un po' come se il Mini-SAR illuminasse la superficie lunare con una propria fonte di illuminazione, senza quindi fare affidamento sul sole. Attraverso particolari algoritmi, le onde di ritorno sono poi convertite in immagini.

La NASA ha recentemente rilasciato alcune immagini. La prima che si vede qui è stata registrata il 17 novembre 2008 e mostra il cratere Hawort, nel polo sud lunare. Una "striscia" ottenuta dai dati del mini-SAR è stata sovrapposta ad una precedente immagine (quella di sfondo) ripresa da Terra, dal telescopio radar dell' Arecibo Observatory (Porto Rico). La differanza è impressionante: ciò che prima risultava in ombra, adesso è completamente "visibile".

(Immagine, fonte ISRO / NASA / JHUAPL / LPI)

Le parole di Benjamin Bussey, vice PI per il progetto Mini-SAR, della Johns Hopkins University AppliedPhysics Laboratory a Laurel, Maryland: "L'unico modo per esplorare queste aree [i crateri in ombra] è usare un radar orbitale, come il Mini-SAR".

Per tutte le informazioni sulla missione indiana sulla Luna consultate la sezione India di queto blog.

sabato 17 gennaio 2009

Marte ed il metano: qualche notizia in più

(immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ringrazio un lettore, purtroppo rimasto anonimo, che ha commentato il mio precedente post sul metano marziano, segnalandomi che (cito) "...la scoperta del metano marziano sia in realtà da attribuire all'Europa (peraltro ad un esperimento tutto italiano!)... ", fornendo questo link relativo ad un articolo del 2004 del sito web dell'ESA (in italiano) in cui viene descritto che la sonda europea Mars Express (cito) "... ha registrato tracce di metano nell'atmosfera del Pianeta Rosso".

Tutto ciò ha messo in moto la mia curiosità e mi sono messo a fare un po' di ricerche, non tanto per capire chi-abbia-scoperto-prima-cosa (non penso che il blog sia lo strumento/luogo giusto per determinare la paternità di una scoperta scientifica), quanto proprio per saperne di più su questo metano marziano.

Ed in effetti questo gas è una "vecchia conoscenza" degli scienziati terrestri: le prime tracce di metano su Marte provengono addirittura dal 1999.

Tre studi indipendenti
Nel settembre 2003, Michael Mumma, capo scienziato al Planetary and Astrophysical Sciences Laboratory for Extraterrestrial Physics, NASA/Goddard Space Flight Center (sì, proprio lo scienziato relativo alla notizia di ieri) e colleghi presentano un articolo al meeting annuale DPS (Division for Planetary Sciences of the American Astronomical Society) in cui mostrano misurazioni di metano su Marte (nella misura di 10-30 parti per miliardo). La scoperta è stata compiuta mediante osservazioni telescopiche terrestri, utilizzando il NASA's Infrared Telescope Facility (IRTF) in Mauna Kea, Hawaii, il Gemini South Telescope in Chile ed il Keck Observatory Telescope in California.

Nel 2004 Vittorio Formisano (istituto di Fisica e Spazio Interplanetario a Roma) ed il suo gruppo riportano di aver scoperto metano (nella misura di 10-10,5 parti per miliardo) nei dati dello strumento PFS (Planetary Fourier Spectrometer, di cui Formisano è il Principal Investigator) a bordo della sonda europea Mars Express, in orbita intorno a Marte.

Sempre nel 2004 Vladimir Krasnopolsky (adjunct professor alla Catholic University of America a Washington) ed il suo gruppo annunciano di aver trovato anch'essi tracce di metano (nella misura di 10-30 parti per miliardo), compiendo osservazioni da terra usando il Canada-France-Hawaii Telescope in Mauna Kea, Hawaii. Nell'aprile 2004 Krasnopolsky riporta all' European Geosciences Union meeting risultati provenienti da osservazioni compiute nel 1999 dell'intero disco planetario di Marte.

Si tratta quindi di tre studi indipendenti, compiuti con strumenti altrettanto differenti, e che però hanno raggiunto conclusioni molto simili tra loro.

Mumma 2009
La notizia di ieri del team di Michael Mumma ed altri (al momento è disponibile un abstract a questo link) si pone quindi come un aggiornamento sul loro lavoro che ha riguardato anni di osservazione marziana a partire dal 2003. E le novità rispetto al passato sono che per la prima volta sono state realizzate un insieme di mappe della distribuzione del metano su Marte. Tali mappe esaminano come tale distribuzione varia col tempo, secondo un andamento stagionale. Inoltre è stato rilevato che in alcune regioni si Marte vi è una maggiore emissione di metano (una di queste è Nili Fossae).
Queste variazioni della concentrazione di metano in termini spaziali e temporali suggeriscono quindi che vi sia un qualche processo attivo responsabile (geologico o biologico non si sa, come ho già scritto qui). Ed è proprio questo il risultato importante che dovrà essere preso in considerazione per i programmi futuri di esplorazione.

E questo è tutto per ora. Ovviamente se qualcuno conosce/trova altre informazioni lo invito a mandarmele.

Un'ultima considerazione: recentemente USA ed EUROPA pare che abbiano deciso di allearsi per esplorare Marte insieme. Non è anche questa una notizia molto importante? Se davvero ci fosse vita su Marte, alleandoci ed andandoci insieme forse lo scopriremmo risparmiando anni di tempo e parecchi soldi. No?

Riferimenti:
http://planetary.org/news/2004/0402_Methane_Found_on_Mars_Does_That_Mean.html
http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/1165243
http://www.sciam.com/article.cfm?id=martian-methane-resuscita
http://lescienze.espresso.repubblica.it/articolo/Acqua_e_metano_su_Marte/1285750
http://www.esa.int/esaCP/SEMS3J57ESD_Italy_0.html
http://www.universetoday.com/2009/01/15/large-quantities-of-methane-being-replenished-on-mars/
http://www.planetary.org/blog/article/00001811/
http://www.marstoday.com/news/viewpr.html?pid=17451
http://www.nasa.gov/home/hqnews/2009/jan/HQ_09-006_Mars_Methane.html

venerdì 16 gennaio 2009

Marte ed il metano: spazziamo via le fesserie! Interessano i dati NASA? (Parte 2)

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Importante scoperta in questo inizio 2009, effettuata da un gruppo di scienziati NASA ed universitari. Lasciamo perdere le chiacchiere, e come al solito vediamo quali sono i VERI fatti, descritti in una conferenza stampa della NASA svoltasi ieri, 15 gennaio 2009.

Un team di scienziati NASA ed universitari ha raggiunto il primo rilevamento definitivo della presenza di metano nell'atmosfera di Marte. Questo risultato è stato ottenuto studiando attentamente il pianeta per parecchi anni mediante l' Infrared Telescope Facility ed il telescopio W.M. Keck, situati nelle isole Hawaii, a Mauna Kea.

Il team ha utilizzato gli spettrometri dei telescopi per scomporre la luce proveniente da Marte ottenendo tre linee di assorbimento spettrale che costituiscono la prova certa della presenza del metano. Michael Mumma, del Goddard Space Flight Center NASA di Greenbelt (Maryland, USA), ed autore principale di un articolo che descrive questa ricerca e che verrà pubblicato il prossimo giovedì in Science Express, ha dichiarato: "Il metano viene distrutto velocemente nell'atmosfera marziana in vari modi, perciò la nostra scoperta di sostanziali pennacchi di metano nell'emisfero nord di Marte nel 2003 indica che qualche processo in corso sta rilasciando il gas. A metà estate, nel nord, il metano è rilasciato ad un tasso paragonabile a quello delle infiltrazioni massiccie di idrocarburi a Coal Oil Point, Santa Barbara, California".

Il metano è un gas composto da quattro atomi di idrogeno e da uno di carbonio. E' il componente principale del gas naturale nel nostro pianeta. La cosa è interessante, e non solo per gli astrobiologi, perché sono proprio gli organismi viventi - qui sulla Terra - che rilasciano la maggior parte del metano che si trova in natura, e lo fanno durante i processi di digestione delle sostanza nutritive. Tuttavia, vi sono anche altri processi puramente geologici in grado di rilasciare metano, ad esempio l'ossidazione del ferro.

Mumma continua: "Per adesso non abbiamo sufficienti informazioni per poter dire se il metano su Marte è prodotto da processi biologici, geologici, o da entrambi. Quello che si può dire però è che il pianeta è ancora vivo, almeno da un punto di vista geologico" (ed allora io tradurrei con la parola 'attivo', piuttosto che 'vivo').

Processi biologici?
Se (e questo se è grosso come una casa) la vita microscopia marziana è responsabile della produzione del metano, essa risiede probabilmente ben al di sotto della superficie, dove è caldo abbastanza per far sì che possa esistere acqua allo stato liquido. L'acqua liquida è necessaria per tutte le forme di vita conosciuta, così come lo sono le fonti di energia ed una disponibilità di carbonio.

Ancora Mumma: "Sulla Terra vi sono microorganismi che prosperano a circa 2-3 Km al di sotto del bacino Witwatersrand in Sud Africa, dove la radioattività naturale divide le molecole d'acqua in ossigeno ed idrogeno molecolari. Gli organismi utilizzano l'idrogeno come fonte di energia. Potrebbe essere possibile per simili microorganismi sopravvivere per miliardi di anni al di sotto dello strato di permafrost su Marte, dove l'acqua è liquida, la radiazione fornisce energia ed il diossido di carbonio (vedi qui) fornisce il carbonio. I gas come il metano, accumulatisi in queste zone sotterranee, potrebbero quindi essere rilasciati nell'atmosfera se si aprissero delle fessure durante le stagioni calde, tali da esporre le zone profonde in particolari punti come le pareti dei crateri o i canyons".

Processi geologici?
Tuttavia è anche possibile che un processo geologico (che quindi non ha niente di biologico) abbia prodotto il metano marziano, sia ora che nel passato. Sulla Terra l'ossidazione del ferro crea metano, e su Marte questo processo potrebbe procedere utilizzando acqua, diossido di carbonio ed il calore interno del pianeta. Sebbene non vi siano evidenze di attività vulcanica su Marte oggi, il metano prodotto nel passato, intrappolato in gabbie di ghiaccio (chiamate 'clathrates') potrebbe essere rilasciato adesso.

Il co-autore della ricerca, Geronimo Villanueva, della Catholic University of America di Washington, dice: "Abbiamo osservato e mappato molteplici pennacchi di metano su Marte, uno solo dei quali ha rilasciato circa 19.000 tonnellate di gas. I pennacchi sono stati emessi durante le stagioni più calde, primavera ed estate, forse perché i blocchi di ghiaccio si rompono creando fessure da cui il metano può fuggire nell'atmosfera".

Secondo il team di scienziati, i pennacchi sono stati osservati nelle aree che mostrano evidenza di ghiaccio al suolo o di acqua liquida. Essi sono comparsi nelle regioni dell'emisfero nord di Marte quali ad est di Arabia Terra, nella regione Nili Fossae, e nel quadrante sud est di Syrtis Major, un antico vulcano che si estende per circa 1200 Km.

Altre possibili cause dietro la presenza di metano su Marte, quali ad esempio piogge cometarie o impatti meteoritici sono ritenute poco probabili.

E allora che si fa?
Un metodo per verificare se il metano è stato prodotto da processi biologici è quello di misurarne i rapporti isotopici. Gli isotopi di un elemento (atomi con lo stesso numero di protoni ed elettroni ma con un numero di neutroni differente nel nucleo) hanno proprietà chimiche leggermente diverse, e la vita "preferisce" usare gli isotopi "più leggeri" (quelli con meno neutroni). Ad esempio, il deuterio è una versione più pesante dell'idrogeno: infatti, nel suo nucleo atomico esso ha un protone ed un neutrone, mentre l'elemento idrogeno ha nel proprio nucleo solamente un protone).

Se alla base della produzione del metano su Marte vi è un processo biologico allora il metano e l'acqua rilasciati su Marte dovrebbero mostrare distintivi rapporti per gli isotopi di idrogeno e di carbonio.

La conclusione degli scienziati, l'unica possibile al momento, è che per scoprire le origini del metano marziano saranno necessaire ulteriori indagini, e quindi future missioni su Marte, come il MSL (Mars Science Laboratory).

E questo è quanto. Ripeto brevissimamente: la notizia è che è stata confermata definitivamente la presenza di metano nell'atmosfera marziana, ma per sapere se questo gas è stato prodotto da processi geologici o da processi biologici (o da entrambi) occorrono altre missioni spaziali in grado di compiere specifiche analisi. Tutto il resto non è scienza.

Fonte dati: NASA.

< --- >

Marte ed il metano: spazziamo via le fesserie! Interessano i dati NASA? (Parte 1)

(immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ci siamo appena lasciati un anno pieno di grandi scoperte provenienti da Marte e non potremmo iniziare il 2009 in modo migliore. Avrei voluto titolare questo post 'Metano su Marte: il pianeta è attivo!', ma leggendo in rete mi sono accorto dei soliti titoloni ad effetto e delle solite fesserie, pubblicate anche dai "Media ufficiali".

C'è chi ha titolato che la NASA avrebbe di lì a poco dichiarato di aver trovato la vita su Marte, ed addirittura chi ha scritto che su Marte ci sono microbi alieni. Non voglio essere frainteso: piacerebbe anche a me (non sapete quanto) leggere una notizia del genere (sarebbe un evento di una grandezza ed importanza Cosmica) ma solamente se fosse supportata da evidenze scientifiche e non (ci risiamo) dalle solite chiacchiere. Ecco alcuni titoloni, più o meno cauti.

Guardian - La NASA ha trovato la vita su Marte?
http://www.guardian.co.uk/science/blog/2009/jan/15/mars-controversiesinscience

Telegraph - La scoperta del metano su Marte suggerisce la presenza di vita.
Scienziati NASA hanno rilevato "pennacchi" di metano, eventualmente indicanti attività organica sul pianeta rosso
http://www.telegraph.co.uk/scienceandtechnology/science/sciencenews/4243321/Mars-methane-discovery-hints-at-presence-of-life.html

Mail On Line - La vita su Marte? Pennacchi di metano sollevano altrettante prospettive per gli organismi sul pianeta rosso
http://www.mailonsunday.co.uk/sciencetech/article-1116766/Life-Mars-Methane-plumes-tantalising-hints-presence-organisms-Red-Planet.html

The Mirror - Marte: Esperti NASA per confermare che c'è vita su Marte
http://www.mirror.co.uk/news/top-stories/2009/01/15/mars-nasa-experts-to-confirm-there-is-life-on-mars-115875-21042768/

Fino ad arrivare alla fantascienza pura.

The SUN - La NASA rivela che c'è vita su Marte
Insetti alieni (Alien bug) sono responsabili di forti pennacchi di metano rilevato su Marte, è stato dichiarato questa notte
http://www.thesun.co.uk/sol/homepage/news/article2133475.ece

Ecco un esempio tutto italiano.

La Stampa - NASA, nuove forme di vita su Marte: microbi alieni
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/scienza/grubrica.asp?ID_blog=38&ID_articolo=1112&ID_sezione=243&sezione=

Questo per citare solamente alcuni articoli apparsi in rete fino a ieri sera.

Insomma, il tutto senza la benché minima evidenza scientifica, senza nessuna verità dimostrata. E comunque, anche se non è certo cosa nuova, resto sempre sorpreso dalle testate giornalistiche "ufficiali": come è possibile spararle così grosse?

La Notizia
Quella che doveva essere solo una premessa è diventata così lunga da indurmi a dividere questo post in due parti. Vi invito a continuate a leggere, perché ieri si è svolta una conferenza stampa della NASA per descrivere i risultati di uno studio compiuto da un gruppo di scienziati, il quale ha raggiunto il primo rilevamento definitivo della presenza di metano nell'atmosfera di Marte (continua).

< --- >

giovedì 15 gennaio 2009

Un 2009 molto indaffarato per tutta l°Europa spaziale

NEWS SPAZIO :- Ieri a Parigi si è tenuto il discorso di inizio anno del Direttore Generale dell'Agenzia Spaziale Europea, Jean-Jacques Dordain, il quale ha delineato le sue priorità per questo 2009 (immagine, fonte ESA). Ad un 2008 eccezionale (sono le sue parole) segue un 2009 in cui non ci sarà da annoiarsi. Sono molti ed importanti gli appuntamenti che vedono NOI europei impegnati sul fronte spaziale.

Quella che segue è una breve lista tra i più significativi.

Arriverà alla sua conclusione la selezione europea astronauti con la nomina dei vincitori che entreranno a far parte del Corpo Unico Astronauti Europeo (ESA-EAC).

In questo anno inizieranno i voli Soyuz dallo spazioporto europeo di Kourou in Guiana Francese, e questo segnerà un punto molto importante, poiché almeno metà delle missioni ESA verranno lanciate da razzi vettori Soyuz, sia per missioni scientifiche che - a partire dal 2010 - per il progetto Galileo di localizzazione satellitare europea.

Lo scorso novembre alla Ministeriale ESA i 18 stati membri hanno votato per un aumento del budget di 10 miliardi di euro per finanziare i programmi spaziali nei prossimi 3-5 anni. I ministri hanno affermato che la maggiore spesa nel settore spaziale produrrà anche un aiuto all'Europa intera per contrastare il rallentamento globale dell' economia.
Mr. Dordain ha espresso comprensione per le difficoltà in cui si trovano specialmente le piccole e medie imprese operanti nel settore spaziale. Ha inoltre detto in maniera imperativa che l'ESA dovrà gestire i contratti in maniera opportuna, incoraggiando pagamenti puntuali. Le sue parole: "Le PMA [...] ci forniscono la tecnologia di cui abbiamo bisogno. Poiché esse sono piccole aziende, sono molto più fragili e vulnerabili, specialmente per la liquidità di cassa. E certamente io non voglio che l'ESA possa causare loro problemi".

Herschel: il telescopio spaziale verrà lanciato in primavera da un razzo vettore Ariane 5. Esso sarà dedicato all'osservazione dell'Universo nelle bande elettromagnetiche vicine agli infrarossi. Ciò gli consentirà di vedere tra la polvere che oscura le prime fasi del processo di formazione di stelle e pianeti

Planck: questo telescopio andrà nello spazio insieme ad Hershel, con lo stesso razzo vettore, ma studierà la radiazione cosmica di fondo a microonde (CMB, Cosmic Microwave Background), e si ritiene che possa darci molte informazioni sulle prime e più antiche strutture del cosmo.

Vega: E' il nuovo lanciatore di medie dimensioni europeo. Attualmente è previsto che il suo primo volo avvenga in dicembre. Vega sarà usato per piccoli payload.

L'astronauta europeo di nazionalità belga Frank De Winne diventerà il primo comandante europeo della Stazione Spaziale Internazionale. La sua missione inizierà in Maggio e durerà sei mesi.

Goce: il satellite dedicato all'esplorazione della Terra. La sua missione è al momento schedulata per il prossimo febbraio. Potete trovare alcune notizie sulla missione a questo link.

Smos: la missione Soil Moisture and Ocean Salinity (Umidità del suolo e salinità dell'oceano) è stata progettata per osservare l'umidità del suolo terrestre e la salinità dei suoi oceani. L'obiettivo scientifico è quello di aumentare la nostra comprensione del ciclo dell'acqua nella nostra Terra e gli schemi di circolazione oceanica.

Cryosat-2: la prima missione Cryosat andò distrutta durante il lancio, ma gli stati membri dell'ESA hanno convenuto circa la sua importanza, e quindi sulla sua ri-costruzione. Un nuovo radar molto sofisticato misurerà con altissima precisione lo spessore del ghiaccio terrestre, sia nel mare che nelle terre emerse.

Buon 2009 a tutti!

Apertura ufficiale dell°Anno Internazionale dell°Astronomia IYA2009

NEWS SPAZIO :- Apertura ufficiale oggi a Parigi dell'Anno Internazionale dell'Astronomia.

Come già anticipato in precedenza qui, il 15 e 16 gennaio si svolgerà la cerimonia ufficiale di apertura di IYA2009. E' possibile seguire il webcast della cerimonia che si svolgerà presso la sede dell'UNESCO a questo link
http://canalc2.u-strasbg.fr/direct.asp?idEvenement=451

Nel sito di riferimento italiano è riportato il programma dell'evento di apertura, eccolo a questo link
http://www.astronomy2009.it/News/cerimonia-apertura-iya2009

E' possibile trovare tutti i riferimenti importanti relativi all'IYA2009 in questo precedente post, al seguente link
http://newsspazio.blogspot.com/2009/01/2009-anno-internazionale-dellastronomia.html

mercoledì 14 gennaio 2009

Testato con successo il motore a razzo della XCOR per i voli suborbitali

(immagine, fonte XCOR)

NEWS SPAZIO :- Un altro passo avanti è stato compiuto dalla società americana californiana XCOR Aerospace, che lo scorso 15 dicembre ha effettuato con successo il primo test di accensione del motore a razzo che utilizzerà nella sua navetta Lynx, progettata per compiere voli suborbitali.
Ne avevamo già parlato: la loro promessa è quella di offrire voli suborbitali al pubblico al prezzo di circa 75.000 euro, e di arrivare a compiere fino quattro voli giornalieri.

Il nuovo motore, di nome 5k18, è alimentato da una miscela di ossigeno liquido e kerosene e produce una spinta di circa 1134-1315 chilogrammi (2500-2900 libbre). Nei suoi nove anni di vita la XCOR ha condotto più di 3600 test di accensione di motori a razzo. Il 5k18 è l'undicesimo motore progettato e realizzato dalla società californiana e tutti sono stati caratterizzati da una estrema sicurezza ed affidabilità. XCOR ha anche all'attivo la progettazione e la realizzazione di veicoli alimentati a razzo. Lynx sarà il loro terzo veicolo, il primo progettato per raggiungere lo Spazio.

Le parole del capo della XCOR Jeff Greason: "Il propulsore non è solo la parte più dura per la progettazione e la realizzazione di un veicolo, ma ne determina anche ogni altro aspetto. La potenza del motore e la quantità ed il tipo di propellente che questo userà determinano il progetto e le capacità dell'intero veicolo [...] ".

Non ci resta che complimentarci con la XCOR ed aspettare l'inizio del suo programma di voli suborbitali a pagamento.

Nuova proposta Jupiter Direct migliore del programma NASA Constellation?

NEWS SPAZIO :- Ringrazio l'amico Emilio che mi ha segnalato questo articolo interessante. Siamo sempre nell'ambito "nuove idee e concept", e questa volta si parla di un gruppo di progettisti aerospaziali, tra cui alcuni ingegneri NASA, che riuniti tra loro hanno tirato fuori una proposta progettuale che il giorno 9 gennaio 2009 hanno presentato addirittura all' Obama Administration Transition Team Members, il gruppo di esperti a supporto del presidente eletto americano Barack Obama.

In breve l'idea presentata è quella di rivoluzionare i piani della NASA per il dopo-Shuttle, al fine di diminuire i costi ed i tempi di realizzazione dell'attuale programma Constellation.

La proposta presentata si chiama Jupiter Direct ed è descritta nel numero di febbraio della rivista Popular Mechanics. Gli ingegneri dietro questa idea ritengono di avere una soluzione più economica e più veloce rispetto al veicolo di lancio Ares, componente fondamentale del programma Constellation per fare da vettore alla capsula "manned" Orion. Essi propongono di utilizzare una differente configurazione proveniente direttamente dall'esperienza Space Shuttle. Il nuovo vettore, di nome Jupiter 120, avrebbe come parte principale una versione modificata di un External Tank (ET, il grande serbatoio esterno dello Shuttle) e due motori a combustibile liquido RS-68s usati attualmente nel lanciatore Delta IV. La spinta iniziale sarà fornita da due rocket booster a quattro segmenti alimentati da combustibile solido, provenienti direttamente dallo Shuttle. E mentre il lanciatore Ares I sarebbe limitato solamente a missioni in orbita intorno alla Terra, il Jupiter 120 riuscirebbe a lanciare la capsula Orion in una orbita di avvicinamento lunare.
Per una missione che preveda invece un atterraggio sulla Luna si renderebbero necessari due razzi vettori di media grandezza a due stadi, i Jupiter 232s, uno per portare in orbita terrestre la capsula Orion ed il modulo di atterraggio lunare Altair, e l'altro per lasciare la Terra verso la Luna.

La proposta Jupiter Direct lascia invariati il veicolo Orion ed il modulo di atterraggio lunare Altair, così come sono concepiti dal programma Constellation.

Inoltre, riutilizzando praticamente gli stessi componenti del progetto Shuttle, i tecnici della proposta Jupiter Direct ritengono che possano essere mantenuti anche i posti di lavoro in NASA e nei contractor dedicati attualmente agli stessi componenti.


Questo è un po' il succo della proposta. Nell'articolo comunque già ci sono anche alcune critiche, in base alle quali il progetto Jupiter Direct potrebbe soffrire degli stessi ritardi e variazioni progettuali che sono stati incontrati durante la progettazione di Ares.

Che possiamo dire? Ecco la notizia dal sito Popular Mechanics:
http://www.popularmechanics.com/science/air_space/4298615.html

E se avete idee presentatele direttamente al presidente eletto americano Barack Obama, a questo link
http://citizensbriefingbook.change.gov/home