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domenica 30 novembre 2008

10° ISS: le bellissime immagini della NASA

Non poteva mancare all'appello il sito web della NASA per le celebrazioni del decimo anno di vita della Stazione Spaziale Internazionale (vedi qui).

Ecco l'URL:
http://www.nasa.gov/externalflash/iss10th/index.html


Molto belle le immagini dei vari moduli che in questi anni si sono uniti per raggiungere la configurazione attuale della Stazione, ormai ad un passo dall'ospitare un equipaggio completo di sei persone.

L'immagine di questo post mostra ZARYA, il primo modulo della Stazione, lanciato il 20 novembre 1998 da Baikonur (fonte NASA).

venerdì 28 novembre 2008

XCOR Aerospace al via con i voli spaziali suborbitali

XCOR Aerospace è il nome di una società privata americana fondata nel 1999 con sede in California. Si occupano di ricerca in campo aerospaziale e di produzione di veicoli a razzo. Nel panorama emergente del business spaziale la XCOR è fortemente motivata ad esserne protagonista.

La notizia è che il prossimo 2 dicembre XCOR presenterà al pubblico la propria proposta commerciale per l'effettuazione di voli spaziali suborbitali a bordo loro veicolo a razzo Lynx, una navicella bi-posto (il pilota ed un passeggero).

Nella stessa occasione verrà presentato il loro nuovo partner che offrirà al pubblico il "pacchetto completo", visite mediche iniziali, addestramento e volo (mi sono fatto un'idea di chi potrebbe essere questo partner, a giudicare dalla siluette del veicolo spaziale, e se ho ragione nel suo sito web ci sono ulteriori dettagli).

E così siamo a due: dopo Virgin Galactic ecco un altro operatore spaziale privato che è alla vigilia di questa nuova avventura.

Vai XCOR!

giovedì 27 novembre 2008

Ministeriale ESA: la politica europea per lo Spazio

I ministri responsabili delle attività spaziali dei 18 stati membri dell'ESA e del Canada hanno concluso ieri la Conferenza Ministeriale per lo Spazio (vedi qui) svoltasi il 25 ed il 26 novembre scorsi all'Aia, tappa fondamentale per delineare una politica spaziale comune per i prossimi anni (immagine, fonte ESA - A. Le Floc'h).

Ci sono state molta soddisfazione e molte convergenze nella decisione di intraprendere un cammino comune, fatto sia di nuove iniziative che di prosecuzione di programmi già in corso d'opera.

Dal sito dell'ESA leggo che le decisioni prese dai ministri rappresentano un passo avanti per dare all'Europa i mezzi per rispondere ai cambiamenti globali. In linea con la European Space Policy (la Politica Spaziale Europea) concordata in cooperazione con la Commissione Europea, le misure decise nella ministeriale appena conclusa rafforzeranno ulteriormente il ruolo dell'Europa nello sviluppo e nello sfruttamento delle applicazioni spaziali al servizio degli obiettivi di politica pubblica e delle esigenze dei cittadini europei/imprese [...] E' emersa la volontà di investire nello Spazio come un settore chiave per fornire innovazione, crescita economica, indipendenza strategica e preparazione del futuro, cosa che riveste particolare rilevanza proprio nel momento attuale.

Elenco in breve i temi interessati dalle decisioni prese:
  • finanziamento per i programmi scientifici e le attività di base per il periodo 2009-2013
  • programmi dei lanciatori, compreso il finanziamento del Centro spaziale della Guyana, programmi tecnologici Ariane 5 e Vega, evoluzione di Ariane 5, programma di preparazione dei futuri lanciatori
  • attività di Osservazione della Terra, compreso il secondo segmento del programma GMES (Global Monitoring for Environment and Security, Monitoraggio globale per l'Ambiente e la Sicurezza), programma di sviluppo della 3a generazione di Meteosat, una nuova Climate Change Initiative per la fornitura di variabili sul cambiamento climatico
  • volo spaziale umano, programmi di microgravità e di esplorazione umana, ivi compresa la valorizzazione e l'evoluzione della Stazione Spaziale Internazionale, attività di ricerca a bordo su Scienze della vita e Scienze Fisiche, studi sulla evoluzione di un veicolo di trasferimento merci da/per la Stazione
  • programmi di esplorazione robotica, programma ExoMars e attività preparatorie per la futura esplorazione robotica di Marte
  • il programma Advanced Research in Telecommunications Systems (ARTES, Ricerca Avanzata nei Sistemi di Telecomunicazione), incentrata sulle tecnologie, applicazioni e dimostratori di missione, compresi i lavori preparatori per EDRS (European Data Relay System), un sistema satellitare di gestione del traffico aereo (Iris), Integrated Application Promotion per combinare l'uso di telecomunicazioni, l'osservazione della Terra ed i sistemi di navigazione satellitare con i sistemi terrestri di informazione e comunicazione
  • evoluzione del programma europeo GNSS (Global Navigation Satellite System, Sistema Globale di Navigazione Satellitare), per il proseguimento di EGNOS e Galileo
  • l'inizio del programma Space Situational Awareness per fornire informazioni per aiutare a proteggere i sistemi spaziali europei contro detriti spaziali
  • proseguimento del programma General Support Technology per fornire in modo tempestivo tecnologie per una vasta gamma di nuovi programmi spaziali

Sintetizzo dal sito dell'ESA. Lo Spazio
  • viene visto come elemento importante per rispondere a livello europeo alle grosse sfide fondamentali, come il cambiamento climatico globale e la sicurezza globale
  • come contributo significativo per la crescita e l'occupazione in Europa
  • fornisce tecnologie indispensabili e servizi che concorrono alla realizzazione della società della conoscenza
  • contribuisce all'identità europea, alla coesione ed alla sicurezza
  • aumenta la comprensione del nostro pianeta e dell'universo, fornendo ispirazione per il futuro potenziale umano e portando i giovani verso le discipline scientifiche e tecniche.

Attraverso questo incontro ministri europei hanno colto l'opportunità di

  • capitalizzare i recenti successi e le conquiste dell'Europa nel settore spaziale
  • tradurre la spinta politica in nuovi programmi in grado di fornire conoscenze, servizi e competitività
  • modellare l'ESA per affermarsi come agenzia spaziale globale, indispensabile per il mondo intero e nel contribuire alle politiche globali

Dal sito dell'ASI rilevo l'informazione che l'impegno in termini di investimenti è pari a 10 miliardi di Euro. Il Direttore Generale dell’ESA, Jean Jacques Dordain, ha espresso la propria soddisfazione dicendo che l'ESA esce da questa ministeriale più forte.

L’impegno dell'Italia è di circa 1,2 miliardi di euro in tre anni, oltre il 60% del budget triennale dell’Agenzia. Il contributo italiano è stato fondamentale per l’avvio del programma Exomars, che ha deciso di aggiungere 31 milioni di Euro al programma, che si sommano ai 250 milioni già stanziati.

mercoledì 26 novembre 2008

L°immagine ad ultravioletti più lontana dell°Universo conosciuto

(immagine, fonte ESO)

Ecco un'immagine davvero fantastica, rilasciata dall'ESO (European Southern Observatory).

Si tratta di un mosaico, ricomposto in una unica fotografia di più di 27 milioni di pixel, che mostra la regione Chandra Deep Field South (CDF-S), il "pezzo" di cielo più studiato in assoluto.

CDF-S è una delle due regioni selezionate come parte del progetto GOODS (Great Observatories Origins Deep Survey), uno sforzo dell'intera comunità astronomica mondiale che unisce le osservazioni più profonde sia da Terra che dallo Spazio su tutte le lunghezze d'onda (dai raggi X alle onde radio), ed avente lo scopo di fornire agli astronomi materiale per lo studio dell'Universo distante, la formazione e l'evoluzione delle galassie.


L'immagine in questione è il risultato i 40 ore di osservazione della regione CDF-S ed è a tutt'oggi l'immagine più "profonda" mai catturata da Terra nell'ultravioletto. Sono state individuate lontanissime galassie aventi una luminosità miliardi di volte più debole di quanto si possa vedere ad occhio nudo, ed in un range di colori non distinguibili dall'occhio umano.

Sono stati combinati tra loro i dati ottenuti da vari strumenti, il VIMOS in banda-U ed in banda-R (Visible wide field imager and MultiObject spectrograph), il WFI (Wide-Field Imager) in banda-B collegato al telescopio MPG/ESO (2,2 m) a La Silla (in Cile).


Questa immagine è stata fondamentale per la scoperta di un gran numero di nuove galassie che sono così lontane che le vediamo come erano quando l'Universo aveva solamente due miliardi di anni.

Una versione a maggiore risoluzione della stessa foto (32 MB) è a questo link:
http://www.eso.org/public/outreach/press-rel/pr-2008/images/phot-39-08-fullres.jpg

martedì 25 novembre 2008

Conferenza Ministeriale ESA: Politica e Spazio

In vari post durante quest'anno lo avevamo accennato: è iniziata la Conferenza Ministeriale ESA per quanto riguarda lo Spazio.

I ministri europei responsabili delle attività spaziali dei 18 stati appartenenti all'Agenzia Spaziale Europea insieme ai loro corrispettivi del Canada sono riuniti all'Aia, oggi 25 novembre e domani 26 novembre, per realizzare la European Space Policy, la politica spaziale europea per i prossimi anni.

Si tratta di un appuntamento fondamentale in cui la politica europea prende decisioni sulle prossime attività spaziali. In più, quest'anno la presidenza della Conferenza è italiana.

Quest'anno è stato un anno fondamentale per l'Europa spaziale, con tantissimi importanti traguardi raggiunti. Primo tra tutti l'arrivo e l'attivazione del laboratorio europeo Columbus a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, poi la fantastica missione della prima navetta robotizzata europea ATV, seguito dai successi degli astronauti europei impegnati nelle missioni spaziali sulla Stazione Spaziale Internazionale (ecc. ecc). L'Europa è una grande realtà solida nel panorama spaziale globale. E sono quindi tante e complesse le problematiche e le decisioni che dovranno essere prese dai ministri europei.

Alcune tematiche fondamentali in ordine sparso sono:

  • Esplorazione e monitoraggio della Terra
  • Sicurezza
  • Competitività ed innovazione industriale
  • Collaborazione nei programmi internazionali
  • Esplorazione spaziale e voli con equipaggi umani
  • Ricerca spaziale
  • Accesso indipendente allo spazio
Un appuntamento quindi da seguire con molta attenzione. Nei prossimi giorni riporterò le principali decisioni che verranno prese all'interno della Conferenza Ministeriale.

lunedì 24 novembre 2008

India: l°obiettivo è mandare astronauti sulla Luna

Sull'onda del successo della sonda Chandrayaan-1, la prima missione spaziale indiana sulla Luna, l'Agenzia Spaziale Indiana (ISRO, Indian Space Research Organisation) sta pianificando la prima missione spaziale indiana con equipaggio, come primo passo verso una missione umana sulla Luna (immagine, fonte ISRO).

"Mandare un uomo sulla Luna è una missione molto complicata. Così, come primo passo, stiamo progettando di sviluppare un veicolo spaziale indiano che porterà gli astronauti in orbita intorno alla Terra e ritorno", ha dichiarato il presidente dell'ISRO G Madhavan Nair.

L'approvazione del governo per la missione "manned" deve ancora arrivare, ma già all'interno dell'ISRO si ritiene che possa avere luogo nel 2015. Nel frattempo ISRO è impegnata nello sviluppo di tecnologie per una missione umana sulla Luna, attività che necessiterà di sei - sette anni. L'ambizione è quella di arrivare all'appuntamento del 2020 annunciato sia dall'USA che dalla Cina.

Intanto il governo ha approvato la seconda missione indiana sulla Luna, Chandrayaan-2, che verrà lanciata nel 2012.

Tra le altre cose, accenno anche ad "Adithya", un satellite indiano da posizionare in orbita terrestre per compiere studi sul sistema solare.

Per conoscere tutti i dettagli della missione lunare Chandrayaan-1 visitare questo link.

SpaceX: test con successo del primo stadio del razzo Falcon 9

(immagine, fonte SpaceX)

Continuiamo a parlare dell'impegno del settore privato in ambito spaziale. La società SpaceX ha raggiunto un'altra tappa importante: il 22 novembre scorso è stato compiuto con successo un test di accensione del primo stadio del Falcon 9, il razzo vettore che raggiungerà la Stazione Spaziale Internazionale.

L'accensione è durata l'equivalente di una missione completa, 178 secondi, simulando l'ascesa del vettore dalla superficie terrestre verso l'inserimento in orbita. Il motore è stato testato nel sito di test McGregor Test Facility in Texas.

Tutti i nove motori che compongono il primo stadio del Falcon 9 sono stato accesi per 160 secondi, poi due di questi sono stati spenti per limitare l'accelerazione ed i restanti sette motori hanno continuato a restare accesi per altri 18 secondi (simulando l'esatto profilo di missione per l'inserimento in orbita). Il test ha dimostrato la validità di una progettazione del primo stadio a nove motori, nonché l'affidabilità dello scenario in cui alcuni di questi smettono di funzionare e nonostante ciò si è in grado di proseguire la missione.

Il primo lancio di un razzo Falcon 9 è previsto per il 2009.

Trovato un nuovo pianeta extra-solare?

(immagine, fonte ESO/A.-M. Lagrange et al.)

Ancora un'immagine molto suggestiva di quello che potrebbe essere un altro possibile pianeta in orbita intorno ad una stella lontana. Un gruppo di astronomi francesi, utilizzando il Very Large Telescope dell'ESO (European Southern Observatory) ha scoperto un oggetto "abbastanza" vicino alla stella Beta Pictoris, a circa otto volte la distanza Terra-Sole e della grandezza pari al "nostro" Saturno.

La stella Beta Pictoris è una stella molto giovane, di appena 12 milioni di anni, e si trova a 70 anni luce da noi verso la costellazione del Pittore. Essa è circondata da un disco di polvere e detriti (causati da collisioni tra asteroidi, e/o proto-pianeti), disco che è stato fotografato per la prima volta nel 1984 e che è studiato da parecchio tempo dagli scienziati "terrestri".

Alcune di queste osservazioni da Terra hanno mostrato che in effetti all'interno di tale disco vi è un altro disco più piccolo ed inclinato. "Questi sono segni indiretti, ma che suggeriscono fortemente la presenza di un pianeta massiccio [...] Tuttavia sondare la regione più interna del disco, così vicino alla stella luminosa, è la sfida più grande", nelle parole di Anne-Marie Lagrange, leader del gruppo di ricerca.

Per confermare la scoperta, occorreranno tuttavia ulteriori osservazioni. E quando questa arriverà si tratterà del più vicino pianeta ad una stella mai fotografato in precedenza.

Fotografare direttamente pianeti extrasolari è un'attività necessaria per testare ed integrare i vari modelli che vengono costruiti relativamente alla formazione ed evoluzione di sistemi planetari. Con la prossima generazione di telescopi ottici e con i nuovi strumenti del VLT sarà possibile determinare anche pianeti più piccoli e più freddi.

domenica 23 novembre 2008

Spettacolari dune di sabbia su Marte

(immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

Questa immagine mostra dune di sabbia scura nella grande regione Chasma Boreale, situata nel polo Nord di Marte, e che forma un'ampia valle circondata da strati sovrapposti di ghiaccio.

La tipologia di queste dune, peraltro abbastanza comune anche sulla Terra, è tale da indicare chiaramente la direzione del vento. Il materiale scuro di cui esse sono composte potrebbe essere cenere vulcanica o sabbia nera erosa dai materiali polari stratificati.

L'immagine è stata acquisita il 26 settembre 2008 dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter con la telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

sabato 22 novembre 2008

Trovate prove di vasti oceani nel passato di Marte


Ecco un'altra notizia a dir poco sensazionale riguardante Marte, datata 17 novembre scorso.

Un gruppo internazionale di scienziati che ha analizzato i dati del GRS (Gamma Ray Spectrometer, Spettrometro a raggi gamma) a bordo della sonda NASA Mars Odyssey ha trovato nuove prove a conferma dell'ipotesi che un tempo (molto lontano ormai) Marte era coperto di oceani per almeno un terzo della sua superficie.

GRS, guidato da William Boynton (Lunar and Planetary Laboratory dell'University of Arizona), ha la caratteristica unica di essere in grado di identificare gli elementi sepolti al di sotto della superficie fino ad una profondità di 33 centimetri, sulla base della radiazione gamma che questi emettono. E' questa caratteristica che portò GRS ad identificare nel 2002 ghiaccio-di-acqua vicino alla superficie nella gran parte delle zone ad alta altitudine di Marte.

Le evidenze rilevate adesso indicano che pochi miliardi di anni fa nelle pianure settentrionali di Marte esisteva un oceano grande 10 volte il nostro mare mediterraneo.

L'immagine mostra in 3D i dati rilevati da GRS sovrapposti ad una topografia costruita dai dati dell'altimetro laser a bordo della sonda Mars Global Surveyor (fonte UA).

Il primo europeo comandante della Stazione Spaziale Internazionale

(immagine, fonte NASA)

Ecco un'altra milestone raggiunta dall'Europa spaziale.

Il Multilateral Crew Operations Panel del programma International Space Station ha assegnato astronauti europei a missioni di lunga durata sulla Stazione. E' la prima volta, e non solo: l'astronauta ESA di nazionalità belga Frank De Winne è stato nominato come uno dei prossimi comandanti della ISS, in particolare dell'Equipaggio 21. Frank De winne arriverà alla Stazione nel maggio 2009 a bordo di una Soyuz russa, insieme al cosmonauta russo Roman Romanenko ed all'astronauta canadese Robert Thirsk.

E questo volo sarà di per sé un'altro record: verrà infatti portato per la prima volta a sei il numero dei componenti dell'equipaggio sulla ISS.

Per i primi quattro mesi De Winne ricoprirà il ruolo di Flight Engineer come membro dell'Expedition 20. Con la rotazione di tre membri dell'equipaggio prevista per ottobre 2009, De Winne diventerà il comandante dell'Expedition 21 fino al suo ritorno a Terra nel novembre 2009.

Ottime notizie anche per la nostra Italia: è stata confermata la successiva missione di lunga durata sulla ISS per un altro europeo, l'astronauta ESA di nazionalità italiana Paolo Nespoli, che assumerà il ruolo di Flight Engineer nelle Expedition 26 e 27. Partirà alla volta della ISS nel novembre 2010 e tornerà a casa sei mesi dopo, nel maggio 2011.

Congratulazioni a tutti.

venerdì 21 novembre 2008

Enormi ghiacciai su Marte, by MRO!

(immagine, fonte NASA/JPL)

La sonda MRO (Mars Reconnaissance Orbiter) ha rilevato la presenza di vasti ghiacciai sul pianeta Rosso, sotto un "mantello protettivo" di detriti rocciosi. Questi si trovano a latitudini molto più basse rispetto ad ogni precedente scoperta, in particolare nella regione Hellas Basin, nell'emisfero sud.

Gli scienziati che hanno analizzato i dati della sonda riportano che questi ghiacciai sepolti si estendono per decine di chilometri. Il mantello di detriti che copre questa enorme distesa di ghiaccio potrebbe averla preservata alle medie latitudini del pianeta sin da una precedente era glaciale di Marte. Per molti versi questa scoperta è simile ai grandi ghiacciai che sono stati individuati sotto le rocce che ricoprono l'Antartide qui sulla Terra.

Lo scienziato John W. Holt, dell'University of Texas ad Austin, autore principale della pubblicazione sul numero di questo mese di Science dice: "Tutti insieme questi ghiacciai quasi certamente rappresentano la più grande riserva di ghiaccio di acqua su Marte che non si trova nei poli del pianeta. Solamente uno dei ghiacciai fino ad ora esaminati è grande tre volte la città di Los Angeles e spesso fino a 2,4 Km [...] Oltre che per l'interesse scientifico questi [ghiacciai] potrebbero essere una sorgente di acqua per supportare future esplorazioni di Marte".

Ed oltre a ciò, io aggiungerei anche che l'acqua può diventare Ossigeno ed Idrogeno, e quindi utilizzabile sia per respirare (l'ossigeno) che come combustibile per razzi (entrambi).

Gli eco radar ricevuti da MRO indicano che le onde radio passano attraverso il suolo e si riflettono in profondità senza una significativa perdita di intensità, e questo è ciò che ci si aspetta proprio se l'onda radio attraversa uno spesso strato di ghiaccio sotto una sottile copertura. Il radar non individua riflessioni provenienti dall'interno di questi depositi, come accadrebbe se questi ultimi contenessero significative quantità di detriti rocciosi. Inoltre, l'apparente velocità delle onde radio che passano attraverso il suolo è coerente con la composizione di ghiaccio di acqua.

Una punta di orgoglio per tutti noi, poiché il radar utilizzato per analizzare le caratteristiche geografiche a medie altitudini è stato fornito dalla nostra agenzia spaziale, l'ASI.

Addirittura il geologo Jeffrey J. Plaut del JPL ha aggiunto: "C'è una maggiore quantità di ghiaccio nei depositi più a nord [...] il fatto che queste caratteristiche si abbiano nelle stesse fasce di latitudine, da 35 a 60 gradi in entrambi gli emisferi, fa pensare ad un meccanismo di formazione (del ghiaccio) basato sul clima".

Insomma, Marte continua a stupire!

La strumentazione scientifica a bordo di Chandrayaan-1 (parte 2)

Seconda parte della descrizione dei payload a bordo della sonda indiana Chandrayaan-1, in orbita polare intorno alla Luna. In questo post vediamo gli strumenti scientifici di altre nazioni ospitati all'interno della sonda indiana.


C1XS - Chandrayaan-1 X-ray Spectrometer (ESA)


Obiettivo primario dello strumento C1XS è quello di realizzare una mappatura spettroscopica ai raggi X ad alta qualità della Luna per fare maggiore chiarezza sulle sue origini ed evoluzione.

Mediante la spettrometria a fluorescenza (1,0 - 10 KeV) verrà realizzata una mappatura della distribuzione di tre elementi fondamentali quali il Magnesio (Mg), l'Alluminio (Al) ed il Silicio (Si). Durante i periodi di maggiore attività solare potrebbe essere possibile rilevare anche la presenza di altri elementi sulla superficie lunare, quali Calcio (Ca), Titanio (Ti) e Ferro (Fe).


SIR-2 - Near-IR Spectrometer (ESA)

SIR-2 è uno spettrometro che lavora nel range di lunghezze d'onda 0,93-2,4 micron, con una risoluzione spettrale di 6nm. Esso analizza la luce solare riflessa dalla Luna per indagare sulla composizione della sua crosta e del suo mantello nella zona Near-IR (quasi-Infrarosso), dove si ritiene che si possano trovare le evidenze (bande di assorbimento) di vari minerali e ghiaccio.





SARA - Sub keV Atom Reflecting Analyser (ESA)


Gli obiettivi scientifici di SARA sono di produrre un'immagine della superficie della Luna usando atomi neutri a bassa energia per determinare (1) la composizione in superficie comprese le aree permanentemente in ombra (2) l'interazione della superficie con il vento solare (3) le anomalie magnetiche e (4) compiere studi sullo "space weathering".

La Luna non possiede una propria magnetosfera ed un'atmosfera. Però gli ioni del vento solare ne colpiscono la superficie facendo liberare dalla superficie lunare principalmente atomi neutri. La maggior parte di questi ha energia sufficiente a "fuggire" dalla Luna. SARA è progettato per rilevare questi atomi.


RADOM - Radiation Dose Monitor Experiment (Bulgaria)

RADOM ha il compito di determinare la radiazione ambientale nello spazio intorno alla Luna in termini di flusso di particelle, spettro di energia e variazioni di radiazione.
Verrà generata anche una stima della dose di radiazioni intorno alla Luna a differenti altitudini e latitudini. Saranno poi studiati i pericoli da radiazioni durante l'esplorazione lunare.

Queste informazioni saranno usate anche per valutare le necessità di schermatura alle radiazioni per future missioni umane.


Mini-SAR - Miniature Synthetic Aperture Radar (USA)

Questo strumento ha il compito di determinare ghiaccio d'acqua nelle regioni permanentemente in ombra dei poli lunari, fino alla profondità di alcuni metri.

A causa del fatto che l'asse di rotazione della Luna è perpendicolare al piano dell'eclittica vi sono aree nei poli che non ricevono mai la luce solare e sono quindi sempre al buio, con temperature fino a -220 °C. Detriti appartenenti a comete e meteoriti contenenti minerali ed acqua bombardano costantemente la Luna. La maggior parte dell'acqua evapora nello spazio, ma se una molecola di H20 si trova in una delle aree sempre in ombra vi resterà indefinitamente.

Il radar di Mini-SAR è in grado di operare come un altimetro, scatterometro (è un radar in grado di misurare le capacità che hanno gli oggetti di ri-diffondere all’indietro l’energia elettromagnetica che incide su di essi), radiometro (misurare il flusso della radiazione elettromagnetica) e come un radar imager (fornisce un'immagine dell'oggetto studiato).


M3- Moon Mineralogy Mapper (USA)


M3 ci aiuterà a migliorare la conoscenza della evoluzione lunare e nel contempo fornirà una valutazione ad alta risoluzione delle risorse ivi presenti. Il primo obiettivo scientifico di M3 è quello di caratterizzare e mappare la superficie lunare a livello di mineralogia, nel contesto della sua evoluzione geologica.

Obiettivo di esplorazione è mappare le risorse minerali della Luna ad alta risoluzione per supportare i piani di future missioni.

M3 è uno spettrometro di immagini ad alta performance, operante nel range 0,7-3,0 µm che misura l'energia solare riflessa. Il range spettrale 0,7-2,6 µm cattura le bande di assorbimento dei più importanti minerali lunari. In aggiunta, il range spettrale 2,5-3.0 µm è critico per il rilevamento di possibili elementi volatili nei pressi dei poli lunari. La presenza anche di piccole quantità di OH e di H2O possono essere identificate con certezza dall'assorbimento che avviene intorno ai 3000nm.

Non resta che augurare a Chandrayaan-1 buon lavoro!

Immagini, fonte Agenzia Spaziale Indiana, ISRO.

giovedì 20 novembre 2008

10° ISS: bellissima animazione dell°assemblaggio orbitale

(immagine, fonte NASA)

Ho trovato questa bellissima animazione - fatta molto bene davvero - dell'assemblaggio della Stazione Spaziale Internazionale.

Ecco il link
:
http://www.usatoday.com/tech/science/space/2008-11-19-issassembly_N.htm

Very cool, isn't it?

I primi 10 anni della Stazione Spaziale Internazionale

(immagine, fonte ESA)

Era il 20 novembre 1998 quando, dallo spaziodromo di Baikonur in Kazakistan, venne lanciato un razzo Proton che di lì a poco avrebbe messo in orbita Zarya, il primo modulo della Stazione Spaziale Internazionale, il più grande impegno dell'umanità per la realizzazione di un avamposto scientifico nello Spazio dedicato ad attività civili e pacifiche. Sì, lo so, chissà ormai quante volte avrò scritto queste parole nel blog, è vero, ma non v'è ombra di dubbio che la ISS sia un "evento" non solo scientifico e tecnologico. Nazioni che sessanta anni fa facevano la guerra tra di loro sono adesso impegnate in un compito comune: la nostra prima casa nello Spazio! L'aspetto politico - e direi anche sociale - di ciò che rappresenta la ISS è altrettanto potente, per tutta la comunità mondiale.

L'anniversario di oggi marca una nuova tappa di un cammino che vede la Stazione Spaziale Internazionale ancora in costruzione. La missione Shuttle Endeavour STS-126 attualmente in corso (vedi qui) ha proprio come compito primario quello di "allargare" la Stazione per poter ospitare un equipaggio di sei astronauti.
In questo anno sono stati installati ed attivati i due laboratori scientifici Columbus (ESA) e Kibo (Giappone), che aggiungendosi a Destiny (USA) hanno portato a tre i centri di ricerca in orbita. E con un equipaggio al completo il tempo-esperimenti-scientifici verrà massimizzato.

E per dare alcune cifre di questi primi dieci anni di Stazione Spaziale Internazionale la prima cosa da dire è che sono più di 100.000 le persone sparse in tutto il mondo che lavorano nelle agenzie spaziali o ne sono fornitori, tutti coinvolti nel progetto ISS.

In dieci anni la Stazione è cresciuta fino a raggiungere le 275 tonnellate di massa. Dopo Zarya ci sono state 29 missioni spaziali di assemblaggio, di cui 27 con lo Space Shuttle USA e 2 con razzi russi. Sono state effettuate 114 attività EVA (attività extra-veicolari o passeggiate spaziali) per compiti di assemblaggio orbitale.

Sono stati 167, tra astronauti e cosmonauti, i rappresentanti di 14 paesi che hanno visitato fino ad oggi la Stazione. In questi dieci anni 18 equipaggi permanenti si sono dati il cambio. Le parole dell'astronauta americano Mike Fincke, comandante dell'equipaggio 18 (quello attualmente in orbita): "Con la ISS abbiamo imparato così tante cose, e tale conoscenza la useremo per arrivare sulla Luna e su Marte. Tutto ciò che stiamo imparando restando così vicino a casa, ad appena 400 Km dalla Terra, lo useremo sulla Luna, a 40.000 Km di distanza".

Sono così tante le cose che si potrebbero scrivere sulla ISS, alcune delle quali fanno parte di questo blog. Invito quindi tutti a consultare la sezione dedicata alla ISS, qui.

Un'ultima riflessione: la ISS è grande successo tecnologico, che è stato possibile ottenere solamente grazie ad una visione collaborativa a livello internazionale ed alla perseveranza di tutti i paesi partner coinvolti.

Buon compleanno ISS, e cento di questi giorni!

mercoledì 19 novembre 2008

La strumentazione scientifica a bordo di Chandrayaan-1 (parte 1)


La sonda indiana Chandrayaan-1 ha iniziato in questi giorni la sua missione scientifica in orbita intorno alla Luna. Come promesso ecco una descrizione dei suoi 11 payload. Voglio ricordare nuovamente che un aspetto importante di questa missione è anche lo spirito di collaborazione internazionale che ha messo in campo l'India. La sonda, infatti, ospita a bordo oltre che a strumenti indiani anche strumenti di altre agenzie spaziali internazionali.

TMC - Terrain Mapping Camera (India)

Obiettivo di TMC è mappare la topografia dell'intera superficie della Luna e preparare un atlante 3D con risoluzione spaziale e di elevazione di 5 metri.

Si tratta di una fotocamera pancromatica (sensibile a tutti i colori della scala cromatica) stereo, che opera nella regione spettrale tra 0,5 e 0,85 µm, con una risoluzione spaziale al suolo di 5 metri. Essa misura la radiazione solare riflessa e/o dispersa dalla superficie lunare.



HySI - Hyper Spectral Imager (India)

L'obiettivo scientifico è ottenere dati spettroscopici per realizzare una mappatura mineralogica della superficie lunare. Importante sarà lo studio dei crateri, specialmente quelli più profondi, per comprendere meglio la composizione interna.

La caratteristica singolare di HySI è la sua capacità di mappare la superficie lunare in 64 bande continue VNIR (Visibile e Near Infra-Red) all'interno del range spettrale 0,4-0,95 µm, con una risoluzione spettrale migliore di 15 nm ed una risoluzione spaziale di 80 m.

LLRI - Lunar Laser Ranging Instrument (India)

LLRI ha lo scopo di realizzare una mappa dell'elevazione della Luna. Esso misura la distanza tra la sonda e la superficie mediante il principio time-Of-Flight (TOF): un impulso di luce coerente generato da un laser ad alta potenza viene inviato verso il target (di cui si vuole misurare la distanza). Una frazione della luce viene rimbalzata indietro nella direzione di provenienza, dove un ricevitore ottico la riceve e la concentra in un sensore fotoelettrico. Misurando il tempo totale impiegato dall'impulso laser per compiere tutto il tragitto possono essere effettuate misurazioni altimetriche molto precise.

HEX - High Energy X-ray Spectrometer
(India)

HEX si occupa della regione spettrale X, da 30 keV a 270 keV. E' il primo esperimento di analisi spettrale ad alte energie usato per studiare superfici planetarie. Il suo scopo principale è quello di studiare l'emissione di raggi Gamma naturali a bassa energia della superficie lunare, dovuti a 238U e 232Th, nonché il loro decadimento.

Verranno anche rilevate altre emissioni radioattive, sempre per caratterizzare in maniera più completa il suolo lunare.





MIP - Moon Impact Probe (India)

Questo esperimento ha già avuto luogo nei giorni scorsi (vedi qui). Una piccola sonda di 35 Kg è stata rilasciata da Chandrayaan con l'obiettivo di impattare in uno specifico punto della superficie lunare. Il volo di discesa è durato circa venticinque minuti.

L'obiettivo primario dell'esperimento è stato quello di testare le tecnologie necessarie per le prossime missioni per compiere un "soft landing", un atterraggio morbido in particolari luoghi predeterminati.
Un altro compito è stato quello di produrre immagini della discesa, e con uno spettrometro di massa misurare la tenue atmosfera lunare.


Quelli che abbiamo visto sono i payload indiani. In un post successivo vedremo gli strumenti delle altre agenzie spaziali ospitati all'interno di Chandrayaan-1.


Immagini, fonte Agenzia Spaziale Indiana, ISRO.

martedì 18 novembre 2008

Le prime immagini della Luna ad alta risoluzione di Chandrayaan-1


Dopo che la sonda indiana Chandrayaan-1 si è posizionata nei giorni scorsi nella sua orbita definitiva a 100 Km di altitudine dalla superficie lunare (vedi qui) ecco che l'Agenzia Spaziale Indiana ha rilasciato le prime immagini ad alta risoluzione riprese dalla TMC (Terrain Mapping Camera).

La prima è del 13 novembre. Ripresa sopra la regione equatoriale, la foto mostra numerosi crateri. In basso a sinistra si nota il cratere Torricelli.


La seconda immagine è invece del 15 novembre ed è stata scattata sopra la regione polare sud lunare. Anche qui si osservano molti crateri grandi e piccoli. La zona luminosa in basso a sinistra è il bordo del grande cratere Moretus, un cratere di impatto avente il diametro di circa 117 Km.

Dettagli della missione Chandrayaan-1:
http://newsspazio.blogspot.com/search/label/india

Immagini, fonte Agenzia Spaziale Indiana, ISRO.

Restaurate dalla NASA le prime immagini storiche della Luna

(Immagine, fonte NASA, LOIRP)

Tra il 1966 ed il 1967 la NASA inviò cinque veicoli spaziali in orbita intorno alla Luna. Le immagini che questi riportarono a casa vennero utilizzate per capire meglio l'ambiente lunare e per selezionare i siti di atterraggio per le successive missioni Apollo. Una volta terminato il loro compito, i nastri magnetici analogici che contenevano queste immagini vennero archiviati, prima nel Maryland, e poi a metà degli anni '80 furono trasferiti al JPL.

Adesso, la NASA ha diffuso una di queste immagini restaurata. Si tratta di una vista della Terra che sorge sopra la superficie lunare, ripresa 42 anni fa dal Lunar Orbiter 1. Mediante le moderne tecnologie digitali la NASA ha prodotto una nuova immagine con una migliore risoluzione, impossibile nel lontano 1966.

Tutto questo fa parte del progetto Lunar Orbiter Image Recovery Project, che presso il centro NASA Ames Research Center at Moffett Field (California) sta convertendo in formato digitale i numerosi nastri analogici originali (1500 nastri!) e ricostruendo le immagini.

Oltre che a renderle disponibili al grande pubblico, queste immagini ad alta qualità costituiranno una "baseline" per un confronto con la mappa della Luna che verrà prodotta dalla sonda NASA LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), il cui lancio è programmato per il prossimo anno. Tale confronto darà la possibilità alla comunità scientifica di studiare eventuali cambiamenti che si sono verificati nella superficie lunare dagli anni '60 ad oggi. Un possibile uso di queste informazioni potrebbe anche essere una valutazione del rischio per la progettazione di insediamenti umani a lungo termine.

Per una versione a maggior risoluzione dell'immagine precedente visitare questo sito

http://www.nasa.gov/290262main_smallversion.png

domenica 16 novembre 2008

La piccola sonda indiana MIP impatta sulla superficie lunare: le prime immagini


Venerdì 14 novembre scorso la sonda indiana Chandrayaan-1, la prima missione indiana sulla Luna (vedi qui), ha raggiunto un nuovo obiettivo di missione: il rilascio della piccola sonda MIP (Moon Impact Probe), la quale dopo una discesa di circa venticinque minuti è andata a schiantarsi sulla superficie lunare, vicino al polo Sud . Ecco le prime immagini della discesa.



La piccola sonda MIP (peso complessivo 34 kg) portava con sé tre strumenti: (1) un sistema video, per riprendere immagini della superficie lunare durante la discesa; (2) un radar altimetrico, per misurare la velocità di discesa, e (3) uno spettrometro di massa. Le informazioni rilevate da MIP sono state trasmesse alla "nave madre" Chandrayaan-1, la quale le ha registrate per poi inviarle a Terra.

MIP ha generato più di 15.000 fotogrammi video della sua discesa, che verranno assemblati in un video dall'Agenzia Spaziale Indiana. Il direttore del progetto Chandrayaan-1, Mr M. Annadurai, ha dello alla rivista indiana The Hindu Business Line, che questo filmato verrà usato nella preparazione della prossima missione indiana al fine di effettuare un soft-landing (un atterraggio morbido che non distrugga il veicolo spaziale).

Dal suo lancio Chandrayaan-1 è continuamente monitorata dallo Spacecraft Control Centre of ISRO’s Telemetry, Tracking and Command Network (ISTRAC) di Bangalore, con il supporto delle antenne dell'Indian Deep Space Network (IDSN) di Byalalu.

All'interno della piccola sonda MIP vi era anche dipinto il tricolore indiano, che adesso per la prima volta è sul suolo lunare.

Per tutti i dettagli della missione Chandrayaan-1 date un'occhiata qui.

Immagini, fonte Agenzia Spaziale Indiana, ISRO.

sabato 15 novembre 2008

Space Shuttle Endeavour in viaggio verso la Stazione Spaziale Internazionale

(immagine, fonte NASA)

Lancio spettacolare per la missione STS-126, partita questa notte dal Keendy Space Center in Florida. Lo Space Shuttle Endeavour è decollato alle ore 01:55 ora italiana dal launch pad 39A. Emozionanti le immagini in notturna.

Il primo compito dell'equipaggio è ispezionare lo scafo esterno per verificare che non ci siano danni provocati dal lancio. A Terra, intanto, le prima ispezioni delle immagini del lancio non hanno rilevato alcun segno di danno da detriti.

Per i dettagli della missione STS-126 guardare qui.


venerdì 14 novembre 2008

Chandrayaan-1 ha raggiunto la sua orbita definitiva

Dopo una serie di tre manovre orbitali per ridurne l'orbita da ellittica a circolare, la sonda indiana Chandrayaan-1 ha raggiunto l'orbita di lavoro a 100 Km di altitudine dalla superficie lunare (immagine, fonte ISRO, Agenzia Spaziale Indiana).

Due degli strumenti scientifici a bordo sono già stati accesi, TMC (Terrain Mapping Camera) e RADOM (Radiation Dose Monitor). TMC è la fotocamera che già ripreso alcune immagini, della Terra e della Luna.

Adesso che l'orbita polare definitiva è stata raggiunta, il prossimo evento che avrà luogo nei prossimi giorni sarà il rilascio della sonda MIP (Moon Impact Probe) che andrà a schiantarsi sulla superficie lunare. L'impatto fornirà informazioni sulle proprietà della superficie.

Chandrayaan-1 rilascerà MIP dopo aver selezionato un opportuno sito di impatto.

Buon lavoro, Chandrayaan-1!

La prima foto di un pianeta extrasolare, by Hubble!


Il telescopio spaziale Hubble ha catturato la prima foto di un pianeta in orbita attorno ad una stella che non è il nostro sole. L'immagine è stata ripresa nella banda della luce visibile. Il pianeta, chiamato Fomalhaut b, sembra avere circa tre volte la massa del nostro Giove ed orbita intorno alla stella Fomalhaut, che si trova a 25 anni luce da noi nella costellazione Piscis Australis (Pesce Australe, o Pesce del Sud, a sud del Capricorno e dell'Acquario).

La stella Fomalhaut è molto luminosa, la diciottesima in ordine di luminosità dell'intera volta celeste, ed è stata una candidata per la ricerca di possibili pianeti sin dagli anni '80, quando il satellite NASA Infrared Astronomy Satellite scoprì un eccesso di polvere intorno ad essa.

Nel 2004, sempre Hubble, produsse la prima immagine (nello spettro visibile) della regione intorno Fomalhaut, un disco di detriti "protoplanetari", avente un'ampiezza di circa 34,6 miliardi di chilometri. Questo grande "disco" è simile alla fascia di Kuiper, la fascia di asteroidi che circonda il nostro sistema solare e che si estende a partire dall'orbita del pianeta Nettuno fino a 50 UA dal Sole (1 UA = 1 Unità Astronomica, corrisponde alla distanza media che c'è tra la Terra ed il Sole, pari a 149,6 miliardi di Km).

Nel 2005, l'astronomo Paul Kalas (University of California, Berkeley) ed il suo team proposero che l'anello di detriti veniva modificato a causa dell'interazione gravitazionale con un pianeta che poteva trovarsi tra la stella ed il bordo interno dell'anello stesso.

Adesso Hubble ha fotografato un punto luminoso che si trova a 2,9 miliardi di chilometri all'interno del bordo più interno dell'anello. I risultati sono pubblicati nel numero del 14 Novembre della rivista Science.


Le parole di Kalas: "Siamo stati molto esigenti nelle nostre osservazioni con Hubbe. La luminosità di Fomalhaut B è 1 miliardo di volte più debole rispetto alla luminosità della stella. Abbiamo iniziato questo programma nel 2001, e la nostra persistenza finalmente dato i suoi frutti".

Osservazioni prese nell'arco di 21 mesi compiute dalla Advanced Camera for Surveys di Hubble hanno confermato che l'oggetto si muove intorno alla stella Fomalhaut, e che quindi ne è gravitazionalmente legato. Il pianeta dista 17,2 miliardi di chilometri da Fomalhaut, circa 10 volte la distanza che c'è tra Saturno ed il nostro Sole. Dalle osservazioni risulta che il pianeta Fomalhaut b è più luminoso di quanto ci si aspetterebbe da un oggetto avente la massa di tre volte il pianeta Giove. Una possibilità è che esso sia circondato da un anello di ghiaccio e polvere (come Saturno) che riflettono la luce.

Osservazioni future saranno effettuate nella banda della luce infrarossa, per cercare eventuale presenza di nuvole di vapore acqueo nella sua atmosfera

Immagini, fonte NASA, ESA, Z. Levay (STScI).

giovedì 13 novembre 2008

Voli parabolici in Europa per tutti

(L'Airbus 300 ZERO-G sulla pista in attesa del decollo)

La novità oggi è l'iniziativa della società NOVESPACE di voler offrire voli parabolici commerciali, e quindi dare la possibilità a chiunque (in buona salute ovviamente e pagando) di sperimentare la sensazione di galleggiare nello Spazio, la stessa in cui operano gli astronauti in missione (esattamente la stessa). Si tratta della prima iniziativa in territorio europeo, e sono certo anche una grande notizia per tutti gli appassionati di Spazio.

NOVESPACE è la sussidiaria dell'Agenzia Spaziale Francese (CNES) che gestisce ed opera l'unico aereo europeo che effettua voli parabolici, l' Airbus 300 ZERO-G. Vengono organizzate periodicamente campagne di volo parabolico per attività scientifiche e di ricerca, sia per l'ESA che per le altre agenzie spaziali europee. Si tratta di un vero e proprio centro di ricerca, che ad ogni campagna viene attrezzato con la strumentazione da utilizzare in volo per effettuare gli esperimenti.

Il volo parabolico è l'unica modalità che si ha qui sulla Terra per riprodurre le condizioni di microgravità, esattamente le stesse che si hanno in orbita. La differenza fondamentale è che la condizione di "mancanza di peso" è raggiunta all'interno dell'aereo per non più di trenta secondi ad ogni "parabola". In ogni volo vengono effettuate un certo numero di parabole (un volo europeo ne effettua normalmente trentuno) intervallate da circa un minuto di volo livellato, per una durata complessiva di quasi due ore di volo.

(In volo, all'inizio del fronte di salita di una parabola. Occhio all'orizzonte!)

Ad oggi solamente un paio di società offrono questo tipo di esperienza: la Space Adventures (appoggiandosi a voli russi) e la Zero Gravity Corp. Per intenderci è con quest'ultima che ha volato lo scorso anno lo scienziato inglese Stephen Hawking.

Ma tornando ai voli parabolici europei, la NOVESPACE, nelle parole del suo direttore, l'astronauta ESA di nazionalità francese Jean-Francois Clervoy, spera di poter offrire al pubblico voli parabolici entro un anno. Il prezzo indicativo di partecipazione sarà di €3000 (30 parabole, 22 secondi di microgravità ad ogni parabola corrispondono a circa 11 minuti di "weightlessness").

Il ricavato di queste campagne pubbliche di voli parabolici sarà destinato a finanziare la ricerca spaziale.

Personalmente ritengo che si tratti di una ottima possibilità per raggiungere molteplici obiettivi: avvicinare lo Spazio (in tutti i sensi) al grande pubblico, recuperare alcune risorse finanziare e, contribuire così in un altro modo allo Spacefaring.

mercoledì 12 novembre 2008

Chandrayaan-1, la prima immagine della Luna

(Immagine, fonte dati ISRO, Agenzia Spaziale Indiana)

Questa è la prima immagine della Luna rilasciata dall'Agenzia Spaziale Indiana. Essa è stata ripresa dalla sonda Chandrayaan-1 il 4 Novembre scorso, quando era ancora in orbita terrestre.

Siamo abituati ad immagini aventi risoluzione migliore, è vero, ma occorre ricordare che la fotocamera a bordo di Chandrayaan-1 è progettata per scattare fotografie da un'altitudine di 100Km. Al momento dello scatto, invece, la sonda era a 311.200 Km di distanza dalla Luna, molto più vicina alla Terra quindi.

Si tratta comunque di un momento simbolico importante per la missione Chandrayaan-1.

Altre immagini arriveranno, il sito di riferimento è
http://www.isro.org/pslv-c11/photos/moon_images.htm


Ulteriori notizie e dettagli sulla missione
Chandrayaan-1 li potete trovare qui.

martedì 11 novembre 2008

L°Agenzia Spaziale Europea su YouTube

Anche l'Agenzia Spaziale Europea approda su YouTube con un proprio canale (immagine, fonte ESA).
Lanciata ufficialmente il 5 novembre, la pagina YouTube dell'ESA (eccola) rientra nell'ambito di una nuova strategia di comunicazione dell'Agenzia, volta a raggiungere un numero maggiore di appassionati di spazio e non, di addetti ai lavori e non.

Insomma, un modo moderno per fare cultura spaziale. E non posso che essere d'accordo!

Ecco la notizia intera dal sito dell' ESA:
http://www.esa.int/esaCP/SEM3H65KXMF_Italy_0.html

Chandrayaan-1, orbita più vicina alla Luna

Sono iniziate le operazioni per la circolarizzazione dell'orbita di Chandrayaan-1 (immagine, fonte ISRO, Agenzia Spaziale Indiana).

La prima manovra è stata effettuata con successo lo scorso 9 novembre alle ore 20:30 ora indiana. Il motore di bordo LAM (LAM, Liquid Apogee Motor) è stato acceso per 57 secondi modificando l'orbita della sonda, ed in particolare portandone il perielio (il punto più vicino alla superficie lunare) da 500 a 200 Km e lasciando l'apolunio (il punto più distante) invariato a 7500 Km (tempo per percorrere un'intera orbita intorno alla Luna: circa dieci ore e mezzo).

Maggiori informazioni sulla missione Chandrayaan-1 le potete trovare qui.

Mars Phoenix: missione terminata!

(immagine, fonte NASA/JPL-Caltech/University of Arizona)

La sonda Mars Phoenix ha cessato ogni comunicazione con la Terra da una settimana ormai, pertanto la NASA, in data 10 Novembre ha dichiarato terminata la missione. Come già discusso in un post precedente, l'inverno marziano è la principale causa di tale silenzio: troppo poca è la luce solare che arriva ai pannelli solari del lander, del tutto insufficiente per caricarne le batterie.

L'ultimo messaggio ricevuto dal controllo missione risale al 2 novembre scorso. Il team di scienziati resterà comunque in ascolto nelle prossime settimane di un eventuale segnale da parte di Phoenix, poco probabile proprio per via delle condizioni atmosferiche marziane.

Ma anche se il lavoro di acquisizione dati della piccola sonda è terminato, l'analisi a Terra di tutto quanto gli strumenti di Phoenix hanno prodotto è ancora nelle sue fasi iniziali. Peter Smith dell'Università di Arizona (Tucson), Principal Investigator della missione ha detto: "Phoenix ci ha regalato alcune sorprese, e sono convinto che altre se ne aggiungeranno nei prossimi anni".

Nessun dubbio in proposito, basta ripercorrere le emozionanti scoperte che in questi mesi Phoenix è riuscito ad effettuare. Invito tutti a visitare la sezione dedicata al piccolo rover al seguente indirizzo


in cui sono raccolti tutti i post che in questi mesi hanno raccontato il lavoro di Phoenix Mars Lander.

lunedì 10 novembre 2008

Marte, cratere da impatto con ghiaccio

(immagine, fonte NASA/JPL/University of Arizona)

Marte, cratere da impatto nella regione Deuteronilus Mensae.

Spettacolari ed importanti sono le tracce di emissioni di fluidi (in direzione ortogonale alla circonferenza del cratere), che suggeriscono la
presenza al suolo di ghiaccio.

L'immagine è stata ripresa il 17 agosto 2008 dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter con la telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment).

sabato 8 novembre 2008

Chandrayaan-1 è arrivata in orbita intorno alla Luna

(immagine, fonte ISRO, Agenzia Spaziale Indiana)

La sonda indiana Chandrayaan-1 è entrata in orbita lunare, dopo un viaggio durato circa due settimane e mezzo (vedi qui). L'avevamo lasciata qualche giorno fa dopo la sua inserzione nella traiettoria di trasferimento lunare. Quest'oggi, alle ore ore 16:51 (ora indiana) il suo motore di bordo a combustibile liquido, il LAM (LAM, Liquid Apogee Motor), è stato acceso per 817 secondi per inserire Chandrayaan-1 in un'orbita ellittica di parcheggio intorno alla Luna, con un apolunio di circa 7500 Km ed un perilunio di circa 500 Km. In seguito l'orbita verrà modificata in orbita circolare con un'altezza di 100 Km dalla superficie lunare. Chandrayaan-1 è costantemente monitorata dal Centro di Controllo dell'Indian Space Research Organization (l'agenzia spaziale Indiana) di Bangalore.

I payload della sonda saranno accesi e controllati alla fine del mese, prima di iniziare la missione vera e propria che durerà almeno due anni. Intorno al 15 novembre Chandrayaan-1 lancerà una piccola sonda che impatterà sulla superficie lunare, e durante i trenta minuti di volo quest'ultima registrerà ed invierà a Terra immagini, informazioni altimetriche e dati spettrali.

La missione Chandrayaan-1, costata 80 milioni di dollari, non è la sola ad orbitare intorno al nostro satellite. Giappone e Cina hanno anche loro veicoli orbitali che stanno collezionando immagini e dati scientifici. Ma a differenza loro, l'India ha offerto "un passaggio" ad altri paesi, invitandone le agenzie spaziali a mettere i loro payload in Chandrayaan-1 (vedi qui). E per quanto riguarda
l'Agenzia Spaziale Europea, essa ha speso otto milioni di dollari per fornire tre payload.

Con la missione Chandrayaan-1 gli scienziati si aspettano di ottenere la più dettagliata mappa chimica dell'intera Luna, comprese le concentrazioni di minerali nella sua superficie. I ricercatori produrranno anche una mappa tridimensionale del terreno lunare basata sui dati che verranno rilevati.

In un prossimo post vedrò di gettare maggiore luce su tutte le strumentazioni di bordo di
Chandrayaan-1.