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sabato 28 febbraio 2009

Ritardata di un giorno la missione NASA del satellite Kepler

NEWS SPAZIO :- Piccolo aggiornamento sulla missione NASA Kepler (immagine a lato, fonte NASA).

Eravamo rimasti al lancio programmato per il giorno 5 marzo 2009 dal Launch Complex 17-B della Cape Canaveral Air Force Station a bordo di un lanciatore Delta II della ULA (United Launch Alliance).


A seguito però del fallimento del lancio del satellite OCO (Orbiting Carbon Observatory ) lo scorso 10 febbraio (vedi qui e qui) , la NASA ha deciso di rimandare di un giorno il lancio di Kepler, proprio per compiere test sulle componenti comuni tra il razzo Delta II ed il razzo Taurus XL della Orbital Sciences Corp., la cui mancata separazione della carenatura di protezione del payload ha provocato il il fallimento della missione OCO. Il satellite appesantito dal peso extra non è riuscito a raggiungere la velocità per una corretta inserzione in orbita precipitando nell'oceano vicino all'Antartide.

La nuova data di lancio deve ancora essere confermata dall'Air Force. E' prevista una FRR (Flight Readiness Review) per il giorno 2 marzo.

La missione Kepler, dal costo di circa 600 milioni di dollari americani, andrà a caccia di pianeti extrasolari per un tempo previsto di 3 anni e mezzo.

venerdì 27 febbraio 2009

La sonda Mars Reconnaissance Orbiter in Safe-Mode

(Immagine, fonte NASA / JPL)

NEWS SPAZIO :- Lo scorso lunedì 23 febbraio, inaspettatamente, la sonda NASA Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) ha resettato il proprio computer (reboot, praticamente l'equivalente di quando premete Ctrl-Alt-Del sul vostro computer MS-Windows) ed è entrata in safe-mode, una risposta automatica di protezione.

Mentre il team di missione sta esaminando possibili cause dell'evento sono in corso anche le procedure per preparare la sonda a riprendere il suo normale funzionamento. L'evento direboot non si è più ripresentato da allora.

MRO è in comunicazione con il controllo missione a Terra. Le sue batterie sono cariche ed i pannelli solari stanno generando energia elettrica correttamente. Lunedì pomeriggio il team è riuscito ad aumentare la velocità di trasmissione dati da 40 bit/sec (adottata da MRO appena entrato in safe-mode) a più di 400 Kbit/sec.

Jim Erickson, project manager NASA di MRO al JPL di Pasadena ha detto: "Stiamo riportando il veicolo al suo normale funzionamento, ma lo stiamo facendo con molta cautela, trattando il nostro tesoro nazionale con estrema attenzione. Ci vorranno alcuni giorni".

Da un'analisi preliminare dei dati ricevuti da MRO dopo il ripristino della velocità di comunicazione, sembra che la causa del reboot possa essere stata una misurazione - magari anche erronea - di un brusco incremento del carico di energia. Questo evento ha avuto una durata compresa tra 200 nanosecondi e 41 secondi. Gli ingegneri hanno identificato un possibile scenario compatibile con quanto sopra, secondo il quale un raggio cosmico ha generato la misura erronea di voltaggio per un tempo di 9 microsecondi, abbastanza per far innescare il reboot.

E' la quinta volta dal lancio avvenuto nell'agosto 2005 che MRO entra in safe-mode, che in sostanza è una modalità programmata in cui il sistema si configura automaticamente quando rileva particolari eventi non previsti dalla sua programmazione.

Fonte dati, NASA.

giovedì 26 febbraio 2009

L°ESA ha annunciato i partecipanti europei per la simulazione di missione su Marte

(Immagine, fonte ESA - S. Corvaja)

NEWS SPAZIO :- L'Agenzia Spaziale Europea ha annunciato i nomi dei partecipanti europei selezionati per Mars500, la simulazione di una missione su Marte di 105 giorni realizzata tra Europa e Russia.


Due europei e quattro russi inizieranno questo esperimento il prossimo 31 marzo.

Dopo una selezione che ha visto partecipare circa 5600 persone da tutta Europa, quattro finalisti hanno iniziato il mese scorso l'addestramento per la simulazione della missione su Marte, nelle foreste vicino Star City. Tra questi l'ESA ne ha selezionati due come equipaggio principale e due come riserva. Il "prime crewmember" europeo è composto da Oliver Knickel (Germania, ingegnere meccanico nell'esercito tedesco) e Cyrille Fournier (Francia, pilota d'aereo), mentre fanno parte del "backup crewmember" Cedric Mabilotte e Arc'hanmael Gaillard, entrambi francesi.

Il Mars500 è parte di un progetto cooperativo tra il Directorate of Human Spaceflight dell'ESA e l'IBMP (Institute of Medical and Biological Problems) russo. La simulazione della missione avverrà in una speciale struttura dell'IBMP a Mosca, in completo isolamento per 105 giorni.

I sei membri dell'equipaggio sperimenteranno tutti gli elementi di un profilo di missione su Marte, il viaggio di andata, lo stazionamento in orbita, l'ammartaggio sulla superficie ed il ritorno a Terra.

L'equipaggio non avrà contatti diretti con nessuno. Unica eccezione saranno le comunicazioni vocali con un centro di controllo (anch'esso simulato) e con parenti ed amici. Per simulare le distanze di una missione su Marte durante le comunicazioni verrà introdotto un ritardo di 20 minuti.

Questa "versione" di Mars500 sarà in effetti solamente un primo studio, a cui ne seguirà un altro "completo", che inizierà più tardi nel 2009. Questo sarà composto da altri 6 membri di equipaggio e durerà 520 giorni, per simulare una "completa" missione su Marte.

Lo scopo di tutto questo è raccogliere dati, conoscenze e fare esperienza da utilizzare in futuro nella preparazione di una missione "reale" per Marte.

I partecipanti a Mars500 saranno sottoposti a test scientifici per valutare gli effetti che l'isolamento ha su vari aspetti psicologici e fisiologici. Stress, regolazione ormonale, sistema immunitario, qualità del sonno, stati d'animo. Il "fattore umano" giocherà un ruolo fondamentale in una missione spaziale così lunga.

°Astronaut: Moon, Mars and Beyond°, il videogioco NASA multiplayer

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Novità abbastanza curiosa made in NASA che sono sicuro piacerà molto: un nuovo videogame multiplayer da giocare online, dal nome Astronaut: Moon, Mars & Beyond.

Un gruppo di società realizzatrici di videogiochi sta lavorando con la NASA per creare un MMORPG (Massively Multiplayer Online Role Playing Game) ambientato nell'universo della conquista spaziale. Il gioco è basato sul motore grafico UE3 (Unreal Engine 3), uno dei migliori disponibili secondo Daniel Laughlin, project manager per il gioco alla NASA Learning Technologies. L'aspetto privilegiato nella scelta di UE3 è l'interazione, il dinamismo ed il realismo nello svolgimento del gioco.

Il giocatore potrà scegliere le missioni di esplorazione spaziale da compiere in prima persona, interagire con altri giocatori e costruire basi su altri mondi. L'ambientazione del gioco è l'anno 2035, e tutto è progettato secondo un'accurata visione scientifica, con i dati e le tecnologie “vere” inventate e sviluppate dalla NASA e rese disponibili per la realizzazione del gioco (niente alieni quindi, e niente stargate).

Vi saranno missioni da svolgere da soli ed altre in team. Volete diventare un astrobiologo? O un roboticista? Bene, avrete la vostra occasione!

Tutto questo non è una novità nel panorama di gaming su Internet. Alcuni esempi di MMORPG: World of Warcraft, Second Life, EverQuest, EVE Online, Star Trek Online (…).

L'obiettivo della NASA però non è solo offrire un'esperienza di svago. Oltre a questo vi è ache una forte componente educativa e di stimolo per avvicinare i giovani alla scienza, a carriere scientifiche. L'aspetto educativo è protagonista nel gioco. Applicando concetti scientifici di matematica, ingegneria (ecc. Ecc.) sarà infatti possibile “sbloccare” nuovi veicoli spaziali e compiere nuove missioni.

Jerry Heneghan, fondatore e presidente della Virtual Heroes, una delle società impegnate in questa avventura, spiega: "L'aspetto fondamentale del gioco è costruire il proprio personaggio, e mano a mano che questo andrà avanti si renderanno disponibili maggiori opzioni, con nuovi luoghi da esplorare, nuovo equipaggiamento da usare e nuove cose da fare. Non siamo interessati a cose come il volo interstellare. Il gioco riguarda più che altro il vivere in un habitat su di una superficie planetaria e fare cose come estrarre Elio 3 da usare come propellente, far crescere piante in una struttura idroponica e creare ossigeno, operare robot e veicoli”.

Insomma, una “simulazione” del mestiere dell'astronauta. Ma c'è un'altra cosa che a mio avviso è molto interessante. E' la possibilità che il gioco incorpori anche l'Unreal Engine 3 Editor, in modo che i giocatori possano progettare i propri contenuti, astronavi, stazioni spaziali, profili di missione e condividerli online.

L'uscita del gioco sarà modulare, la prima demo giocabile è prevista per il prossimo autunno. E l'anno prossimo dovrebbe uscire il primo modulo.
Nel frattempo possiamo vederne alcuni screenshot a questo indirizzo

http://news.bigdownload.com/photos/astronaut-moon-mars-and-beyond/

Nuova possibilità di lancio per lo Space Shuttle Discovery STS-119

NEWS SPAZIO :- Si è svolto ieri il meeting NASA per fare il punto della situazione sulla missione Shuttle STS-119.

Il nuovo obiettivo è stato individuato in una piccola finestra di lancio a partire dal 12 Marzo prossimo.

Il piano è adesso quello di sostituire le tre valvole FCV del Discovery.

Al Kennedy Space Center in Florida i tecnici sono al lavoro per rimuovere le tre valvole dal Discovery. Due di queste saranno inviate al venditore per essere ispezionate (la terza resterà al KSC). Saranno riesaminare circa 4000 immagini per ogni valvola per cercare prove di rottura.

Nel frattempo sul Discovery saranno installate tre valvole che hanno volato un numero minore di volte. Inoltre squadre di ingegneri completeranno analisi e test per conoscere eventuali conseguenze nel caso in cui un frammento di valvola dovesse colpire le linee di pressurizzazione tra lo shuttle ed il grande serbatoio esterno. A seconda dei risultati potrebbe rendersi necessario modificare tali linee per proteggerle maggiormente.

Il prossimo 4 marzo si terrà un nuovo meeting (PRCB, Program Requirements Control Board) per verificare i nuovi dati ed il 6 marzo ci sarà il Flight Readiness Review (FRR) per confermare o meno la data del 12 per il lancio del Discovery.

Se tale data verrà confermata non sarà necessario rimandare le due successive missioni Shuttle: STS-125 dedicata al telescopio spaziale Hubble e STS-127 verso la Stazione Spaziale Internazionale.

martedì 24 febbraio 2009

Lancio OCO fallito: i risultati della conferenza stampa NASA

NEWS SPAZIO :- La NASA ha tenuto oggi una conferenza stampa per illustrare il fallito lancio del satellite OCO (Orbiting Carbon Observatory), di cui abbiamo parlato in questo post.

Sembra appurato che la carenatura protettiva del payload (il "naso" del razzo vettore che protegge il satellite durante le prime fasi di volo nell'atmosfera terrestre) non si sia separata nei tre minuti dopo il lancio per consentire a OCO di inserirsi in orbita (immagine, fonte Orbital Sciences Corporation).

John Brunschwyler, della società Orbital Sciences Corporation che ha realizzato il razzo vettore Taurus XL, ha detto: "La carenatura ha un peso considerevole, e quando questa si separa si ottiene [intende il satellite] un picco di accelerazione. Non abbiamo avuto quel picco di accelerazione, e come diretto risultato del continuare a portare tutto quel peso extra, non siamo stati in grado arrivare in orbita. E quindi, le indicazioni iniziali sono che il veicolo non ha avuto sufficienre Delta V per raggiungere l'orbita, ed è atterrato nell'oceano in prossimità dell' Antartide".

Subito è stata convocata una commissione di inchiesta per determinare le cause dell'incidente. Il direttore dei lanci ELV (Expendable Launch Vehicle) NASA Chuck Dovale ha detto: "Il nostro obiettivo sarà quello di trovare la causa primaria e non lanceremo la missione Glory fino a che non la troveremo". Glory è la prossima missione dedicata alle scienze della Terra il cui lancio è pianificato per il prossimo giugno 2009, vedi qui.

Brunschwyler ha spiegato: "La carena si separa tramite una sequenza di quattro impulsi elettrici provenienti da una centralina elettronica, due impulsi primari e due impulsi ridondanti, i quali separano longitudinalmente la parte verticale della carena. Dopo circa 80 millisecondi la base viene separata nella stessa maniera. Abbiamo avuto la conferma che sono state inviate le sequenze corrette. Avevamo buoni livelli di energia ed anche indicazioni positive dall'elettronica di bordo che ha inviato le sequenze. A tre minuti dal lancio abbiamo osservato vari dati di telemetria che abbiamo cercato di correlare. Quando la carena si divide abbiamo dei cavi che si rompono e danno così indicazione della separazione avvenuta, ma tali indicazioni non ci sono state".

Ma i dati più significativi sono stati la mancanza di accelerazione a causa del minore peso che ci sarebbe stato se la carena si fosse separata correttamente.

Ancora Brunschwyler: "Riceviamo costantemente i valori di altitudine e velocità. Il veicolo non ha sorvolato nessuna regione [fuori dall'acqua], e tutte le indicazioni sono che OCO è atterrato vicino all'Antartide. Domani sapremo essere più precisi sul luogo [dell'impatto]".

Brunschyler ha aggiunto anche che poiché tutti gli stadi del razzo avevano ormai bruciato per tutto il loro tempo di volo, non dovrebbero esserci propellenti nocivi (Idrazina) a bordo del razzo stesso.

Michael Freilich, direttore NASA della Earth Science Division ha detto: "Nei prossimi giorni, settimane e mesi valuteremo attentamente come andare avanti e come fare avanzare la scienza, considerando le risorse che abbiamo in orbita adesso, le risorse dai nostri partner internazionali e l'esistenza di parti di ricambio [dispositivi realizzati in più di una copia] in modo da rimettere in piedi un programma di volo per continuare il più rapidamente possibile laddove OCO ci ha lasciato".

Su YouTube ecco il video del lancio
http://www.youtube.com/v/pulVvfZVe4o&hl=en&fs=1

Fonte dati: NASA, Universe Today.

Lancio fallito per il satellite NASA OCO (Orbiting Carbon Observatory)

NEWS SPAZIO :- Fallito il lancio di pochi minuti fa del satellite americano OCO (Orbiting Carbon Observatory) deputato all'osservazione della nostra Terra per monitorare i livelli di anidride carbonica (CO2) su tutto il pianeta (immagine, fonte NASA).

Il lancio è avvenuto questa mattina alle ore 04:55.30 EST (10:55 ora italiana) dallo Space Launch Complex 576-E alla base Vandenberg Air Force Base in California.

Il razzo vettore era un Taurus XL della società Orbital Science.

Dalle notizie che stanno arrivando sembra che ci sia stato un errore/guasto nella separazione della carenatura protettiva del payload, che costituisce il "naso del razzo" all'interno del quale trova posto il satellite.

La carenatura è composta da due parti, e quando viene comandata la separazione queste dovrebbero aprirsi e "liberare" così il payload per la corretta inserzione in orbita. Nel lancio di OCO sembra che i dati relativi alla separazione della carenatura non siano quelli attesi.

Sono in corso le valutazioni per capire qual'è lo status di OCO e la sua orbita attuale.

Dal sito della NASA leggo che è stata indetta una conferenza stampa alle ore 13:15 (ora italiana) per discutere il da farsi.

Corea del Nord: imminente il lancio di un satellite spaziale?

NEWS SPAZIO :- Secondo il sito di Florida Today (qui) anche la Corea del Nord si accingerebbe a lanciare un satellite in orbita. La dichiarazione proviene dall'agenzia spaziale nord coreana: "Sono in corso preparativi per lanciare il satellite per comunicazioni Kwangmyongsong No. 2", dal sito di lancio di Hwadae, nella regione nord-est del paese.

In ambito internazionale il timore è che dietro questa attività possano esserci non tanto lo sviluppo di un programma spaziale quanto di un programma di test per missili a lungo raggio. Hwadae è considerato essere il sito di lancio per il missile a lungo raggio Taepodong-2, che si ritiene possa raggiungere l'Alaska. Notizie di stampa suggeriscono che il missile pronto al lancio potrebbe essere anche una versione più avanzata, in grado di raggiungere la costa ovest degli Stati Uniti.

Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti hanno avvertito Pyongyang di non lanciare missili, perché questo porterebbe automaticamente ad intraprendere sanzioni internazionali. Alla Corea del Nord è vietata qualunque attività connessa ai missili balistici secondo una risoluzione delle Nazioni Unite, adottata dopo il test nucleare del 2006.

La domanda: satellite spaziale o missile balistico?

lunedì 23 febbraio 2009

L°oceano d°acqua liquida nel sottosuolo di Europa

(Immagine, NASA/JPL/University of Arizona/University of Colorado)

NEWS SPAZIO :- In questo post rispondo ad una domanda di un lettore fatta qui
: "Come hanno fatto gli scienziati a scoprire che nel sottosuolo di Europa c'è un oceano di acqua liquida?"

Le ipotesi degli scienziati si basano principalmente sui dati della sonda NASA Galileo, lanciata il 18 ottobre 1989 a bordo dello Space Shuttle Atlantis STS-34. La sua missione è stata quella di studiare il sistema gioviano, composto dal gigante gassoso Giove e dalle sue lune.

Galileo arrivò in orbita gioviana il 7 dicembre 1995, dopo poco più di sei anni di viaggio e sfruttando la spinta gravitazionale di Venere e della Terra. Ill 21 settembre 2003, dopo otto anni di attività, la missione terminò con l'invio della sonda all'interno della densa atmosfera di Giove con una velocità di 50 Km/sec, cosa che ne provocò la sua completa distruzione.

Prima della missione Galileo le conoscenze che gli scienziati avevano sulla sua luna Europa erano limitate: una piccola luna ghiacciata con una superficie molto luminosa coperta da deboli linee scure. Adesso gli scienziati hanno le prove di un giovane e sottile guscio di ghiaccio, probabilmente in lento movimento sopra la superficie di un oceano d'acqua profondo 100 Km.

Si ritiene che l'acqua sia allo stato liquido a causa del calore generato dalle maree provocate dall'interazione gravitazionale di Giove.

Sono state confrontate le immagini di Europa prodotte da Galielo con quelle rilevate dal precedente programma spaziale Voyager e le differenze caratteristiche sono compatibili con la presenza di un oceano liquido al di sotto della superficie.

Inoltre nel 1994 il telescopio spaziale Hubble scoprì che Europa possiede una debole atmosfera composta di ossigeno, non di origine biologica però, ma molto probabilmente generato dall'interazione della luce solare e di particelle cariche con la sua superficie ghiacciata. Tale interazione porta alla formazione di vapore acqueo che poi si dissocia in ossigeno ed idrogeno (quest'ultimo poi sfugge all'attrazione gravitazionale della luna e si disperde nello spazio).

La sonda Galileo ha anche scoperto che Europa possiede un debole campo magnetico, il quale varia periodicamente durante il passaggio della Luna all'interno del grande campo magnetico di Giove, e questa viene indicata come una altra possibile prova della presenza di un grande oceano d'acqua al di sotto della superficie.

Ne sapremo certamente di più con le prossime missioni congiunte NASA-ESA su Giove .

I satelliti ESA Planck ed Herschel sono arrivati allo spazioporto europeo per l°assemblaggio pre-lancio

NEWS SPAZIO :- La scorsa settimana il satellite Planck, l'osservatorio spaziale per lo studio della radiazione di fondo del Big Bang, è partito dal Belgio ed è arrivato allo spazioporto europeo di Kourou in Guiana Francese in previsione del lancio programmato per il prossimo 16 aprile (immagine, fonte ESA).

Il satellite ha lasciato l'aeroporto di Liegi nella stiva di un aereo cargo Antonov la mattina del 18 febbraio per arrivare a destinazione la sera stessa.

Planck è stato precedeuto di alcuni giorni dalla sonda Herschel, dedicata allo studio della formazione di stelle e galassie. Partita a bordo del cargo Antonov dall'aeroporto Schiphol di Amsterdam, Hershel è arrivata a Kourou il 13 febbraio scorso.

Le due sonde dovranno essere integrate nello stesso razzo vettore Ariane 5 per il lancio in orbita.

Alcune notizie sulla missione le avevo anticipate ad inizio anno (vedi qui), ma nei prossimi giorni dedicherò un post specifico alle sonde europee.

domenica 22 febbraio 2009

Un°altra spettacolare vista di Marte dalla sonda NASA MRO

(Immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

NEWS SPAZIO :- Ancora una spettacolare immagine di Marte, ripresa dalla sua orbita dalla sonda americana MRO (Mars Reconnaissance ORbiter), all'interno dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

Ripresa lo scorso 22 dicembre 2008 sembrerebbe raffigurare un laghetto di montagna, terrestre. Invece siamo nella regione Meridiani Planum, Marte. Sono visibili rocce sedimentarie stratificate, ed ondulazioni circondano e riempiono un cratere da impatto. I depositi stratificati potrebbero essersi formati attraverso l'accumulo di sedimenti trasportati all'interno del cratere dal vento o da flussi di acqua.

Ricordate di cliccare sulla foto per vederla alla sua risoluzione originale.

sabato 21 febbraio 2009

Stazione Spaziale Internazionale: il Node 3 e la Cupola

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- E' il terzo modulo di interconnessione del segmento US della Stazione Spaziale Internazionale. Sto parlando di Node 3, che raggiungerà la ISS nel dicembre di quest'anno a bordo dello Space Shuttle Endeavour nella missione STS-133.

Se ne parla in questi giorni perché la NASA ha lanciato la simpatica iniziativa di far scegliere il nome da dare a Node 3 attraverso una votazione sul proprio sito web, a questo indirizzo

http://www.nasa.gov/externalflash/name_ISS/index.html

Sarà possibile votare entro il 20 marzo. La NASA renderà poi noto il nome prescelto entro aprile. E questo è quanto.

A questo punto però prendiamo al balzo l'occasione ed approfittiamone per conoscere meglio Node 3.

Il primo di questi è Node 1, a cui è stato dato il nome Unity. Esso è stato il primo modulo infrastrutturale, arrivato in orbita nel 1998 ed agganciatosi a Zarya (tramite un segmento adattatore a forma di cono, il PMA, Pressurized Mating Adapter), il primo modulo della ISS.

Connessi ad Unity, dalla parte opposta rispetto a Zarya, vi è Destiny, il laboratorio di ricerca americano, e nel lato starboard la camera pressurizzata di ingresso/uscita degli astronauti per le attività extraveicolari, il Joint Airlock (di nome Quest).

All'estremità opposta di Destiny vi è collegato il Node 2, di nome Harmony. Ad esso sono connessi Columbus, il laboratorio europeo, Kibo, il laboratorio giapponese, ed il PMA per l'aggancio dello Space Shuttle. Vi è poi un altro punto di connessione in cui, durante le missioni Shuttle che lo prevedono, viene agganciato temporaneamente il modulo logistico MPLM.

Node 3 verrà agganciato ad un ingresso Unity, al portellone lato Port, quello che "guarda verso la Terra".

All'altra estremità di Nodo 3 verrà installata la cupola, nella stessa missione. Si tratta di un modulo pressurizzato a forma - appunto - di cupola. E' dotata di sei finestre rettangolari "tutte intorno" ed una circolare "in alto". Sarà il posto di osservazione privilegiato per osservare la nostra Terra, e conterrà una delle due stazioni di lavoro per il controllo del robot RWS (Robotic Workstation).

Node 3 conterrà otto ISPR, i rack utilizzati in tutta la Stazione come contenitori standard, ed a regime conterrà la maggior parte dei sistemi per il controllo ambientale e la gestione del supporto vitale, gli ECLSS (Environmental Control and Life Support Systems), che al momento sono distribuiti in vari ambienti della Stazione. Questi includono:

OGS (Oxygen Generation SYstem): prende l'acqua della Stazione e la separa in idrogeno (da gettare via nello spazio) ed ossigeno da utilizzare per la respirazione dell'equipaggio

ARS (Atmosphere Revitalization System): monitorizza i livelli di CO2 nella Stazione e ne mantiene pressione atmosferica e temperatura a valori gradevoli

WRS (Water Recovery System) e UPA (Urine Processor Assembly): l'acqua consumata all'interno della Stazione dalla doccia e dalle toilette viene purificata e diventa buona da bere.

Node 3, come pure Node 1 e Node 2, è stato realizzato in Italia negli stabilimenti di Alenia Spazio a Torino.

Serve ancora tempo per la missione Shuttle STS-119

NEWS SPAZIO :- Ancora un rinvio per il Discovery. Nell'ultimo post che riguardava la missione Shuttle STS-119 (vedi qui) facevamo riferimento al prossimo incontro NASA per valutare il problema della valvola FCV, incontro che si è tenuto ieri 20 febbraio 2009.

I manager NASA hanno deciso che ci vogliono altro tempo, altri dati ed altri test prima di procedere al lancio.

"Abbiamo bisogno di completare altro lavoro per avere una migliore comprensione prima del volo" ha detto Bill Gerstenmaier, amministratore associato delle Space Operations NASA di Washington. Ancora: "Non eravamo spinti da pressioni [...] quando voliamo vogliamo farlo con il massimo della fiducia".

E' stata fatta la richiesta di sviluppare un piano di ispezione per altre valvole simili a quelle installate sul Discovery. Questo piano verrà valutato durante un prossimo meeting che si terrà il prossimo 25 febbraio.

Continuiamo ad aspettare.

venerdì 20 febbraio 2009

Veicolo spaziale riutilizzabile per l°India, test nel 2012!

NEWS SPAZIO :- Secondo il sito web Flightglobal, l'Agenzia Spaziale Indiana ISRO (Indian Space Research Organisation) avrebbe intenzione di iniziare nel 2012 una serie voli dimostrativi di test di un veicolo spaziale riutilizzabile, all'interno del programma indiano di offrire accesso allo spazio a basso costo.

ISRO sta sviluppando la tecnologia Scramjet (Supersonic Combustion Ramjet), ed ha già compiuto simulazioni e test a terra di combustione supersonica.

Il passo successivo sarà quello di condurre test in volo di un veicolo dimostrativo, comprensivo di razzo con motore alimentato ad "aria". A ciò seguiranno i voli con il veicolo di test RLVTD (Reusable Launch Vehicle Technology Demonstrator).

La tecnologia Scramjet, inventata dalla NASA, è l'evoluzione della tecnologia Ramjet, ed in teoria dovrebbe consentire di arrivare a velocità di Mach 20-25, necessarie per poter raggiungere lo Spazio.

ESA e NASA insieme prima su Giove e poi su Titano

(Immagine, fonte NASA / ESA)

NEWS SPAZIO :- Ad un meeting svoltosi la scorsa settimana a Washington funzionari NASA ed ESA hanno deciso di intraprendere insieme due missioni spaziali: la prima per studiare Giove e le sue quattro lune maggiori, e la seconda per visitare Titano, la luna più grande di Saturno, ed Enceladus.

Europa Jupiter System Mission e Titan Saturn System Mission sono i nomi delle due missioni e rappresentano il risultato della fusione di precedenti idee "separate".

Nel 2007 la NASA relizzò quattro mission concept, diventate poi nel 2008 due proposte: una era un veicolo orbitale per esplorare Europa, la luna ghiacciata di Giove, ed il suo oceano d'acqua sotterraneo. L'altra proposta era una sonda orbitale per Titano.

Sempre nel 2007 l'ESA aveva iniziato una competizione per selezionare una missione nell'ambito della propria Cosmic Vision 2015-2025. Anche qui due finaliste, le missioni Laplace e Tandem. La prima per orbitare intorno a Giove e magari atterrare su Europa, la seconda per orbitare intorno a Titano, esplorare la sua superficie e poi esplorare la superficie di Enceladus.

Scienziati ed ingegneri di NASA ed ESA hanno studiato attentamente queste missioni, ed alla fine è stato concordato di dare la precedenza alla missione Europa Jupiter System Mission, in quanto ritenuta la più fattibile tecnicamente per essere realizzata per prima. Ed Weiler, amministratore associato per il Direttorato Missioni Scientifiche della NASA a Washington commenta: "Sebbene la Jupiter system Mission è stata scelta per una prima opportunità di volo, la Saturn System Mission resta chiaramente una alta priorità per la comunità scientifica".

Entrambe le agenzie spaziali continueranno gli studi, e molti passi importanti devono ancora essere percorsi.

David Southwood, Director of Science and Robotic Exploration in ESA: "Sono particolarmente convinto che la cooperazione attraverso l'Atlantico che abbiamo avuto fino ad ora e che avremo nel futuro tra l'America e l'Europa, NASA ed ESA e nelle nostre rispettive comunità scientifiche è assolutamente giusta".

La missione Europa Jupiter System Mission utilizzerà due veicoli spaziali robotizzati per condurre per la prima volta studi dettagliati del gigante gassoso Giove e delle sue lune Io, Europa, Ganimede e Callisto. La NASA costruirà il primo veicolo (il Jupiter Europa Orbiter), e l'ESA costruirà il secondo (il Jupiter Ganymede Orbiter).

Entrambi inizieranno il loro viaggio nel 2020 indipendentemente l'uno dall'altro (lanciatori separati, siti di lancio separati). Entrambi raggiungeranno Giove nel 2026, dove trascorreranno almeno tre anni a compiere studi e ricerche.

La luna Europa ed il suo oceano putativo è un obiettivo unico per studiare le condizioni di abitabilità intorno alla gigante gassosa.

Ganimede, la più grande luna del sistema solare, è l'unico satellite conosciuto ad avere un proprio campo magnetico e si sospetta che esso abbia un oceano d'acqua al di sotto della superficie, in profondità.

Io è il corpo celeste maggiormente attivo vulcanicamente di tutto il sistema solare.

Callisto ha una superficie antica e fortemente piena di crateri. Esso può fornire evidenze ed indizi relativamente alla storia antica del sistema solare.

I due veicoli spenderanno quasi un anno in orbita intorno ad Europa e Ganimede. Il loro sforzo congiunto sarà fondamentale per meglio comprendere la formazione e l'evoluzione del sistema gioviano.

La parte europea sarà gestita dal Direttorato per l'Esplorazione Scientifica e Robotica dell'ESA. Il contributo americano verrà gestito dal Jet Propulsion Laboratory NASA di Pasadena (California) per conto del Direttorato NASA per le missioni scientifiche di Washington.

La collaborazione internazionale in ambito spaziale non è mai abbastanza direi.

Fonte dati: ESA.

giovedì 19 febbraio 2009

Quando su Marte la primavera avanza è meravigliosa, by MRO!

(Immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

NEWS SPAZIO :- Ecco una nuova immagine pubblicata dal team di MRO (Mars Reconnaissance Orbiter), sempre catturata dalla telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

Ripresa il 19 novembre 2008 nell'emisfero sud di Marte, viene mostrato parte del cratere Proctor.

Durante l'inverno le dune nel cratere sono ricoperte di ghiaccio di anidride carbonica (CO2). In primavera il ghiaccio evapora lentamente, ma "tenta di resistere" in alcune regioni riparate. In questa immagine il ghiaccio che ancora non è evaporato mette in evidenza le increspature delle dune.

Cliccate sull'immagine. Meravigliosa, vero?

Phoenix: possibilità di acqua liquida su Marte?

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Parliamo nuovamente della sonda Mars Phoenix, grande presenza in questo blog (vedi la sezione dedicata a questo link).


La notizia di oggi ruota tutta intorno all'immagine pubblicata in questo post. Essa è stata scattata da Phoenix alcuni giorni dopo l'atterraggio su Marte. Sono visibili alcune "cose" che sembrano bolle di un qualche materiale attaccate ad una gamba del veicolo, le quali a distanza di poche settimane sono cresciute di dimensione.

Da allora gli scienziati hanno cercato di darne una spiegazione. Una di queste è davvero affascinante, e verrà presentata alla conferenza Lunar and Planetary Science Conference che si terrà a Huston (Texas) il prossimo marzo.

Gli autori di questo studio sono Nilton Renno, ricercatore dell'University of Michigan (Ann Arbor) nonché membro del gruppo di scienziati della missione Mars Phoenix, insieme a 21 altri ricercatori tra cui il capo scienziato della missione stessa, Peter Smith dell' University of Arizona (Tucson).

L'ipotesi presentata è che possa trattarsi di acqua liquida che cresce assorbendo l'umidità atmosferica.

Acqua liquida su Marte? Come è possibile? Vi sono forti evidenze che acqua liquida possa esserci stata centinaia di milioni di anni fa sul Pianeta Rosso, ma adesso l'atmosfera marziana è troppo rarefatta e troppo fredda per consentire all'acqua di esistere allo stato liquido.

L'ipotesi proposta chiama in gioco il Perclorato, la cui presenza è stata rilevata nel sito di atterraggio di Phoenix.

Ne abbiamo parlato parecchio nei mesi scorsi, ecco un link che riassume vari post sull'argomento

http://newsspazio.blogspot.com/2008/08/riassumiamo-phoenix-marte-ed-il.html

L'assunzione importante su cui si sono basati gli scienziati è che il perclorato è un sale, ed un sale disciolto in acqua ne fa abbassare la temperatura di congelamento. In sostanza questo fenomeno significa che un sale si comporta come un potente antigelo (perché si sparge sale per le strade innevate? Per impedire che la neve si congeli in ghiaccio per temperature anche al di sotto di zero gradi).

E' quindi possibile che il Perclorato possa essersi effettivamente disciolto in acqua (scoperta anch'essa dalla piccola sonda terrestre), e sebbene la temperatura non sia mai salita sopra i -20°C durante tutto il periodo di attività di Phoenix, il perclorato-anti-gelo ne ha abbassato il punto di congelamento a -70°C, rendendo quindi concreta la possibilità di avere acqua (salata) liquida condensata su di una gamba del veicolo spaziale.

In che modo? Secondo i ricercatori è possibile che i razzi di discesa di Phoenix durante l'atterraggio possano aver fuso alcuni millimetri di ghiaccio presente nel suolo. Questo avrebbe schizzato le gambe del veicolo, e se la concentrazione di perclorato è stata sufficientemente alta allora l'acqua potrebbe essere rimasta in forma liquida durante il giorno marziano.
Con l'andare del tempo le bolle di acqua salata sarebbero cresciute assorbendo i vapori acquei atmosferici e potrebbero anche essere arrivate a gocciolare dalla gamba per finire di nuovo sul suolo.

Bene, questa è l'ipotesi intorno alla quale i ricercatori stanno compiendo esperimenti di laboratorio. Le parole di Renno: "Secondo i miei calcoli è possibile avere soluzione acquosa salina in forma liquida appena sotto la superficie marziana praticamente ovunque".

Ad ogni modo non tutti sono convinti. Michael Hecht, del NASA JPL di Pasadena (California), ed anche lui membro del team degli scienziati della missione Phoenix, ritiene invece che la fotografia mostri ghiaccio di acqua, e non acqua liquida, il quale sarebbe cresciuto grazie al vapore acqueo superficiale che si sarebbe congelato a contatto con la gamba.

Renno dal canto suo ritiene che il ghiaccio sulla gamba tenderebbe a sublimare invece che crescere, ma Hecht pensa però che il ghiaccio potrebbe aumentare se la gamba fosse più fredda dell'ambiente circostante.

La possibilità di una soluzione salina liquida porta ad un'altra affascinante domanda: potrebbe la vita resistere in queste soluzioni? Sulla Terra Sì, e su Marte?

Ovviamente il lavoro degli scienziati continua. Nei prossimi mesi verranno compiuti esperimenti per indagare sul comportamento dell'acqua in queste condizioni estreme.

Aspettiamo i risultati scientifici.

mercoledì 18 febbraio 2009

L°Agenzia Spaziale Giapponese apre al pubblico per provare l°addestramento degli astronauti

NEWS SPAZIO :- Ecco una notizia simpatica, una bella iniziativa per avvicinare il grande pubblico all'esplorazione spaziale.

Secondo il giornale giapponese The Mainichi Daily News il centro spaziale a Tsukuba dell'Agenzia Spaziale Giapponese (JAXA, Japan Aerospace Exploration Agency) apre al pubblico. Pagando un biglietto di 1.575 yen (circa 13,60 €) fino a marzo e poi di 2.100 yen (18 €) da aprile in poi sarà possibile provare ad utilizzare le stesse attrezzature usate dagli astronauti giapponesi durante il loro addestramento.

Sono previsti vari scenari di esercitazione aperti ai visitatori. Il primo di questi è l'attività extraveicolare, dove è possibile scegliere se interpretare il ruolo di un controllore di missione oppure di un astronauta - con tanto di tuta spaziale - impegnato nella riparazione di uno scudo termico intorno ad un modello in grandezza naturale del laboratorio giapponese Kibo della Stazione Spaziale Internazionale.

I visitatori possono anche provare a svolgere attività all'interno della ISS ed allenarsi per rispondere ad emergenze quali ad esempio un'improvvisa depressurizzazione.

Un altro scenario tutto da provare è pilotare remotamente un rover lunare in esplorazione.

Questa iniziativa è gestita dalla società Advanced Engineering Services Co. E' obbligatoria la prenotazione!

Lo suggeriamo anche all'ESA?

Missione LCROSS: a caccia d°acqua sulla Luna

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- LCROSS sta per Lunar Crater Observation and Sensing Satellite, ed il suo primo obiettivo di missione è cercare ghiaccio d'acqua sulla Luna, in un cratere permanentemente in ombra nella regione del polo sud.

LCROSS è una missione low-cost, "compagna" della missione LRO, nel senso che viaggeranno insieme sullo stesso razzo vettore.

La notizia di ieri
è che LCROSS è in viaggio verso il Kennedy Space Center, mentre LRO era già arrivata ni giorni scorsi. I due veicoli spaziali saranno poi integrati nello stesso lanciatore Atlas V e testati per il GO finale al lancio, previsto attualmente per il prossimo 7 maggio 2009, in base a quanto pubblicato dal sito MoonToday (vedi qui), anche se la notizia non è ancora stata confermata dalla NASA.

Dopo il lancio LCROSS e l'ultimo stadio dell'Atlas V (Centaur) voleranno verso la Luna e si immetteranno in un' orbita lunga per posizionare il satellite per l'impatto con la superficie del cratere.

Durante l'avvicinamento finale LCROSS e Centaur si separeranno. Quest'ultimo poi impatterà nel cratere creando un pennacchio di detriti che si alzerà dalla superficie. La NASA si aspetta che la velocità di impatto sia superiore ai 9000 km/h.

Quattro minuti dopo LCROSS volerà attraverso questi detriti collezionando dati che invierà subito a Terra prima di impattare anch'esso sulla superficie lunare, andando così a creare un secondo sbuffo di detriti (entrambe le nuvole di impatto saranno visibili da Terra con telescopi amatoriali).

Gli scienziati studieranno i dati ricevuti per determinare la presenza o meno di ghiaccio d'acqua.
La speranza è che l'analisi spettrale dei detriti possa confermare le scoperte preliminari delle precedenti sonde Clementine e Lunar Prospector, le quali avevano portato a ritenere possibile la presenza di ghiaccio d'acqua nelle regioni permanentemente in ombra del nostro satellite.

A bordo di LCROSS la strumentazione comprende fotocamere in grado di lavorare nelle lunghezze d'onda visibile, vicino-infrarossi, medio-infrarossi. Vi sono anche spettrometri per luce visibile e vicino-infrarossi ed un fotometro.

Il progetto LCROSS è stato una sfida sotto tutti i punti di vista: low-cost non solo il budget, ma anche una limitata finestra temporale per lo sviluppo del satellite, appena 26 mesi.

martedì 17 febbraio 2009

Iridium 33 e Cosmos 2251: distrutti sì o no?

NEWS SPAZIO :- Secondo una nota dell'agenzia Interfax di ieri 16 febbraio 2009, i due satelliti protagonisti della collisione orbitale dello scorso 10 febbraio 2009, il russo Cosmos 2251 e l'americano Iridium 33, non sarebbero andati distrutti. Anzi, non sarebbero stati danneggiati gravemente e continuerebbero ad orbitare intorno alla Terra.

Ovviamente il condizionale è più che d'obbligo visto che questa notizia è in netto contrasto con tutte le altre che hanno sempre dato per distrutti i due satelliti.

Secondo una sorgente non specificata la collisione sarebbe stata "solo" tangenziale, coinvolgendo probabilmente solo le batterie solari o qualche altro elemento sporgente. Dopodiché i due satelliti avrebbero ripreso entrambi un'orbita stabile, sebbene differente da quella che avevano prima dell'impatto.

In tale scenario il numero di detriti prodotti dalla collisione sarebbe di gran lunga inferiore rispetto a quanto indicato. Il centro di controllo spaziale russo avrebbe registrato "solamente" 38 grandi frammenti, mentre da fonti americane sarebbero ne stati contati 600.

Come ho detto in precedenza aspettiamo i dati NASA.

Immagine, courtesy of Analytical Graphics, Inc. (www.agi.com).

Fonte dati: Interfax.

L°Agenzia Spaziale Europea ed i detriti spaziali

(Immagine, fonte ESA)

NEWS SPAZIO :- Il tema dei detriti spaziali è assolutamente molto attuale, alla luce della recente collisione tra i due satelliti Iridium 33 (americano) e Cosmos 2251 (russo), come riportato in questi precedenti post

http://newsspazio.blogspot.com/2009/02/scontro-orbitale-tra-due-satelliti.html

http://newsspazio.blogspot.com/2009/02/iridium-33-e-cosmos-225-le-traiettorie.html

Vorrei porre l'accento sull'Europa, che nella conferenza ministeriale dello Spazio dello scorso novembre (vedi qui) aveva finanziato un programma di Space Situational Awareness proprio per il monitoraggio dei detriti spaziali al fine di proteggere i sistemi spaziali europei.

Fino ad ora solamente Stati Uniti e Russia avevano in piedi un progetto di controllo dei circa 13.000 tra satelliti ed altri oggetti in orbita terrestre.

Iniziato con il 2009, il programma Europeo offre alcuni spunti di riflessione a mio avviso molto importanti.
Infatti viene posta molta importanza nella condivisione delle informazioni tra le agenzie mondiali e nella definizione di standard internazionali per definire un 'detrito', come esso viene tracciato e come potrebbe essere spostato al fine di prevenire futuri incidenti.

Mi sembra, a voler riassumere in due parole, che venga riproposta anche in questo contesto la necessità di una più stretta collaborazione spaziale tra le varie nazioni, e questo trova il mio più completo apprezzamento.

Esperti in detriti spaziali si incontreranno questa settimana a Vienna in un seminario ONU per lavorare insieme nel definiere modi migliori per prevenire future collisioni. Inoltre il prossimo marzo si svolgerà la 5° Conferenza Europea sui Detriti Spaziali dell'Agenzia Spaziale Europea.


lunedì 16 febbraio 2009

Il vento su Marte aiuta il rover Spirit a produrre maggiore energia elettrica

(Immagine, fonte NASA/JPL-Caltech)

NEWS SPAZIO :- Aggiornamento sul piccolo MER (Mars Exploration Rover) Spirit, le cui ultime notizie lo davano nuovamente operativo, vedi qui.

La recente buona notizia è che si è verificato un
inaspettato aumento di produzione dell'elettricità all'interno del robot. Pare che su Marte un colpo di vento abbia tolto parte della polvere accumulata sui pannelli solari di Spirit, e questo ha fatto sì che la produzione giornaliera di energia elettrica sia salita da 210 a 240 watt/ora.

Il delta in più di energia non è tantissimo, 30 w/h è l'energia usata da una lampadina di 30w per 1 ora, ma su Marte questo è un'ottima cosa: teniamo conto che il rover usa circa 180 watt/ora al giorno per la propria "sopravvivenza" e per le comunicazioni, quindi viene praticamente raddoppiata l'energia per le altre attività, quali muoversi ed utilizzare gli strumenti di bordo.

Colette Lohr, mission manager al JPL di Pasadena, commenta: "Saremo in grado di usare questa energia per aumentare significativamente il movimento [del rover]... ". Fino ad ora, infatti, il movimento che Spirit poteva effettuare era limitato a circa 50 minuti al giorno di media, a causa principalmente della (poca) quantità di energia disponibile. Con la nuova produzione giornaliera di elettricità sarà invece possibile muovere il rover sul terreno di Marte per almeno un'ora e mezza al giorno.

La prima prova della nuova produzione di energia elettrica è stata rilevata da Jennifer Herman, rover team engineer al JPL, nei dati del 1.812° Sol (giorno marziano) che corrisponde al 6 febbraio 2009. Tale prova ha trovato poi conferma anche nei dati dei due giorni seguenti.

Prima della "benefica ventata", i pannelli solari di Spirit erano sporchi al punto che solamente il 25% della luce solare incidente sui pannelli stessi riusciva a superare lo strato di polvere ed essere quindi convertita in elettricità dalle celle fotovoltaiche. Adesso, invece, la situazione è migliorata al 28%.

domenica 15 febbraio 2009

I meravigliosi dettagli della nebulosa Carina (NGC 3372)

(Immagine, fonte ESO)

NEWS SPAZIO :- Questa spettacolare immagine mostra le intricate strutture di una della più luminose e grandi nebulose in cielo, la nebulosa Carina (NGC 3372), dove forti venti e potenti radiazioni provenienti da una moltitudine di stelle massicce stanno creando disastri "cosmici" nella grande nuvola di polvere e gas.

Questa meravigliosa immagine è stata prodotta combinando varie esposizioni attraverso sei filtri del WFI (Wide Field Imager) attaccato al telescopio ESO/MPG di 2,2 metri all'osservatorio ESO (European Organisation for Astronomical Research in the Southern Hemisphere) di La Silla, in Cile.

Carina Nebula si trova a circa 7500 anni luce da noi, nella costellazione 'Carina'. E' ampia circa 100 anni luce, quattro volte più larga della nebulosa di Orione e molto più brillante. Ha una regione molto "indaffarata" a creare nuove stelle.

Carina contiene poco più di una dozzina di stelle aventi massa compresa tra 50 e 100 volte la massa del nostro Sole. Queste stelle hanno una vita molto "breve", pochi milioni di anni al massimo, niente in confronto ai 10 miliardi di anni della nostra stella.

All'interno della nebulosa Carina vi è una delle stelle più impressionanti di tutto l'universo, Eta Carinae. Si tratta di una delle stelle più massicce nella nostra Galassia, più di 100 volte la massa del nostro Sole e circa quattro milioni di volte più luminosa, la stella più luminosa dell'intera Via Lattea.

Ricordate di cliccare sull'immagine per vederla alla risoluzione originale. Se poi volete vedere la nebulosa Carina ad una risoluzione ancora maggiore, ecco due link (attenzione alle dimensioni del file)

La più dettagliata mappa topografica della Luna, by Kaguya-Selene

(Immagine, Courtesy of JAXA)

NEWS SPAZIO :- Un gruppo di ricerca internazionale diretto da Hiroshi Araki, assistant professor al National Astronomical Observatory del Giappone, ha realizzato la più completa e dettagliata mappa topografica della Luna, utilizzando i dati provenienti dalla sonda giapponese Kaguja-Selene in orbita intorno alla Luna.
La nuova mappa, pubblicata nel numero del 13 febbraio di Science, ha rivelato la presenza di crateri mai visti prima nelle regioni polari ed ha consentito di svelare alcuni segreti sull'interno della Luna.

C.K. Shum, professore di Scienze della Terra alla Ohio State University e parte del team di ricerca commenta: "La superficie può dirci tanto su quanto accade all'interno della Luna [...] con questa nuova mappa ad alta risoluzione siamo in grado di confermare che c'è poca acqua nella Luna oggi, anche al suo interno".

L'altitudine superficiale è stata ottenuta utilizzando lo strumento LALT (laser altimeter) a bordo di Kaguja: un fascio laser viene "sparato" da Kaguya verso il suolo e viene misurando il tempo che la luce impiega per tornare indietro dopo che questa è stata riflessa dalla superficie lunare.
I ricercatori hanno effettuato osservazioni in circa 6,77 milioni di intervalli coprendo tutta la superficie lunare, inclusa la faccia nascosta. La risoluzione ottenuta è di circa 15 Km.
Precedenti mappe topografiche si basavano invece su osservazioni relative a 270.000 punti e non coprivano le regioni polari.

Il punto più alto della Luna è una montagna che sta nel bordo del gigantesco cratere Dirichlet-Jackson, vicino all'equatore. La sua altezza rispetto alla media dell'altitudine superficiale è stata calcolata in 10,75 Km. Il punto più basso invece è ad una profondità di 9,06 Km, e si tratta del fondo del cratere Antoniadi vicino al polo sud.

Ma il gruppo di ricercatori è andato oltre: hanno misurato anche la rughezza (termine originale: roughness) della superficie lunare per calcolare la compattezza, la durezza della crosta. Il loro punto è: se l'acqua fosse fluita al di sotto della superficie lunare, allora la crosta sarebbe in qualche modo flessibile. Ma i dati mostrano che non lo è. La superficie risulta troppo rigida per consentire all'acqua liquida di fluire, anche all'interno, nelle profondità.

Per contrasto la Terra è più flessibile, e Marte, in una scala di rughezza-della-superficie sembra essere in una via di mezzo tra la Terra e la Luna.

sabato 14 febbraio 2009

Missione Shuttle STS-119, nuovo ritardo

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Ancora ritardi per la missione Shutte STS-119. La situazione era quella descritta qui, e la notizia è che ieri, dopo una giornata di meeting dedicata al noto problema della valvola FCV, la NASA ha deciso un nuovo spostamento in avanti di altri cinque giorni per una possibile data di lancio del Discovery, portandola dal 22 a non prima del 27 febbraio.

La decisione serve a dare maggior tempo agli ingegneri per compiere i test necessari relativamente al problema della valvola FCV, per garantire la massima sicurezza per la missione.

Il prossimo 20 febbraio la NASA terrà una conferenza stampa a seguito delle varie ispezioni sul GO/NO GO per il lancio.

Ariane 5, primo lancio del 2009

NEWS SPAZIO :- Dallo spazioporto europeo di Kourou in Guiana francese è partito giovedì scorso 12 febbraio alle ore 23:09 ora italiana il primo volo Ariane 5 ECA del 2009, il 43° lancio complessivo del razzo vettore europeo.

Ariane 5 ECA è attualmente l'unico razzo vettore commerciale per grossi carichi, in grado di lanciare ben due satelliti contemporaneamente. Ed infatti il lancio di ieri ha messo in orbita HOT BIRD™ 10 per l'operatore europeo Eutelsat, e NSS-9 per l'operatore globale SES New Skies (una compagnia del gruppo SES).

In effetti c'erano altri "passeggeri" a bordo: la missione ha lanciato anche due microsatelliti per il programma dimostrativo SPIRALE.

HOT BIRD™ 10
Satellite progettato per trasmettere programmi televisivi, radio e fornire servizi interattivi, è equipaggiato con 64 transponder ad alta potenza in banda Ku (Ku-band). E' stato costruito dalla EADS Astrium (peso al lancio 4.892 kg).

NSS-9
E' stato costruito dalla Orbital Sciences Corporation utilizzando una piattaforma Star-2. E' equipaggiato con 44 transponder ad alta potenza in banda C (C-band), ed ha una vita operativa di 15 anni. Offre servizi di relay per trasmissioni, servizi governativi e marittimi (peso al lancio 2.290 kg).

SPIRALE A & B.
Il programma dimostrativo Spirale è costituito da due microsatelliti del Ministero della Difesa francese. Questi riprendono immagini ad infrarossi della Terra per analizzarle al fine di riconoscere lanci di missili balistici sin dalle prime fasi del lancio stesso. Si tratta di una dimostrazione di un sistema di identificazione di possibili minacce missilistiche.

Immagine, fonte ESA / CNES / Arianespace / Service Optique Video du CSG - J. Martin.

venerdì 13 febbraio 2009

Iridium 33 e Cosmos 2251: le traiettorie della collisione orbitale


NEWS SPAZIO :- Qualche approfondimento sulla collisione orbitale tra i due satelliti Iridium 33 e Cosmos 2251, avvenuta martedì scorso 10 febbraio 2009 e descritta in questo post precedente

http://newsspazio.blogspot.com/2009/02/scontro-orbitale-tra-due-satelliti.html

NASA e Pentagono sono al lavoro per determinare l'ampiezza delle eventuali conseguenze e per verificare possibili pericoli per altri satelliti, incluso il Telescopio Spaziale Hubble, il quale orbita a 600 Km di altezza, e quindi relativamente più "vicino" alla quota a cui è avvenuta la collisione. Tuttavia funzionari NASA hanno anche affermato che non dovrebbero esserci pericoli né per la Stazione spaziale Internazionale, né per la prossima missione Shuttle STS-119 (vedi qui).

Le immagini che vedete in questo post, courtesy of Analytical Graphics, Inc. (www.agi.com), danno un'idea della dinamica dello scontro. Esse sono state realizzate con metodi statistici sulla base delle informazioni dei satelliti coinvolti e delle loro orbite. La prima che vedete in alto mostra il punto stimato della collisione.


La seconda immagine qui sopra fornisce una predizione delle possibili traiettorie delle nuvole di detriti prodotte a seguito della collisione che ha distrutto entrambi i satelliti.

La stessa predizione in un arco di tempo maggiore è quella indicata dalla terza immagine, qui sotto.



L'ultima immagine mostra una predizione dei "nuovi" detriti (puntini rossi) all'interno dei preesistenti oggetti intorno alla Terra (puntini verdi) costantemente monitorati.


In tutte le immagini i puntini rossi non sono in scala, ripeto si tratta solamente di una elaborazione effettuata con tecniche statistiche.

Nel sito dell'AGI sono disponibili anche i seguenti due video

http://www.agi.com/downloads/corporate/mediaCenter/news/iridium-cosmos/IridiumCosmos_v3.zip

http://www.agi.com/downloads/corporate/mediaCenter/news/iridium-cosmos/Iridium_Cosmos_Evolve-Based_Debris.zip

e tante altre interessanti informazioni. Ecco il link:

http://www.agi.com/corporate/mediaCenter/news/iridium-cosmos/

Restiamo quindi in attesa dei dati NASA, dopo che i tecnici avranno completato le indagini.

giovedì 12 febbraio 2009

Scontro orbitale tra due satelliti

NEWS SPAZIO :- E' la prima volta nella storia dell’astronautica che capita un evento di questa portata: due satelliti artificiali sono entrati in collisione tra di loro.

E’ successo martedì scorso sopra la Siberia del Nord. Un satellite commerciale Iridium (di quelli per le comunicazioni telefoniche) ed un satellite russo per telecomunicazioni Cosmos 2251 (lanciato nel giugno 1993 e non più operativo da almeno dieci anni) si sono scontrati a 790 Km di altitudine, intorno alle 16:00 ora italiana.

"La rete di monitoraggio spaziale US ha rilevato un grande numero di detriti da entrambi gli oggetti" ha detto Nicholas Johnson, capo scienziato NASA per i detriti orbitali al Johnson Space Center a Houston.

La costellazione Iridium, composta da 66 satelliti, orbita a circa 800 Km di altezza in orbita polare, inclinata cioè di 86,4°, mentre la ISS orbita a quote decisamente inferiori, intorno ai 350-450 Km con inclinazione 51,6.

Secondo l’agenzia di stampa russa Ria Novosti non vi è alcun pericolo per la Stazione Spaziale Internazionale. Più cauta la NASA, secondo la quale ci vorranno un paio di settimane per valutare le possibili conseguenze della collisione.

Secondo gli esperti i detriti prodotti da uno scontro orbitale vengono proiettati con grande energia verso orbite inferiori e superiori. Alcuni di essi possono impiegare settimane, mesi ed addirittura anni per arrivare in particolari regioni orbitali. I più grandi di questi possono essere tracciati, ma quelli più piccoli no. Ovviamente le notizie si rincorrono durante le ore, attualmente sembra che siano stati rilevati almeno 600 detriti aventi dimensioni maggiori di 10 cm.

Sensazione condivisa dalla maggior parte delle fonti è che la probabilità che possa esservi un pericolo per la ISS sia molto bassa. In ogni caso, occorrerà del tempo per avere le idee più chiare.

Lo scontro ha avuto impatto minimo sui servizi di telefonia offerti da Iridium, in quanto la costellazione dei satelliti è progettata con ridondanze proprio per far fronte a queste emergenze.
Tra il 1977 ed il 2002 sono 95 i satelliti Iridium lanciati in orbita, e durante gli anni svariati di questi hanno avuto guai.

News Spazio compie 1 anno

mercoledì 11 febbraio 2009

L°esperimento AMS andrà sulla Stazione Spaziale Internazionale

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- Sembra che sia arrivata la conferma ufficiale da parte della NASA del volo Shuttle che porterà sulla Stazione Spaziale Internazionale l'AMS (Alpha Magnetic Spectrometer), l'esperimento per lo studio dei raggi cosmici ad altissima energia.

Esso misura con altissima precisione il flusso dei vari tipi di raggi cosmici provenienti dallo spazio, e per la prima volta sarà possibile esplorare l'intervallo di energie che va da alcune centinaia di MeV a molti TeV al fine di verificare o meno l'esistenza di antimateria e compiere investigazioni sulla materia oscura.

L'Italia gioca un ruolo fondamentale nella missione AMS, con l'INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e l'ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
E' infatti il primo finanziatore (25% della missione, circa 1 miliardo di euro) all'interno di una collaborazione internazionale comprendente anche USA, Cina, Finlandia, Francia, Germania, Russia, Spagna, Svizzera, Taiwan e diretta dal Premio Nobel Samuel C. C. Ting (MIT/CERN).


Un prototipo in scala ridotta di AMS ha già volato nello spazio nella missione Shuttle STS-91 nel giugno 1998. Adesso, dopo molti dubbi, vi è la certezza che AMS sarà portato sulla Stazione Spaziale Internazionale dalla missione Shuttle STS-134 attualmente pianificata per il 16 settembre 2010, e lì resterà per almeno tre anni.

L'importante sfida di AMS è tenare di trovare una risposta al mistero della forte asimmetria tra materia ed antimateria nell'universo, in netto favore della prima, mentre durante il Big Bang si formarono materia ed antimateria in ugual misura (per quelle che sono le conoscenze attuali).

Ma l’antimateria non emette radiazioni, e quindi risulta invisibile alle normali strumentazioni. AMS sarà l'unico dispositivo nello spazio in grado di rilevarne la presenza.

AMS cercherà di rilevare antiprotoni, antideutoni ed antinuclei di elio determinandone nel contempo traiettoria ed energia grazie ad un potente magnete superconduttore, il più grande ad essere mai stato usato nello spazio.

Il commento di Enrico Flamini, responsabile dell’Unità Osservazione dell’Universo dell’ASI: "E’ stata una lunga attesa, non senza qualche preoccupazione legata alla sorte dello Shuttle, ma ora finalmente vediamo questo complesso ed innovativo strumento ufficialmente nel manifesto di lancio dello Shuttle. Ci sono mesi di duro lavoro per completare le prove di qualifica ma ora questo splendido team vede il traguardo".

AMS sarà installato nella S3 Truss della Stazione Spaziale Internazionale.

Fonte dati: Agenzia Spaziale Italiana.