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venerdì 29 agosto 2008

Back on route, in pillole!

Eccomi tornato dopo le vacanze estive. Fuso orario permettendo, ripercorro brevemente le principali news della scorsa settimana:


20 agosto
Presentato all' Intel Developer Forum un nuovo prototipo di una nuova navetta spaziale privata, l'Hermes Spacecraft, della Star System Inc. di Morris Jarvis. L'impegno del progettista è quello di realizzare una navetta a basso costo per viaggiare nello Spazio. Un primo volo di test è previsto per l'ottobre 2008. I nostri migliori auguri!

20 agosto
Anniversario del lancio della sonda Viking 1, avvenuto il 20 agosto 1975 ed atterrata su Marte il 20 luglio 1976. Si è trattato della prima missione americana a raggiungere il pianeta rosso e ad inviarne a Terra le immagini. La sorella Viking 2 fu lanciata a settembre 1975 ed arrivò su marte il successivo agosto.
La missione Viking 1 aveva una durata pianificata di 90 giorni, invece durò per circa quattro anni.

22 agosto
La Visual Monitoring Camera (VMC) montata sulla sonda europea Mars Express era "dormiente" sin da dopo il suo primo utilizzo nel 2003. Adesso è stata riattivata, e come 'Mars Webcam' è in grado di fornire viste del pianeta Rosso che non sono ottenibili da Terra.

25 agosto
L'osservatorio ESA orbitante XMM-Newton ha scoperto il più grande insieme di galassie raggruppate tra loro nell'universo conosciuto. E' così grande che si è stimato possa contenere massa come un migiaio di grandi galassie.

25 agosto
La navetta ESA Rosetta effettuerà un incontro storico con l'asteroide Steins il prossimo 5 settembre. Ne riparleremo più approfonditamente in un post successivo.

26 agosto
La NASA ha confermato la presenza nel luglio scorso di un virus in un laptop a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Si tratterebbe di un worm conosciuto con il nome di W32.ammina.AG. Descritto dalla Symantec come un virus a basso rischio, esso si diffonde attraverso removable storage devices come le penne USB.
La NASA aggiunge che i computer infettati non sono connessi nè con nessuno dei sistemi di controllo della Stazione, nè direttamente con Internet. L'equipaggio della Stazione stà lavorando con il controllo a Terra per eliminare il virus e per prevenire altre infezioni in futuro.

26 agosto
La navetta Nasa Glast, il Gamma-Ray Large Area Space Telescope, lanciata l'11 giugno scorso (vedi qui) ha iniziato il suo lavoro di studio dei raggi gamma ad alte energie. La notizia di oggi è che la Nasa ha rinominato il GLAST in Fermi Gamma-ray Space Telescope, in onore del prof. Enrico Fermi (1901-1954), per i suoi studi pionieristici sulla fisica delle alte energie.

28 agosto
I tre senatori dell'Alabama Kay Bailey Hutchison (R-Texas), David Vitter (R-La) e John McCain (R-Ariz, sì proprio il candidato alla presidenza USA) hanno spedito una lettera alla Casa Bianca chiedendo di estendere di almeno un anno il programma dello Space Shuttle, in modo da essere indipendenti dalla Russia per l'accesso alla Stazione Spaziale Internazionale. La lettera cita la recente aggressione russa contro la Georgia come una minaccia alla partenrship tra le agenzie spaziali americana e russa.

domenica 17 agosto 2008

News Spazio va in ferie! Appuntamento per fine agosto

News Spazio va in ferie per qualche giorno!

Ci ritroveremo a partire dal 27 agosto per continuare ad esplorare le novità provenienti dallo Spazio.

E se durante questi giorni dovesse accadare qualche News importante, verrà riportata "in differita" al ritorno dalle ferie, per non perdere la visione d'insieme di questo 2008 che ha portato tantissime novità, specialmente per tutta l'Europa Spaziale. A presto!

venerdì 15 agosto 2008

Ariane 5 - quinto lancio del 2008

(immagine, fonte ESA / CNES / Arianespace / CSG)

Ieri, 14 agosto 2008 alle ore 22:44 ora italiana, un razzo Ariane 5 ECA è partito dallo spazioporto europeo di Kourou (Guiana francese) con la missione di posizionare due satelliti per telecomunicazioni in orbite di trasferimento geostazionario. Il payload, avente massa totale di 8068 Kg, è composto da:

  • AMC-21, che fornirà 24 canali Ku-band per televisione e servizi di distribuzione dati sugli Stati Uniti d'America, il Golfo del Messico, l'America Centrale ed i Caraibi
  • Superbird 7, che fornirà 28 canali Ku-band per servizi di broadcast e collegamenti tra terminali mobili sul Giappone, Asia orientale ed oceano Pacifico

I due satelliti sono stati correttamente inseriti in orbita di trasferimento circa 30 minuti dopo il decollo. Si è trattato del quinto lancio di un razzo Ariane 5, dei sei programmati per quest'anno, in assoluto l'anno più attivo per il vettore europeo. I precedenti sono stati:

  • 7 luglio 2008, lanciatore Ariane 5 ECA - due satelliti per telecomunicazioni in orbita di trasferimento geostazionaria (ProtoStar I, Badr-6)
  • 12 giugno 2008, lanciatore Ariane 5 ECA - due satelliti per telecomunicazioni in orbita di trasferimento geostazionaria (Skynet 5C, Turksat 3A)
  • 18 Aprile 2008, lanciatore Ariane 5 ECA - due satelliti per telecomunicazioni in orbita di trasferimento geostazionaria (Star One C2, Vinasat-1)
  • 9 marzo 2008, lanciatore Ariane 5 ES-ATV (ATV-1) - messa in orbita della prima navetta automatizzata europea ATV-1 Jules Verne per rifornimenti alla Stazione Spaziale Internazionale

L' Ariane 5 ECA è l'ultima versione dei lanciatori Ariane 5. E' progettato per posizionare payload in orbita di trasferimento geostazionariaaventi fino ad un peso di 9,6 tonnellate. Con la sua aumentata capacità di trasporto Ariane 5 ECA è in grado di gestire il lancio di due satelliti molto grandi per ogni missione.

Le prime immagini della luna di Saturno Enceladus


Sono arrivate dalla sonda Cassini le prime immagini di Enceladus, riprese durante il suo flyby ravvicinato con la luna di Saturno lo scorso 11 agosto 2008. Le immagini sono state scattate da una distanza di 2446 Km dalla sua superficie e ad una velocità di 64.000 Km/h (immagini, fonte NASA/JPL/Space Science Institute).


E' stata sviluppata una speciale tecnica chiamata skeet shooting per eliminare dalle immagini gli effetti della forte velocità relativa ed ottenere così immagini chiare e precise.

Cassini ha localizzato il punto esatto in cui sono presenti getti di ghiaccio che eruttano dalla superficie geologicamente attiva di Enceladus. Gli scienziati stanno studiando queste immagini per studiare la geologia della luna di Saturno.
Ulteriori dettagli sulla missione Cassini-Huygens li trovate in questo post precedente, altre immagini invece sono disponibili qui.

giovedì 14 agosto 2008

Video sul motore spaziale a ioni VASIMR

Aggiungo un ulteriore contributo al mio precedente post sul motore a ioni VASIMR (questo).

Ho trovato su YouTube questo video di Nasa Connect, il cui narratore è proprio l'ex astronauta Franklin Chang-Díaz, direttore generale della società Ad Astra Rocket corporation (Texas) ed ideatore del motore VASIMR (immagine, fonte Nasa).


L'Url è: http://www.youtube.com/watch?v=-537--RJb80


"Bull°s Eye" da 705 Km di altezza

(immagine, fonte Nasa)

Per una volta ecco un'immagine stupefacente della nostra Terra: si tratta del Bull's Eye, o Struttura Richat in Mauritania. Con un diametro di 50Km, inizialmente i ricercatori pensavano che tale struttura fosse il risultato di un impatto meteoritico. Adesso si ritiene invece che si tratti di plutonite, un flusso di magma raffreddato e solidificato sotto la superficie terrestre. La superficie del suolo è stata lavata via dalla pioggia e le rocce sporgono come un altopiano.

Questa struttura ha un'importanza singolare per le missioni Shuttle. Una volta che questi gli sono volati sopra, gli astronauti sanno che presto atterreranno a Cape Canaveral.

L'immagine è stata ripresa dal satellite LandStat-7 il 7 ottobre 2000 da un'altitudine di 705 Km.

Propulsione spaziale a ioni: test nuovi e no

(la sonda europea Smart-1, fonte ESA)

La corsa allo spazio iniziata negli anni 50 ha prodotto un'evoluzione tecnologica senza pari in moltissimi settori che hanno contribuito profondamente al nostro attuale modo di vivere oggi. Sono assolutamente certo che se non fosse stato per l'esigenza di miniaturizzazione indotta dai programmi spaziali non avremo "oggi" i nostri bei telefoni cellulari così piccoli e potenti.
Una cosa che però è cambiata veramente poco sin dai suoi inizi è la tecnologica con cui i razzi funzionano. Nel tempo sono stati utilizzati differenti tipi di propellente, ed i motori a razzo sono adesso estremamente più efficienti di come erano all'inizio, ma i concetti di base sono essenzialmente gli stessi (un po' come i motori a scoppio delle nostre automobili).

Ma per espandere la nostra conoscenza e, sopratutto, la nostra presenza nello spazio, servono nuove forme di propulsione. I veicoli spaziali odierni viaggiano pressoché alla stessa velocità a cui andava la capsula Mercury che portò John Glenn in orbita ne 1962. Per andare sulla Luna può ancora andare bene, ma un viaggio su Marte, con i suoi 55 milioni di chilometri di distanza, pone nuove sfide. Con l'attuale tecnologia per razzi sarebbero necessari circa sei mesi di viaggio. E questo significa trovare una soluzione per proteggere la salute degli astronauti dai raggi cosmici e dalla decalcificazione delle ossa dovuta all'eventuale prolungata mancanza di gravità.

Esplorare nuove tecnologie per la propulsione spaziale è quindi un'area molto importante, e non è certo cosa nuova.

E' di pochi giorni fa la notizia che la NASA avrebbe intenzione di firmare un accordo per sperimentare un nuovo sistema di propulsione sulla Stazione Spaziale Internazionale. All' AirVenture show in Oshkosh tenutosi lo scorso 29 luglio, l'amministratore della Nasa Michael Griffin si è infatti dichiarato in tal senso riferendosi al progetto VASIMR (Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket).

Questo nuovo tipo di propulsore permetterebbe di viaggiare nello spazio ad una velocità superiore rispetto agli attuali razzi chimici, offrendo inoltre ulteriori vantaggi estremamente interessanti. Gli scienziati ritengono che si possa raggiungere Marte in un tempo molto minore rispetto ai sei mesi attuali, ed una volta arrivati si pensa di poter fare rifornimento direttamente su Marte per il viaggio di ritorno sulla Terra.
Il motore VASIMR potrebbe addirittura aiutare a proteggere gli astronauti dagli effetti dannosi delle radiazioni durante il loro viaggio. In un futuro prossimo (che potrebbe essere non molto distante) VASIMR potrebbe addirittura mantenere la Stazione Spaziale Internazionale in orbita stabile senza la necessità di rifornirla di propellente per le periodiche manovre di correzione d'orbita.

Il motore VASIMR funziona a grandi linee così: una sorgente di elettricità viene utilizzata per ionizzare un gas che funge da propellente creando così il plasma. Quest'ultimo viene poi riscaldato ed accelerato da un campo elettrico, ed un campo magnetico lo dirige nella opportuna direzione mentre viene espulso dal motore, creando così una spinta per il veicolo spaziale. Il motore è in grado di variare la quantità di spinta generata consentendo di aumentare o diminuire la sua accelerazione. Ha addirittura una modalità di funzionamento "afterburner", che sacrifica l'efficienza del propellente per ottenere velocità addizionale. Possibili "carburanti" per il motore VASIMR possono essere idrogeno, elio e deuterio.
Da vari test effettuati a Terra VASIMR risulta essere molte volte più efficiente dei convenzionali razzi chimici, necessitando nel contempo di molto meno carburante.

L'utilizzo dell'idrogeno come propellente presenta poi molti benefici addizionali. Il primo e più immediato è che l'idrogeno si trova praticamente dappertutto nel cosmo, quindi un veicolo dotato di motore VASIMR potrebbe essere lanciato con solamente il carburante necessario per arrivare a destinazione , quindi molto più leggero alla partenza, e di conseguenza meno dispendioso.
Inoltre, una volta arrivato, potrebbe estrarre l'idrogeno necessario per rifornirsi per il viaggio di ritorno.


Un altro beneficio nell'utilizzo dell'idrogeno è che questo è un potente scudo antiradiazioni, e quindi l'idrogeno stesso potrebbe essere utilizzato per proteggere l'equipaggio.

La sorgente di energia elettrica per il motore VASIMR potrebbe essere sia un reattore nucleare che dei pannelli solari; il primo è da preferirsi per lunghi viaggi, ad esempio raggiungere Marte.
Mentre l'energia solare potrebbe non essere la migliore scelta per viaggiare fuori dal nostro sistema solare, applicazioni legate ad orbite vicine alla nostra Terra potrebbero invece beneficiarne. Ecco quindi che prossimamente un prototipo in scala di motore VASIMR potrebbe essere testato sulla Stazione Spaziale Internazionale, inizialmente montato nella sua struttura portante "truss". Il prototipo utilizzerebbe l'energia elettrica generata dai grandi pannelli solari della ISS e l'idrogeno che viene attualmente generato nella Stazione come prodotto di scarto. Se il test avrà successo sarà possibile mantenere la Iss in orbita stabile senza effettuare "reboosting".

Il motore VASIMR è stato originariamente concepito dall'ex astronauta Franklin Chang-Díaz, direttore generale della società Ad Astra Rocket corporation (Texas), con cui la Nasa aveva firmato un accordo di collaborazione nel 2006.

Ad ogni modo la propulsione a ioni non è certo una novità. L'Agenzia Spaziale Europea ha il primato di aver lanciato la prima missione basata su di un motore a propulsione solare-elettrica (EPS, electric propulsion system): la sonda Smart-1.

Questo propulsore si basa sull'effetto Hall: opera con un gas nobile tipo lo Xeno, che è molto maneggevole e non richiede molte facility a Terra.

Lo Xeno viene ionizzato ed accelerato fino a 60.000 Km/h da un campo elettrico, che quindi produce una spinta. La ionizzazione avviene quanto una corrente di elettroni è generata da un catodo esterno; questa corrente è limitata da un campo magnetico radiale. L'effetto Hall significa che gli ioni e gli elettroni scattano in direzioni opposte nel campo magnetico, creando un campo elettrico, il quale espelle gli ioni di Xeno come una propulsione a getto (Jet). Gli elettroni dal catodo esterno neutralizzano il flusso per prevenire che il veicolo spaziale diventi carico elettricamente.

La missione di Smart-1 è stata un grandissimo successo: lanciata il 27 settembre 2003 da un Vettore Ariane 5 fu inizialmente posizionata in un'orbita geostazionaria intorno alla Terra.
Utilizzando poi l'energia elettrica prodotta dai propri pannelli solari ed il gas xeno come propellente, Smart-1 ha progressivamente innalzato la propria orbita in una spirale divergente, fino ad essere catturata dal campo gravitazionale della Luna il 15 Novembre 2004, circa quattordici mesi dopo il lancio. La spinta del motore elettrico è stata piccola ma costante, pari a 70 milliNewton.
Oltre all'obiettivo fondamentale di sperimentare la nuova propulsione a ioni, Smart-1 aveva il compito di testare altre tecnologie spaziali mentre effettuava osservazioni sulla Luna.
La missione terminò il 3 settembre 2006 quando la sonda è stata fatta precipitare sulla superficie lunare, nella regione Lacus Excellentiae.

Molto interesse quindi intorno alla propulsione a ioni. In un prossimo post andremo più a fondo su questa tecnologia, confrontandola con la propulsione chimica, quella attualmente utilizzata.

Faccio solamente un ultimo accenno alla ricerca su nuove forme di propulsione in Italia: il professore Carlo Rubbia presentò alla comunità scientifica nel 1998 un progetto di propulsore nucleare che sfrutterebbe un elemento chiamato Americio 242, il quale consentirebbe di ottenere velocità nell'ordine di circa 50 Km/sec, rendendo così possibile raggiungere Marte in meno di due mesi. Da quello che ho trovato, però, il progetto sembrerebbe essere fermo da anni per mancanza di fondi.

mercoledì 13 agosto 2008

Il pianeta che dorme

(immagine, fonte Nasa)

Non sono necessarie molte parole per descrivere la belleza di questa immagine, la nostra Terra di notte, i maggiori centri urbani illuminati di luce artificiale, ripresi da un'altitudine di circa 800 Km.

Tracce di vita sul pianeta Terra!

lunedì 11 agosto 2008

Sensori SPAZIALI per analisi mediche TERRESTRI

(immagine, fonte ESA)

Ecco un altro esempio di applicazioni progettare in ambito spaziale convertite poi in attività "terrestri".

Si tratta di una tecnologia usata per la realizzazione di sensori miniaturizzati in ceramica per il rilevamento di gas, sviluppati per misurare i livelli di ossigeno per la fase di rientro dei veicoli spaziali.

Questi piccoli sensori hanno attirato l'interesse di molti industriali, una volta presentati nell'ambito del programma dell'Agenzia Spaziale Europea di trasferimento di tecnologia. E sono molteplici le applicazioni "terrestri" che possono trarre beneficio dall'utilizzo di questi sensori, che oltre ad essere molto piccoli, presentano una velocità di risposta particolarmente alta.

Un esempio è la misurazione del respiro umano. Con questi sensori è possibile misurare ossigeno, anidride carbonica ed in generale tutto il flusso dell'atto respiratorio in tempo reale, ottenendo immediatamente i risultati, cosa impossibile con i sistemi convenzionali. La risposta molto veloce di questi sensori rende possibile ottenere un' accuratissima analisi, respiro dopo respiro. Poiché tali dispositivi sono molto leggeri e piccoli possono essere agevolmente integrati all'interno di normali maschere ed usati, per esempio, negli ospedali e nelle cliniche, e addirittura dagli atleti durante i loro esercizi sotto sforzo.

Un'altra possibile applicazione di questa tecnologia è il controllo dei gas di scarico prodotti sia da dispositivi industriali che da dispositivi domestici, consentendo di avere analisi più accurate, con l'obiettivo di ottimizzare i processi di combustione per arrivare poi ad una diminuzione dell'inquinamento.

All'interno del programma di trasferimento tecnologico dell'ESA è nata la società ESCUBE Space Sensor Systems che ha sviluppato questa tecnologia, il cui utilizzo per applicazioni terrestri si è poi allargato per essere usati nuovamente all'interno di applicazioni spaziali. Un esempio è la realizzazione di particolari maschere per monitorare e valutare la salute degli astronauti durante le missioni spaziali.

Questi sensori miniaturizzati sono attualmente utilizzati in vari esperimenti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Un esempio è il FIPEX (Flux (Phi) Probe Experiment - Time resolved Measurement of Atomic Oxygen), per la misurazione dei gas all'esterno della ISS, specificatamente per:

  • misurare il flusso dell'ossigeno atomico in orbita bassa (LEO) per un lungo periodo di tempo
  • controllare eventuale contaminazione della ISS durante i periodi di re-boost e di proximity operations dei veicoli logistici
  • investigare il comportamento degli elettroliti di ceramica ed i differenti rivestimenti degli elettrodi durante l'esposizione diretta al vuoto spaziale

domenica 10 agosto 2008

Il modulo lunare di Apollo 11 abbandonato nello spazio

(immagine, fonte Nasa)

Un'altra storica immagine della missione Apollo 11: dopo il decollo del modulo lunare dalla superficie della Luna questo effettua il rendezvous con il modulo di comando rimasto in orbita.

L'aquila "Eagle" si aggancia con il "Columbia" e gli astronauti vi si trasferiscono insieme ai campioni di suolo lunare da portare a casa. A questo punto avviene la separazione tra i due moduli, ed ha inizio l'ultima parte della missione, il viaggio di ritorno verso la Terra.

Il modulo lunare ormai inutile viene quindi abbandonato, non prima di avergli scattato un'ultima fotografia dall'interno del Columbia.

sabato 9 agosto 2008

La Terra e la Luna viste dall°orbita di Marte

(immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

Ho già pubblicato varie immagini riprese dalla telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, ma fino ad ora tutte mostravano qualche spettacolare paesaggio marziano.

La telecamera di HiRISE è il telescopio più potente mai lanciato al di fuori dell'orbita terrestre, e quindi è in grado di effettuare molte osservazioni astronomiche interessanti.

Il 3 ottobre 2007, da una distanza di circa 142.000.000 km (142 milioni di chilometri!), HiRES ha preso questa impressionante vista della Terra e della Luna. La scala è di 142Km/pixel, che fa sì che il diametro della Terra risulti essere di appena 90 pixel e quello della Luna di 24 pixel.

Dall'immagine della Terra in basso a destra si riescono a distinguere le coste ovest del sud America.

Riassumiamo: Phoenix, Marte ed il perclorato

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/University of Arizona/Max Planck Institute/SSV)

Raccolgo in questo post tutte notizie relative alla faccenda Phoenix, Marte e perclorato, per dare informazione corretta e completa.


5 Agosto 2008: Le molteplici voci sorte intorno alle analisi compiute dalla sonda Mars Phoenix e l'attesa dell'annuncio Nasa per fare chiareza

http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/in-attesa-dellannuncio-nasa-sui-nuovi.html


6 Agosto 2008: i fatti forniti dalla Nasa e dagli scienziati del progetto Mars Phoenix

http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/ancora-fesserie-on-line-su-mars-phoenix.html


7 Agosto 2008: Ulteriori dettagli tecnici su Phoenix ed il perclorato

http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/mars-phoenix-ulteriori-dettagli-sul.html


In due parole, il lavoro degli scienziati è appena alla metà della fase di raccolta dati. Dati che poi saranno analizzati dai ricercatori e certamente verranno condotti altri esperimenti. Al momento sono stati analizzati solamente pochi "cucchiaini" di suolo marziano. Quanto sono significativi rispetto a tutto Marte?

Saranno necessarie settimane, se non mesi, per avere le prime risposte da parte degli scienziati.


La Terra vista dall°Apollo 11

(immagine, fonte Nasa)

La missione spaziale che portò per la prima volta un uomo sulla Luna.

L' Apollo 11 raggiunse l'orbita di parcheggio intorno alla Terra dopo 11 minuti dal lancio. Dopo un'altra orbita e mezza i razzi del Saturno V si accesero e gli astronauti iniziarono il loro viaggio verso la Luna.

Questa foto spettacolare della nostra Terra fu scattata da una distanza di 158.000 Km, durante il volo translunare il 16 Luglio 1969. Si riesce a distinguere molto bene anche la nostra piccola Italia.

venerdì 8 agosto 2008

"Qui gli uomini del pianeta Terra..."

(immagine, fonte NASA)

Luna, missione Apollo 11, 21 luglio 1969.

Affissa ad una gamba del modulo di atterraggio LEM, si trova una placca metallica che ha inciso un messaggio:

"Here men from the planet Earth first set foot upon the Moon, July 1969 A.D. We came in peace for all mankind."

"Qui gli uomini del pianeta Terra che per primi misero piede sulla Luna, Luglio 1969 A.D. Venimmo in pace per tutta l'umanità".

La placca era firmata dagli astronauti americani Armstrong, Collins, Aldrin, e dal presidente USA Richard Nixon.

La prima missione indiana sulla Luna

(immagine, fonte Indian Space Research Organisation)

Il 15 agosto 2003 il primo ministro indiano Atal Bihari Vajpayee fece il seguente annuncio: "Adesso il nostro paese è pronto per volare alto nel campo della scienza. Sono lieto di annunciare che l'India invierà un proprio veicolo spaziale sulla Luna entro il 2008. Il suo nome è Chandrayaan-1".
In sanscrito "Chandrayaan" significa "veicolo lunare", e si tratta di un evento storico per tutta l' India, che darà la possibilità ai suoi scienziati di diventare attori internazionali nelle missioni spaziali, fornendo alla comunità internazionale il loro contributo attivo.

E manca poco ormai. Il lancio della missione Chandrayaan-1 è previsto per il mese prossimo, il 19 settembre. Obiettivo fondamentale della missione è lo studio delle origini della Luna ed il sistema Luna-Terra-Sole. Chandrayaan-1 è anche una sfida tecnologica per le future missioni interplanetarie che verranno intraprese dalla Indian Space Research Organisation (ISRO), l'agenzia spaziale indiana.
Gli obiettivi scientifici sono:


  • effettuare scansioni della Luna negli spettri del visibile, vicino all'infrarosso, a raggi X a bassa energia, a raggi X ad alta energia
  • realizzare una mappatura 3D della superficie della Luna con una risoluzione spaziale ed altimetrica di 5-10 m
  • effettuare mappature chimica e mineralogica dell'intera superficie lunare per la distribuzione di elementi quali magnesio, alluminio, silicio, calcio, ferro e titanio con una risoluzione spaziale di circa 25 Km, ed elementi con grande numero atomico come Radon, Uranio e Torio con una risoluzione spaziale di circa 20 Km.

La prima missione lunare indiana è anche un altro bell'esempio di incoraggiamento alla collaborazione internazionale. Chandrayaan-1 porterà infatti strumentazioni scientifiche di vari paesi:

  • 3 payload dell'ESA, agenzia spaziale europea (C1XS, SIR-2, SARA)
  • 1 payload della from BSA, accademia bulgara delle scienze (RADOM)
  • 2 payload della NASA (MiniSAR, M3)

La navicella spaziale, delle dimensioni approssimative di un cubo di 1,5 m di lato e pesante 1304 Kg al lancio (e 590 in orbita) sarà lanciata usando un Veicolo di Lancio per satelliti polari (Polar Satellite Launch Vehicle, PSLV) ed una volta a destinazione orbiterà intorno alla Luna ad un'altezza di 100 km dal suolo lunare.

giovedì 7 agosto 2008

Regione densa di crateri da impatto nel nord di Marte

(immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

Trovo che questa sia una immagine molto suggestiva. Mostra la regione "Arabia Terra", una zona altamente erosa nel nord di Marte, con la presenza di svariati crateri da impatto e dove sono molteplici le stratificazioni rocciose.

Anche in questo caso a riprendere questa immagine è stata la telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, il giorno 26 giugno 2008.

Eccola nella sua versione più completa:
http://hirise-pds.lpl.arizona.edu/PDS/EXTRAS/RDR/PSP/ORB_008900_008999/PSP_008982_1965/PSP_008982_1965_RED.thumb.jpg

Mars Phoenix: ulteriori dettagli sul "perclorato"

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/UA/Lockheed Martin)

Proseguendo questo precedente
post vorrei aggiungere alcuni dettagli tecnici sulla “faccenda” del perclorato.

Il gruppo di lavoro del TEGA, martedì scorso, nella persona del responsabile Bill Boynton, disse che non avevano trovato evidenza di perclorato nell'analisi del loro primo campione di suolo marziano. Il motivo è che non stavano cercando cloro durante il loro ciclo di riscaldamento del campione. E non lo stavano cercando perché non si aspettavano di trovarlo.

A questo punto è importante dare alcuni dettagli sullo strumento TEGA. In termini molto generali, uno spettrometro di massa è uno strumento che prende un gas, lo divide nei suoi componenti e ne produce uno spettro, cioè una sorta di grafico che indica quanta “massa” dei vari elementi è presente. Alcune sostanze producono dei picchi nel grafico in particolari punti e così è possibile stabilirne la composizione.

TEGA però funziona in modo particolare: non effettua una scansione continua per determinare tutte le sostanze presenti in un gas, ma è programmato per cercare solamente alcune specifiche masse. Una scansione completa di un campione di suolo per determinare tutte le sostanze presenti durerebbe circa 5 minuti.

Inoltre TEGA non è solamente uno spettrometro di massa: prima e durante il ciclo di spettrometria esso effettua quella che viene chiamata Calorimetria Differenziale a Scansione (Differential Scanning Calorimetry). Per effettuare una spettrometria di massa su di un campione solido, la prima cosa da fare è produrre un gas da tale campione, e per far ciò TEGA riscalda il campione in esame a circa 1000 gradi Celsius.

Ma prima di ciò, TEGA effettua la Calorimetria, in due cicli di riscaldamento a temperature più basse. Questi due cicli di riscaldamento “inferiore” hanno l'effetto di eliminare tutta l'acqua dal campione di suolo da analizzare, che altrimenti riempirebbe l'interno dello strumento con fastidioso vapore acqueo. E' quindi importante asciugare completamente il campione prima di effettuare la spettrometria di massa.

Un'altra ragione, molto importante, è che l'acqua è una delle cose più interessanti che si possa studiare: effettuando cicli di riscaldamento più bassi è possibile determinare la quantità di acqua presente, e se questa è in dosi sufficienti, è possibile individuare la percentuale di acqua pesante ivi presente (acqua avente idrogeno pesante, o deuterio, che è un atomo di idrogeno avente in più un neutrone nel proprio nucleo), che è importante poiché fornisce indicazioni di quanta atmosfera Marte ha perso in tutta la propria storia.


Per determinare la quantità di acqua presente in un campione di suolo, viene lentamente fornito calore al campione. Questo si scalderà fino ad arrivare alla temperatura di evaporazione dell'acqua, ed a quel punto la temperatura rimarrà costante fino a che tutta l'acqua presente nel campione non si sarà trasformata in gas. TEGA studia proprio l'andamento della temperatura, dapprima lentamente in aumento e poi costante per diagnosticare la presenza non solo di acqua, ma anche di molti atri composti volatili. Poiché i differenti gas possono evolversi piuttosto rapidamente durante questi primi cicli di basso riscaldamento, il gruppo di ricercatori di TEGA non può permettersi di effettuare la scansione completa dello spettrometro di massa (cinque minuti sono troppi).
Essi quindi concentrano i loro sforzi nella ricerca di poche masse di molecole ben determinate che ragionevolmente si presume possano emergere durante il ciclo di riscaldamento, quali ad esempio acqua, idrogeno ed ossigeno. L'elenco su cui viene posta attenzione è composto da 10 o 20 sostanze, e, tornando al topic, il cloro non era inizialmente tra queste. Ecco perché inizialmente Phoenix non poteva scoprire perclorato con il TEGA.

Ciò che però il TEGA ha individuato analizzando il campione di suolo marziano è stato il rilascio di ossigeno ad alte temperature, fatto che ha portato alcuni ricercatori del team a chiedersi se tale rilascio fosse dovuto proprio al perclorato.

In seguito MECA ha ottenuto due campioni di suolo che sembravano contenere perclorato. E quando il team di ricercatori del MECA ha dato l'annuncio, allora il team di ricercatori del TEGA ha deciso di riprogrammare il TEGA per andare a caccia di cloro. Dopo tale programmazione è stata effettuata l'analisi del secondo campione, che però NON ha mostrato nessuna traccia di cloro.

Ed è esattamente questo il punto in cui gli scienziati sono arrivati fino ad ora, con l'intenzione di continuare ed effettuare nuove analisi su nuovi campioni.

E proprio per voler speculare sulle possibili cause di questa apparente contraddizione tra il rilevamento positivo da parte del MECA ed il rilevamento negativo da parte di TEGA, vediamo qualche possibilità:

  • i campioni analizzati da MECA contenevano perclorato mentre quelli del TEGA no. E' un po' difficile da spiegare perché i due campioni provenivano da posizioni molto simili del suolo marziano. Forse la distribuzione del perclorato nel suolo è frammentaria? Il miglior test che si possa effettuare è prelevare con il braccio robotico di Phoenix un nuovo campione e con questo alimentare sia MECA che TEGA
  • MECA potrebbe essere stato contaminato un qualche modo, mentre TEGA no. Questo sembra essere molto poco probabile, ma gli scienziati stanno verificando anche questa ipotesi
  • il perclorato potrebbe essere del tipo che non rilascia cloro ad alte temperature. E per verificare questa ipotesi gli scienziati hanno bisogno di scoprire con quale tipo di sale di perclorato avrebbero a che fare (Potassio? Magnesio?). Ed occorreranno i dati conclusivi delle analisi in corso con il MECA, un processo che potrebbe durare addirittura mesi.

I prossimi mesi quindi ci potranno fornire delle informazioni conclusive attendibili.
Il lavoro continua.

Fonte dati: Planetary Society

mercoledì 6 agosto 2008

Il rover Spirit nelle Columbia Hills di Marte

(immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

La telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter ha scattato questa bellissima immagine.

Si tratta del rover SPIRIT durante l'inverno marziano nelle Columbia Hills nel suo Sol 1591. E' solamente un puntino mero indicato dalla freccia gialla, ma estremamente suggestivo.

Altre versioni della stessa immagine a differenti risoluzioni le potete trovare a questo link:
http://hirise.lpl.arizona.edu/PSP_008963_1650

Ancora fesserie on-line su Mars Phoenix! Interessano "i fatti" NASA?

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)

Leggo su alcune testate on-line (anche di grandi nomi purtroppo) che continuano ad essere pubblicate parecchie fesserie riguardo ai dati raccolti fino ad ora dalla sonda Mars Phoenix. Come avevo anticipato ieri in questo post sono esplose voci di tutti i generi su ciò che poteva essere stato scoperto.

La voglia di fare sensazionalismo, bei titoloni ad effetto è irrefrenabile, specialmente da noi in Italia, come dimostrano titoli lapidari e comunque del tutto privi di fondamento scientifico.


I fatti

Vorrei quindi fare chiarezza (è più forte di me!), e per far ciò riporterò quanto hanno detto ieri gli scienziati della missione Phoenix, che sono l'unica fonte attendibile (osservazione del tutto banale, ma che sembra essere molto spesso trascurata)!

Dunque, gli scienziati della missione Mars Phoenix sono intervenuti ieri per dare informazioni a proposito della loro attività di studio, tutt'ora in corso, circa la ricerca di sali di perclorato rilevati dalla sonda Mars Phoenix su campioni di suolo marziano analizzati.

"L'aver trovato perclorati non è né buono né cattivo per la vita, ma deve farci rivedere ciò che noi pensiamo a proposito della vita su Marte", sono le parole di Michael Hecht del Jet Propulsion Laboratory della Nasa in Pasadena (California), capo scienziato del MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer), lo strumento che include il laboratorio per la chimica umida a bordo di Phoenix.

Continua lo scienziato: "Se confermato il risultato è entusiasmante, poiché differenti tipi di sale di perclorato hanno proprietà interessanti che possono portare a capire come le cose funzionano su Marte, se - e questo è un grande 'se' - i risultati che abbiamo ottenuto da due 'cucchiaini' di suolo marziano sono rappresentativi di tutto Marte, o di una sua parte significativa".

La squadra di scienziati di Phoenix ha voluto controllare la scoperta con un altro strumento di bordo, il Thermal and Evolved-Gas Analyzer (TEGA), che riscalda i campioni di suolo ed analizza i gas sprigionati da questi. Ma mentre questo esperimento con TEGA era in corso la settimana scorsa, ecco che sono comparse nei media le speculazioni circa grosse scoperte sull'abitabilità di Marte.

Le parole dell'investigatore principale del progetto Phoenix, Peter Smith, dell'Università di Arizona, Tucson sono: "Il progetto Phoenix ha deciso di intraprendere un passo non previsto: parlare della nostra ricerca quando ancora gli scienziati sono soltanto a metà strada della fase di raccolta dei dati, e non hanno ancora avuto tempo per completare le analisi, o per effettuare il necessario lavoro di laboratorio".
"Gli scienziati sono ancora nella fase in cui stanno esaminando molteplici ipotesi, dopo avere avuto evidenza che il suolo marziano contiene perclorato".
"Abbiamo quindi deciso di mostrare al pubblico le cose 'durante' il lavoro dato l'estremo interesse mostrato per la missione Phoenix, missione che consiste nel ricercare un ambiente abitabile nelle pianure a nord del pianeta Marte".
"Al momento non sappiamo se l'aver trovato perclorato costituisce una buona notizia o una cattiva notizia per una eventuale vita su Marte".



Il Perclorato
Un po' in ordine sparso ecco alcune informazioni sul famoso perclorato:
  • Il Perclorato è uno ione (particella carica) che consiste di un atomo di cloro, circondato da quattro atomi di ossigeno. Si tratta di un ossidante, cioè, può rilasciare ossigeno, ma non è molto potente
  • I perclorati si trovano in natura sulla Terra, in luoghi come il deserto di Atacama in Cile. In circostanze normali tali composti sono abbastanza stabili e non distruggono materiale organico
  • Alcuni microrganismi sulla Terra sono alimentati da processi che coinvolgono perclorati, ed alcune piante concentrano all'interno di sé tale sostanza
  • I perclorati sono anche utilizzati nei combustibili per razzi e nei fuochi d'artificio

Altri dati Tecnici
Il perclorato è stato scoperto da Phoenix mediante un sensore che rileva molteplici particelle, perclorato, nitrati e altri ioni. I ricercatori del MECA hanno visto il segnale della presenza del perclorato in un campione prelevato dallo scavo di nome "Dodo-Goldilocks" il 25 Giugno (Sol 30, cioè il 30° giorno marziano della missione) e, nuovamente, in un altro campione prelevato dallo scavo "Snow White" il 6 luglio (Sol 41).


Quando il TEGA ha riscaldato a temperatura elevata un campione di terreno estratto dal "Dodo-Goldilocks" il Sol 25, è stato rilevato un rilascio di ossigeno. Ed il perclorato potrebbe essere uno delle numerose possibili fonti di tale ossigeno.

Alla fine della settimana scorsa, quando TEGA ha analizzato un altro campione, questa volta proveniente da "Snow White", il team TEGA era in cerca di gas di cloro. E lo strumento non ha individuato niente.


Conclusioni?
Le indagini continuano ed il team di scienziati stà studiando il suolo marziano. Lo strumento TEGA tenterà di convalidare la scoperta di perclorato, e di determinarne concentrazione e proprietà.

Insomma, il succo è che la ricerca non è terminata, i ricercatori sono a metà strada e le ipotesi sono svariate.

E' il metodo scientifico, fare una ipotesi e confermarla con i fatti!


Riferimenti:
http://www.nasa.gov/mission_pages/phoenix/news/phoenix-20080805.html
http://www.jpl.nasa.gov/news/phoenix/release.php?ArticleID=1816

martedì 5 agosto 2008

I primi disegni delle Colonie Spaziali degli anni °70

Negli anni '70 furono condotti studi sulla progettazione di Space Colonies, insediamenti umani nello Spazio completamente autosufficienti ed autonomi, in grado di ospitare 10.000 persone.
Vennero realizzati alcuni disegni artistici molto stimolanti e nello stesso tempo affascinanti. Negli anni alcuni di questi furono presi come modello per film di fantascienza, ma secondo me possono essere ancora fonte di ispirazione per la comunità spaziale.






Il fisico di Princeton Gerard O'Neill, con l'aiuto della NASA Ames Research Center e la Stanford University mostrarono la fattibilità dell'approccio nella progettazione di gigantesche astronavi in orbita per viverci con tutte le comodità a cui siamo abituati sulla nostra Terra.




Tra le varie immagini di quei lontani progetti, ne pubblico solamente due (immagini, fonte NASA Ames Research Center).

Affascinanti, vero?


In attesa dell°annuncio NASA sui nuovi dati provenienti da Marte

(immagine, fonte NASA)

E' attesa per oggi intorno alle 20:00 ora italiana una informativa NASA per rispondere alle domande circa i nuovi dati provenienti dalla sonda Mars Phoenix, atterrata su Marte il 25 maggio 2008. Nei giorni scorsi sono cresciute in tutto il mondo le speculazioni circa il contenuto di queste nuove informazioni.
Tutto aveva preso il via venerdì scorso, con un articolo apparso su Aviation Week & Space Technology (questo), in base al quale la Casa Bianca sarebbe stata "allertata" dalla NASA su di un annuncio in merito alla "possibilità di vita" su Marte.

L'articolo riporta che secondo gli scienziati del progetto Phoenix, i dati - non ancora conclusivi - riguardano l'abitabilità, la potenzialità di Marte nel sostenere la vita.

Tutto Sembrerebbe ruotare intorno alla possibilità che uno degli strumenti di Phoenix abbia scoperto nel suolo di Marte tracce di una sostanza chimica corrosiva chiamata perclorato, una sostanza altamente ossidante composta da cloro ed ossigeno.
Secondo Bruce Betts, direttore dei programmi alla Planetary Society, "se la notizia trovasse conferma sarebbe un punto contro la vita su Marte", aggiungendo anche che "...questo tipo di molecole è 'ostile' alle molecole organiche".

Il perclorato si trova naturalmente sulla Terra, ma è anche prodotto per l'uso nei motori a razzo.

Inoltre, tra due campioni di suolo marziano raccolti da Phoenix, uno ha mostrato la presenza di perclorato, l'altro no.

Così gli scienziati vogliono essere certi che i campioni non siano stati contaminati.

"Le analisi iniziali effettuate dal MECA (Microscopy, Electrochemistry and Conductivity Analyzer) avevano suggerito un suolo simile alla Terra, ma ulteriori analisi hanno mostrato alcuni aspetti della chimica del suolo poco simili alla Terra", ha detto Peter Smith, PI della missione Phoenix presso l'Università di Tucson in Arizona.
La strumentazione di Phoenix non è tuttavia progettata per rilevare la vita, anche se è in grado di trovare prove della presenza di molecole organiche.

E comunque secondo la NASA ogni speculazione sulla vita su Marte è ancora prematura. Sarà quindi importante aspettare per conoscere quanto avrà da dirci l'agenzia spaziale americana.

domenica 3 agosto 2008

I Robot Spaziali della ISS - Indice Generale

(immagine, fonte ESA)


Ecco l'indice completo di tutti i post che descrivono i Sistemi Robotici a bordo della ISS.


I Robot Spaziali della Stazione Spaziale Internazionale

Introduzione
http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/i-robot-spaziali-della-iss-parte-1.html

MSS - Mobile Servicing System - MT
http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/i-robot-spaziali-della-iss-parte-2-mss.html

MSS - Mobile Servicing System - MBS
http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/i-robot-spaziali-della-iss-parte-3-mss.html

MSS - Mobile Servicing System - SSRMS
http://newsspazio.blogspot.com/2008/06/i-robot-spaziali-della-iss-parte-4-mss.html

MSS - Mobile Servicing System - RW
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/i-robot-spaziali-della-iss-parte-5-mss.html

MSS - Mobile Servicing System - DEXTRE
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/i-robot-spaziali-della-iss-parte-6-mss.html

JEMRMS
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/i-robot-spaziali-della-iss-parte-7.html

ERA
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/i-robot-spaziali-della-iss-parte-8-era.html


Sempre a proposito della collaborazione spaziale: pubblico e privato

(immagine, fonte NASA)

Continuando il discorso sulla collaborazione internazionale in campo spaziale affrontato in un post precedente (questo), in effetti c'è un altro "attore" che considero molto importante, e che in un futuro anche prossimo potrebbe, anzi, certamente darà un forte contributo: il settore delle industrie private.

Nei giorni scorsi Richard Branson ha presentato Eve, lo White Knight II per i voli suborbitali annunciati dalla Virgin Galactic, ma sono sempre di più le industrie private che si stanno interessando allo spazio.

La NASA ha il suo programma COTS, e come avevo accennato qui sembra che vi faccia affidamento per un futuro appena dietro l'angolo.

Ed allora, se come credo e spero "Collaborazione!" è la parola vincente nella comunità spaziale internazionale, allora un'altro elemento fondamentale per far decollare lo Spacefaring è aggiungere all'equazione anche l'elemento "industrie private".

Che ne pensate?

sabato 2 agosto 2008

Sempre più Collaborazione spaziale

(immagine, fonte NASA)

Guardando indietro alle scorse settimane sono molte le notizie nell'ambito della comunità spaziale che riconducono ad un unico tema: Collaborazione! Almeno per quello che ci è dato di sapere sembra che sempre più venga sentita questa tematica.

Riporto i link di alcune di queste tra le più significative:


L'Europa spaziale si prepara alla Ministeriale ESA
http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/leuropa-spaziale-si-prepara-alla.html

Il forte impegno Europeo in ambito spaziale
http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/il-forte-impegno-europeo-in-ambito.html

Accordo internazionale per l'esplorazione lunare
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/accordo-internazionale-per.html

Progettazione della missione robotica internazionale su Marte
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/progettazione-della-missione-robotica.html

La Stazione Spaziale Internazione per le future esplorazioni Spaziali
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/la-stazione-spaziale-internazionale-per.html

Stazione Spaziale Internazionale: operativa fino al 2020 ed oltre
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/stazione-spaziale-internazionale.html

Incontri di Coordinamento Internazionale per l°Esplorazione Spaziale
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/incontri-di-coordinamento.html

Unione Europea: un approccio comune allo Spazio
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/unione-europea-un-approccio-comune-allo.html

Strategie di esplorazione Lunare congiunte NASA ed ESA
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/strategie-di-esplorazione-lunare.html

Vertice a Parigi per i partner internazionali della ISS
http://newsspazio.blogspot.com/2008/07/vertice-parigi-per-i-partner.html


Insomma, la sensazione è che sia a livello scientifico, tecnologico ma sopratutto a livello politico si stia facendo sempre più strada l'idea di partnership, dividere i costi per perseguire un obiettivo comune altrimenti troppo oneroso.

E' certamente la strategia che preferisco, e che ha portato a realizzare la Stazione Spaziale Internazionale, il primo avamposto scientifico internazionale esplicitamente dedicato ad attività civili e pacifiche (ma quante volte l'avrò ormai ripetuto?).
Sono convinto che questa sia la strada giusta. Ottimismo!

Il rover Opportunity fotografa la propria ombra su Marte

(fonte NASA - JPL)

I rover in esplorazione su Marte, si sà, non possono "fare un passo indietro" e fare una fotografia a sé stessi, ma talvolta possono fare qualcosa che gli si avvicina parecchio.

Questa immagine, infatti, mostra il rover americano Opportunity che nel tardo pomeriggio del suo 1607° giorno di attività su Marte ha catturato questa spettacolare immagine della propria ombra in prossimità del cratere Vittoria.

ASI commissariata

Riporto per completezza le ultime notizie riguardo la nota vicenda.

Dopo i pareri favorevoli delle commissioni di Camera e Senato il Consiglio dei Ministri ha ieri formalizzato il commissariamento dell'Agenzia Spaziale Italiana nominando Enrico Saggese commissario straordinario dell'ASI., e nominando
Piero Benvenuti a sub-commissario dell'ente.

L°Europa spaziale si prepara alla Ministeriale ESA

Il prossimo novembre vedrà un altro appuntamento molto importante per l'Europa Spaziale. A novembre si terrà infatti la cosiddetta "Ministeriale ESA", cioè il meeting dei Ministri responsabili per le attività spaziali degli stati membri dell'ESA, che insieme al Canada si riuniranno all'Aia per definire il corso del programma spaziale dell'Europa per il prossimo futuro.

Essi saranno chiamati ad approvare le prossime tappe per i programmi spaziali attualmente in corso e ad impegnarsi per l'inizio di nuovi. Lo scopo principale dei programmi ESA sarà quello di consolidare lo Spazio come una risorsa strategica di fondamentale importanza per l'indipendenza, la sicurezza e la prosperità dell'Europa (immagine, fonte ESA).

Lo Spazio
  • fornisce ai decision-makers europei la capacità di rispondere alle sfide fondamentali, come il cambiamento climatico e la sicurezza globale
  • offre un contributo significativo per la crescita e l'occupazione in Europa
  • fornisce indispensabili tecnologie abilitanti e servizi per la società basata sulla conoscenza
  • aumenta la comprensione del nostro pianeta e dell'Universo.

Lo Spazio contribuisce anche all'identità europea, la coesione e la sicurezza, fornendo ispirazione per le nuove generazioni verso le discipline scientifiche e tecniche.

Coerentemente con quanto sopra, i Ministri discuteranno un programma strutturato in a cinque temi principali:

1. Applicazioni spaziali per servire le politiche pubbliche, le imprese ed i cittadini europei

2. Incontrare le esigenze di sicurezza e di difesa europee

3. Promuovere industrie innovative e competitive

4. Contribuire alla società basata sulla conoscenza

5. Garantire l'accesso alle tecnologie, ai sistemi ed alle capacità per l'indipendenza e la cooperazione

La realizzazione di questi programmi richiederà la creazione di nuove strutture ESA. Negoziati con gli Stati membri sono in corso per trovare la più efficiente infrastruttura europea per far fronte alle aumentate esigenze di un settore spaziale che raggiunge il punto di maggiore interesse sul piano politico, economico e strategico di tutti gli Stati membri.

Come esempio di questi negoziati, nel corso degli ultimi mesi, il Regno Unito e l'ESA hanno discusso la possibilità di istituire una struttura ESA nel Regno Unito.
I funzionari hanno individuato tre settori in cui una tale nuova struttura ESA potrebbe essere istituita: il cambiamento climatico, applicazioni integrate ed esplorazione robotica. Si tratta di essenzialmente di nuove aree di attività per l'ESA, e che dovrebbero integrare le attuali capacità già esistenti in tutta Europa.
Lo Harwell Business Campus in Oxfordshire sarebbe il punto di riferimento per una tale struttura, e con la sua vasta gamma di attività ed infrastrutture, fornirebbe un eccellente ambiente di sviluppo.

Mentre in linea di principio l'idea è condivisa, una decisione finale potrà essere raggiunta solo dopo la conclusione positiva della Ministeriale ESA. Nel frattempo, il Regno Unito e l'ESA continueranno a sviluppare la loro pianificazione.

venerdì 1 agosto 2008

Il sito di atterraggio di Mars Phoenix in proiezione verticale

(immagine, fonte NASA - JPL - UA - Texas A & M)

Questa incredibile immagine
rappresenta l'area circostante al punto di atterraggio della sonda Mars Phoenix. Essa combina più di 400 foto riprese durante le prime settimane di attività sul suolo di Marte.

Ecco l'immagine ad alta risoluzione (circa 23MB)
http://www.nasa.gov/images/autoimport/pp_vert_30m.jpg

Marte: ieri ghiaccio, oggi acqua! Missione Phoenix estesa!

La notizia esplosa nei media oggi è la conferma da parte della NASA della presenza di acqua sul suolo marziano. La sonda Mars Phoenix ha infatti individuato per la prima volta la presenza di acqua in campioni del suolo di Marte (immagine, fonte NASA - JPL).

Ma già da alcune settimane il team della missione aveva trovato ghiaccio d'acqua nel suolo marziano (vedi qui), e questa - se vogliamo - era la vera novità. Dove c'è ghiaccio d'acqua c'è anche (banalmente) acqua!

La notizia di oggi comunque ne fornisce una conferma diretta, in quanto la scoperta arriva direttamente dagli strumenti di bordo di Phoenix: alcuni campioni di suolo sono stati prelevati dal braccio robotico della sonda e messi nel TEGA (Thermal and Evolved-Gas Analyzer). Il tutto è stato riscaldato e gli strumenti (spettrometro di massa) hanno rilevato la formazione di vapore acqueo, poco, solamente un 2% del peso del campione analizzato, ma indubbiamente H2O.

Una grande notizia è comunque la decisione da parte della Nasa di estendere la missione Phoenix fino al 30 settembre (sol 124). E' comunque probabile che l'attività della sonda continuerà anche ben oltre.

L°area di lavoro della sonda Phoenix

(immagine, fonte NASA - JPL - UA - Texas A & M)

Questa immagine mostra l'area di lavoro del braccio robotico della sonda Phoenix, sul suolo di Marte dal 25 maggio scorso. Si notano i vari scavi effettuati durante i suoi ormai due mesi e più di attività.

Il forte impegno europeo in ambito Spaziale

Sono parole forti ed importanti quelle che dai giorni scorsi si sentono in Europa, nell'Europa che vede lo Spazio come una grande opportunità per il benessere collettivo. Mi riferisco in particolare al primo incontro che si è svolto nei giorni 20-21-22 luglio scorsi presso lo spazioporto europeo di Kourou in Guiana Francese tra i minstri europei responsabili delle politiche spaziali.

Sin dal primo luglio, da quando cioè è iniziato il turno francese di presidenza dell'Unione Europea, il presidente Nicolas Sarkozy ha subito manifestato l'intenzione di impegnarsi fortemente in ambito spaziale. In una intervista con la BBC (questa) aveva messo in evidenza che l'Europa ha bisogno di cambiare il proprio approccio allo Spazio, per non scivolare al di sotto di Giappone, Cina ed India. E' necessario, prosegue Sarkozy, un forte impulso politico, ed a questo livello può darlo solamente l'Unione Europea.

Quasi a far seguito a queste prime affermazioni, ecco l’incontro europeo a Kourou, presieduto dal ministro dell'Università e della ricerca francese Valérie Pécresse.

Nel sito della presidenza francese UE (clicca qui) è pubblicato il risultato di tale importante riunione. Brevemente eccone i punti salienti.

Ruolo della UE
I ministri europei responsabili delle politiche spaziali hanno espresso la volontà che l'Unione Europea diventi attore globale della politica spaziale europea per
  • definire l'approccio e le linee guida in particolar modo per l'esplorazione
  • istituire vari programmi spaziali (es: Galileo, GMES) che siano al servizio dei cittadini
  • dare più voce all'Europa sul piano internazionale ed aprire la politica spaziale europea alle cooperazioni con paesi in via di sviluppo

Una Guida Politica
Alla luce delle prossime sfide importanti viene messo in evidenza che la politica spaziale necessita, oltre che al sostegno dell'ESA, anche di una guida più politica.

Finanziamenti
Per svolgere tale ruolo l'Unione Europea dovrà dotarsi di meccanismi e strumenti di finanziamento specifici alla politica spaziale. I prossimi bilanci dell'Unione Europea dovranno prevedere una voce specifica dedicata allo Spazio.

Intenzioni
In questa prospettiva i Ministri europei responsabili dello Spazio intendono:

  • rafforzare il programma di osservazione della Terra GMES
  • favorire lo sviluppo di nuove applicazioni spaziali permettendo a questo settore di beneficiare di un mercato europeo più aperto nell'ambito dell'iniziativa "Mercati di punta" dell'UE
  • intensificare la cooperazione tra i centri di ricerca europei ed ottimizzare l'uso dei dati spaziali
  • garantire la continuità dei servizi offerti dallo Spazio creando un sistema di sorveglianza dello Spazio a livello europeo

Esplorazione Spaziale
In materia di esplorazione spaziale i ministri europei hanno raggiunto le seguenti conclusioni

  • tutti i programmi di esplorazione spaziale dovranno realizzarsi nell'ambito di un programma mondiale aperto a tutte le nazioni
  • è indispensabile censire le competenze esistenti per definire l'impegno spaziale dell'Unione europea
  • verrà organizzata una conferenza entro la fine dell'anno per definire il contributo che l'Unione europea porterebbe portare

Ultima conclusione: la richiesta dei ministri europei di svolgere questo tipo di riunioni con maggior frequenza. E’ l’ora dell’ottimismo?