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venerdì 30 maggio 2008

Shuttle Discovery STS-124: la missione

(immagine, fonte NASA)

Procede senza intoppi il conto alla rovescia per la nuova missione dello Space Shuttle Discovery, la STS-124, prevista in partenza domani 31 maggio. Diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale, nei suoi quattordici giorni di durata ha il compito principale di portare ed installare il corpo principale del laboratorio giapponese JEM (Japanese Experiment Module) altrimenti detto KIBO (Speranza) ed il suo sistema robotico JEMRMS (JEM Remote Manipulator System).

Nella precedente missione STS-123 dello scorso marzo era già stato installato un primo componente giapponese, il JLM (Japanese Logistic Module), un modulo di servizio proprio a Kibo.
Il laboratorio KIBO è il modulo più lungo che sia mai stato portato nello spazio. Misura infatti più di dieci metri di lunghezza.

IL JEMRMS è composto da due bracci robotici distinti, il Main Arm (MA) e lo Small Fine Arm (SFA), che saranno installati fuori dal laboratorio giapponese e progettati per lavorare insieme nella piattaforma esterna di KIBO. Maggiori dettagli sui componenti robotici della Stazione Spaziale Internazionale li lascio ad un successivo post di approfondimento.

Durante la missione Shuttle sono previste tre passeggiate spaziali. Inoltre il Discovery porta sulla ISS un nuovo membro dell'equipaggio Greg Chamitoff che darà il cambio a Garrett Reisman, a bordo dallo scorso Marzo. Come attività non prevista inizialmente, ma aggiunta nelle ultime ore, il Discovery porterà sulla ISS anche i pezzi di ricambio per risolvere un problema alla Toilette della Stazione che si era guastata di recente.

Gli esperimenti che verranno effettuati nel laboratorio Kibo vanno dalla medicina spaziale, alla biologia, osservazione della Terra, produzione di nuovi materiali, biotecnologie e ricerche sulle comunicazioni.

Kibo è il principale contributo giapponese alla Stazione Spaziale Internazionale, che così porterà a tre i laboratori scientifici in orbita. Ancora più spazio alla scienza quindi, con il laboratorio americano Destiny, il laboratorio europeo Columbus ed il laboratorio giapponese Kibo.

mercoledì 28 maggio 2008

La prima Bibilioteca Marziana

(immagine, fonte NASA/JPL/Università dell'Arizona)

Come già accennato in precedenza, la sonda PHOENIX su Marte da lunedì scorso ha portato con sè un mini-DVD della Planetary Society (come si può vedere nell' immagine qui sopra).

Progettato per durare centinaia se non migliaia di anni, questo DVD contiene vari messaggi dal nostro mondo verso il futuro, verso chi (o cosa) lo troverà.
E' la prima "Biblioteca Marziana" facente parte del progetto "Visions of Mars", che contiene contributi di grandi nomi di noi "Terrestri", tra i quali Carl Sagan, Isaac Asimov, Ray Bradbury, Kim Stanley Robinson, Arthur C. Clarke, Percival Lowell e tanti altri. C'è un messaggio del direttore esecutivo della Planetary Society Louis Friedman, del PI della missione Phoenix Peter Smith e via dicendo.

E ci sono poi 250.000 nomi di noi "umani", gli appartenenti alla Planetary Society e tutti coloro che si erano registrati fornendo le proprie generalità.

La scommessa adesso è: chi raccoglierà questo messaggio? I nostri figli? Nipoti? Pronipoti?

O noi stessi tra non più di venti anni ?

Calendario prossimi eventi

Giusto per buttare l'occhio appena un pò in avanti vi propongo un elenco dei prossimi eventi significativi, certamente soggetto a modifiche (orario EDT - Eastern Daylight Time - tempo della Florida)
  • 31/05/08 -- Lancio della missione Shuttle Discovery STS-124/Discovery/1J - JEM PM “Kibo”, racks, RMS (5:02pm EDT nominale)
  • 02/06/08 -- Aggangio dello Shuttle Discovery STS-124/Discovery/1J alla Stazione Spaziale Internazionale (1:49pm)
  • Possibile calendario attività dello Shuttle Discovery STS-124 una volta agganciato alla Stazione Spaziale Internazionale
  • 03/06 -- EVA-1 (11:30, durata 6.5 ore), trasferimento OBSS, preparazione JPM, installazione S3/S4 SARJ TBA, installazione JPM
  • 04/06 -- JPM Vestibule outfitting, passaggio di consegne Reisman/Chamitoff
  • 05/06 -- EVA-2 (11:30, durata 6.5 ore), installazione JTVEl, JRMS cvr remv, NTA prep, CP 9 ETVCG retrv
  • 06/06 -- JLP relocate to JPM; JLP Vestibule leak check
  • 07/06 -- JLP Vestibule outfitting
  • 08/06 -- EVA-3 (10:30, durata 6.3 ore), installazione S1 NTA, installazione CP9 ETVCG, rimozione protezione JRMS
  • 09/06 -- JRMS checkouts, JLP Vestibule outfitting, A/L BCM R&R
  • 10/06 -- Saluti con l'equipaggio della ISS (~16:00), Chiusura del portello dello Shuttle (~16:30pm)
  • 11/06 -- Sgancio dello Shuttle dalla ISS (~9:04); ispezione della navetta OBSS (Orbiter Boom Sensor System)
  • 12/06 -- Riposo
  • 13/06 -- Operazioni di stivaggio e preparazione al deorbiting
  • 14/06 -- Inizio manovra di deorbiting (~9:56)
  • 06/14/08 -- Atterraggio dello Shuttle Discovery STS-124/Discovery (KSC: ~10:59am EDT, nominale)
  • 07/10/08 -- EVA-20 russa
  • 09/05/08 -- Sgangio di ATV1
  • 09/09/08 -- Sgancio Progress M-64/29P (dal Docking Compartment 1)
  • 09/10/08 -- Lancio Progress M-65/30P
  • 09/12/08 -- Aggancio Progress M-65/30P alla Stazione Spaziale Internazionale
  • 10/01/08 -- 50 anni della NASA
  • 10/08/08 -- Lancio della missione Shuttle Atlantis STS-125 di servizio al telescopio spaziale Hubble (Servicing Mission 4)
  • 10/11/08 -- Sgancio Progress M-65/30P (from SM aft port)
  • 10/12/08 -- Lancio Soyuz TMA-13/17S
  • 10/14/08 -- Aggancio Soyuz TMA-13/17S alla Stazione Spaziale Internazionale
  • 10/23/08 -- Sgancio Soyuz TMA-12/16S
  • 11/03/08 -- Spostamento Soyuz TMA-13/17S da un punto di aggancio (SM) ad un altro (FGB nadir)
  • 11/10/08 -- Lancio della missione Shuttle Endeavour STS-126/ULF2 launch – MPLM Leonardo, LMC
  • 11/20/08 -- 10 Anni per la Stazione Spaziale Internazionale
  • 11/26/08 -- Lancio Progress M-66/31P
  • 11/28/08 -- Aggancio Progress M-66/31P
  • 12/04/08 -- Lancio della missione Shuttle Discovery STS-119/15A – S6 truss segment
  • 12/06/08 -- Aggancio STS-119/Discovery/15A alla Stazione Spaziale Internazionale
  • 12/15/08 -- Sgancio STS-119/Discovery/15A
  • 2° quarto 2009 -- Lancio della missione Shuttle STS-127/2J/A - JEM EF, ELM-ES, ICC-VLD
  • 3° quarto 2009 -- Lancio della missione Shuttle Atlantis STS-128/17A – MPLM(P), ultima rotazione di equipaggio
  • 3° quarto 2009 -- L'equipaggio della Stazione Spaziale Internazionale raggiunge le sei unità (dopo l'aggancio della Soyuz 18S-2)
  • 3° quarto 2009 -- Lancio della missione Shuttle Discovery STS-129/ULF3 - ELC1, ELC2
  • 4° quarto 2009 -- Lancio della missione Shuttle Endeavour STS-130/20A – Nodo-3 + Cupola
  • 1° quarto 2010 -- Lancio della missione Shuttle Atlantis STS-131/19A - MPLM(P)
  • 1° quarto 2010 -- Missione Shuttle STS-132/ULF4/Discovery – ICC-VLD, MRM1 (contingenza)
  • 1° quarto 2010 -- Missione Shuttle STS-133/ULF5/Endeavour – ELC3, ELC4 (contingenza)

martedì 27 maggio 2008

Un'altra meravigiosa foto di PHOENIX



Ecco un'altra entusiasmante fotografia di Phoenix, presa sempre dal telescopio HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (immagini, fonte NASA/JPL/Università dell'Arizona).

L'immagine è stata scattata +22 ore dopo l'atterraggio di Phoenix sulla superficie di Marte.
Si distinguono la sonda con i pannelli solari completamente dispiegati e lo scudo termico.

Qui di seguito il dettaglio che mostra Phoenix



Phoenix ed il suo paracadute

(fonte NASA/JPL/Univeristà dell'Arizona)

L'immagine qui sopra mostra Phoenix durante l'atterraggio su Marte durante la discesa con il paracadute aperto, ripresa dalla telecamera telescopica dell'esperimento HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment) a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter.

E' la prima volta in assoluto che c'è un "testimone" che possa fotografare le ultime fasi di un atterraggio.

Nel frattempo, dopo la sua prima notte su Marte Phoenix ha comunicato a Terra che tutti i sistemi sono in ottima salute.

lunedì 26 maggio 2008

Soft Landing per PHOENIX!

Marte!
PHOENIX è atterrato dolcemente sul suolo marziano, alle ore 01:53:44 la conferma a Terra.
Ecco la prima immagine dei pannelli solari correttamente dispiegati (fonte NASA/JPL
- Caltech/Università dell'Arizona).

Altre immagini in arrivo da Marte sul sito NASA della missione PHOENIX .

domenica 25 maggio 2008

Phoenix: il giorno dell'atterraggio


Ci siamo finalmente, il grande giorno è arrivato!

Dopo dieci mesi di volo, questa notte
alle ore 01:53 italiane, Phoenix atterrerà sulla superficie di Marte. O meglio, alle 01:53 si dovrebbero ricevere a Terra i primi dati di conferma dell'atterraggio. Poichè Marte questa notte si troverà ad una distanza da noi di circa 275 Milioni di Km, i segnali impiegheranno circa 15 minuti per arrivare (immagine, fonte NASA/JPL - Caltech/Università dell'Arizona), qundi alle 01:53 sapremo ciò che è successo 15 minuti prima.

Se tutto andrà bene Phoenix atterrerà dolcemente, e questo sarà il primo soft landing guidato da retro razzi su Marte da parte della NASA dopo le due sonde Viking nel 1976.
L'ultima sonda che ha tentato questo tipo di atterraggio senza successo è stato il Mars Polar Lander (MLP), distruttosi prima di raggiungere la superficie della regione polare sud nel 1999.
I due rover Spirit ed Opportunity, su Marte dal 2004 nelle sue regioni equatoriali, atterrarono tramite airbags.

La NASA trasmetterà l'avvicinamento e l'atterraggio di Phoenix questa sera in diretta su NASA TV a partire dalle ore 23:00.

Alcuni dettagli della missione sono già stati descritti in un post precedente, che potete trovare qui.

Ecco invece alcuni siti molto interessanti:


Arizona University: http://phoenix.lpl.arizona.edu/videos.php#edl_hud
Blog NASA: http://www.nasa.gov/mission_pages/phoenix/blogs/
Blog della Planetary Society: http://planetary.org/blog
e ovviamente NASA TV: http://www.nasa.gov/multimedia/nasatv/

A bordo della sonda Phoenix c'è anche un DVD della Planetary Society che contiene la prima biblioteca Marziana insieme a 250.000 nomi. Ma parleremo di questo in un'altra occasione, adesso è ora di incrociare le dita per l'atterraggio: GodSpeed Phoenix!

venerdì 23 maggio 2008

Phoenix e le altre sonde marziane


Mentre Phoenix è in avvicinamento a Marte diamo un'occhiata a chi troverà al suo arrivo (immagine, fonte NASA / JPL). L'immagine mostra la postizione delle altre sonde in orbita su Marte durante il periodo di atterraggio di Phoenix, il prossimo 25 Maggio.

Tutte le sonde saranno in ascolto dei segnali da Phoenix. Odyssey inoltrerà tali segnali immediatamente verso Terra, mentre il Mars Recoinassance Orbiter e Mars Express li memorizzeranno per una trasmissione in differita.

giovedì 22 maggio 2008

Confermato problema tecnico per la Soyuz TMA-11

Come riportato dall' agenzia di stampa russa Ria Novosti, il rientro balistico della Soyuz TMA-11 che riportava a casa l'equipaggio 16 della ISS lo scorso 19 Aprile è stato causato da un problema tecnico (immagine, fonte NASA TV).

Il capo del dipartimento voli abitati dell'agenzia spaziale della federazione russa Alexei Krasnov, ha affermato ieri mercoledì 21 maggio, che è stata identificata la causa del rientro anomalo: il modulo di servizio ha fallito il distacco dalla capsula di discesa nei tempi previsti, causando un rientro balistico.

Tuttavia, i funzionari dell'agenzia hanno aggiunto che lo stesso rientro balistico, pur non essendo comune, non è classificato come un atterraggio di emergenza.

mercoledì 21 maggio 2008

NASA "Open Source"

Ecco una iniziativa molto importante della NASA avviata già da un pò di tempo, un approccio collaborativo tipico della migliore tradizione "Open Source" che si e' concretizzato nel laboratorio CoLab.
CoLab prende il via al NASA Ames Research Center (ARC) di San Francisco, ed è cresciuto includendo membri della maggior parte dei altri centri dell'ente spaziale americano (immagine, fonte NASA).

La sua "vision" è quella di promuovere la collaborazione tra NASA e individui (tutti noi per intenderci :-) ) per supportare vari programmi spaziali.

La sua "Mission" è quella di sviluppare e supportare community - online ed offline - che collaborino con la NASA, e supportare progetti NASA per farli diventare più collaborativo con chi è fuori dalla NASA stessa.
Quanto sopra principalmente con i seguenti mezzi:

  • ON LINE - collaborazione virtuale all'interno del mondo virtuale Second Life, in un'apposita isola
  • OFF LINE - una community collaborativa in San Francisco
  • un Toolset online per la collaborazione di gruppi composti da personale NASA e non-NASA
  • un Toolset online per l'organizzazione di conferenze "partecipant driven"
Un consiglio: andate a visitare il cratere Victoria. Dove si trova? Su Marte! Come si può vedere? Su Second Life, nell'isola CoLab.

L'ESA guarda con interesse al Turismo Spaziale

L'Agenzia Spaziale Europea guarda con interesse alle prospettive sempre più vicine della nascita del mercato dei voli suborbitali finanziati da imprese private (immagine, fonte NASA).
Tali iniziative possono offrire una realistica possibilità di arrivare al confine dello spazio. Molti ritengono che lo sviluppo di questo mercato possa produrre gli stessi effetti che si verificarono nel ventesimo secolo relativamente all'aviazione civile (adesso abbiamo i voli low cost). Lo sviluppare nuove tecnologie per i veicoli suborbitali può gradualmente portare ad abbattere i costi mano a mano che tali tecnologie diventano sempre più mature.

A seguito di uno studio condotto nel novembre 2007, un gruppo di lavoro dell'ESA ha prodotto un documento inviato lo scorso aprile a tutti i direttori ESA contenente il "punto di vista" dell'Agenzia.
Essenzialmente l'ESA riconosce lo sforzo e l'impegno svolto dal mondo delle industrie private per lo sviluppo delle tecnologie per rendere effettivo il volo suborbitale ed intende contribuire offrendo la sua collaborazione proprio per supportare la crescita di questa nuova area di attività.

L'enorme esperienza maturata dall'ESA è una fonte primaria da cui attingere per la definizione di framework legali, per l'addestramento di astronauti, per i programmi di medicina spaziale ecc. ecc., il tutto ad indubbio vantaggio del settore privato.

Per facilitare la libera circolazione delle idee tra tutte le industrie Europee interessate, l'ESA intende fornire un aiuto per mettere in piedi una piattaforma per lo scambio volontario di informazioni e la discussione interdisciplinare.
Sia pur facendo attenzione a non interferire in questo mercato che verrà, l'ESA può certamente dare un forte contributo a questa nuova avventura umana.

Il documento ESA sulla sua posizione a riguardo del volo suborbitale privato è disponibile qui.

Mars Phoenix su Twitter e Facebook

Mentre il Mars Phoenix sta arrivando su Marte ho scoperto una novità molto simpatica: JPL ha una pagina su Facebook per essere aggiornati sullo stato della missione. E non è tutto: JPL usa anche Twitter per dare informazioni.

Ecco i riferimenti per FaceBook
http://www.facebook.com/pages/Pasadena-CA/Jet-Propulsion-Laboratory-JPL/8261258923

e per Twitter
http://twitter.com/Marsphoenix


martedì 20 maggio 2008

Shuttle Discovery STS-124: "Go!" per il lancio

E' confermato per il 31 maggio il lancio dello Space Shuttle Discovery, missione STS-124 verso la Stazione Spaziale Internazionale (immagine, fonte NASA). La notizia è stata data ieri lunedì 19 maggio in una conferenza stampa al Kennedy Space Center della NASA. La missione durerà 14 giorni e porterà alla Stazione il più grande modulo di tutti: il laboratorio giapponese Kibo, lungo più di dieci metri. Verrà inoltre installato il sistema robotico di Kibo.
Discovery porterà inoltre sulla ISS il nuovo membro permanente dell'equipaggio Greg Chamitoff che darà il cambio al Flight Engineer Garrett Reisman che terminerà così i suoi tre mesi di missione a bordo della Stazione.

L'equipaggio è composto dal comandante Mark Kelly, dal pilota Ken Ham, dai Mission Specialist Karen Nyberg, Ron Garan, Mike Fossum, Greg Chamitoff e dall'astronauta giapponese Akihiko Hoshide.

Nei prossimi giorni, in un post successivo, verranno dettagliate le caratteristiche dei nuovi sistemi che saranno montati nella Stazione.

martedì 13 maggio 2008

Ritorno alla Luna

Ecco un piccolo approfondimento sulla prossima missione NASA diretta verso la Luna, a cui abbiamo fatto cenno in un post precedente. Si tratta del primo ritorno al nostro satellite dopo tanto tempo da pante dell'ente Americano. Stiamo parlando della missione LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter), che utilizzerà le tecnologie attualmente più avanzate per realizzare una più dettagliata mappa della superficie lunare, per cercare risorse come il ghiaccio e per monitorare il livello di pericolo indotto dalle radiazioni ambientali per una missione umana (immagine, fonte NASA).

LRO è il satellite più avanzato che la NASA abbia mai costruito fino ad ora, in grado di fornire dati ed informazioni impossibili da determinare solamente pochi anni addietro.

Dalla chiusura del programma Apollo nel 1975, si è aspettato fino agli anni ’90 per avere altri satelliti americani in orbita sulla Luna: la sonda Clementine ed il Lunar Prospector hanno trascorso mesi raccogliendo informazioni ed inviandole a Terra.
Ma la precisione di LRO è unica: esso orbiterà per circa un anno in orbita polare ad un’altezza di circa 50Km, una quota mai raggiunta rispetto ai 100-200 Km dei suoi predecessori americani (ma anche facendo riferimento alle più moderne sonde di altri paesi, il cinese Chang’e ed il giapponese Kaguya, entrambi lanciati nel 2007). Orbitare “così vicino” alla Luna si tradurrà in immagini ad alta risoluzione, mappe molto più dettagliate e misurazioni di temperatura estremamente più accurate.

La sonda è equipaggiata con sei nuovi strumenti, due dei quali per la prima volta nello spazio: un telescopio chiamato CRATER (Cosmic Ray Telescope for the Effect of Radiation) per lo studio dei raggi cosmici, dotato di un nuovo tipo di sensore in grado di misurare il livello di radiazione non solamente nello spazio ma anche sulla superficie della Luna come percepito dagli astronauti di una prossima base lunare, e quindi con la possibilità di realizzare opportune schermature.

Il secondo strumento al suo debutto in attività spaziali è LOLA (Lunar Orbiter Laser Altimeter), un altimetro laser in grado di misurare la distanza tra la sonda e la superficie lunare con la precisione di ben 10 centimetri, con una frequenza di 28 misurazioni al secondo. Ciascuna di queste consiste di cinque impulsi laser inviati verso la superficie ed altrettanti ricevitori a bordo, per un totale di 140 misurazioni al secondo.

Tutto questo darà modo agli scienziati di realizzare una mappa ad alta densità della superficie della Luna, per studiarne le proprietà, le caratteristiche dei crateri e per identificare grandi aree preferibilmente pianeggianti in previsione dell’atterraggio dei grossi moduli abitati per una base permanente.

Gli altri quattro strumenti a bordo di LRO (DLRE - Diviner Lunar Radiometer Experiment, LAMP - Lyman Alpha Mapping Project, LEND - Lunar Exploration Neutron Detector, LROC - Lunar Reconnaissance Orbiter Camera) avranno vari i compiti, tra cui generare immagini ad alta risoluzione e mappe della Luna, misurare la temperatura sulla superficie per identificare potenziali depositi di ghiaccio d'acqua, cercare idrogeno nelle regioni polari.

LRO fa parte della nuova visione della NASA per l’Esplorazione Spaziale, ed è schedulato per partire a fine 2008 a bordo di un razzo Atlas V 401 dalla Air Force Station di Cape Canaveral in FLorida. Dopo quattro giorni di viaggio raggiungerà l'orbita lunare ed inizierà così il suo anno di attività, fornendo a Terra molti più dati di tutte le missioni Apollo messe insieme.

Bigelow Aerospace: Genesis I ha raggiunto le 10.000 orbite

Genesis I, il primo modulo spaziale lanciato dall' industria privata Bigelow Aerospace nel Luglio 2006 ha compiuto la sua 10.000-esima orbita intorno alla Terra.

Si tratta di un modulo di test che ha il compito di verificare e dimostrare la bontà dei sistemi di bordo per un utilizzo come componente in future stazioni spaziali abitate. La tecnologia di base è detta "gonfiabile", nel senso che tali moduli una volta in orbita si gonfiano per aumentare il volume abitabile.

Con una lunghezza di 4.4 metri ed un diametro di 2.54 metri, Genesis I è realizzato in scala 1:3 rispetto al futuro modulo BA 330. Durante i suoi più-di-660 giorni in orbita ha fotografato l'intero pianeta con circa 14.000 immagini.

Bigelow Aerospace, un'industria privata americana con sede a Las Vegas, nel giugno 2007 ha già lanciato Genesis II, ed è attualmente a lavoro sul modulo Sundancer, il primo progettato per equipaggi umani.

Una società privata ed un prototipo di stazione spaziale altrettanto privata: è un esempio di come il mondo dell'industria privata si stia affacciando con determinazione nel campo spaziale.

giovedì 8 maggio 2008

La Stazione Spaziale Internazionale: gli aspetti legali

Vorrei condividere un aspetto molto importante che ritengo assolutamente fondamentale sul ruolo e gli obiettivi della Stazione Spaziale Internazionale. Aspetto a mio avviso forse un pò in ombra al di fuori dalla comunità spaziale. Mi capita infatti spesso di parlare con persone, amici, conoscenti che il più delle volte non sanno nemmeno dell'esistenza della ISS. E' fuori dagli obiettivi di questo blog capirne il motivo, però ecco un piccolo contributo che spero possa essere di un qualche aiuto, e magari chissà stimolare un pò di curiosità nel lettore.

La Stazione Spaziale Internazionale (ISS, International Space Station) è un programma spaziale di collaborazione tra vari stati della comunità internazionale, Europa, Stati Uniti, Russia, Canada, Giappone - ed altri ancora se ne sono aggiunti - avente come scopo principale la progettazione, la realizzazione e l'utilizzo di un avamposto fisso, abitato, scientifico nello spazio, in orbita intorno alla Terra, a circa 400 Km di altezza, in quella che si definisce "orbita Bassa" (o LEO, dall'inglese Low Earth Orbit).

Una ben precisa struttura legale definisce diritti e doveri dei vari stati appartenenti al progetto, la loro giurisdizione nonché le modalità di azione e controllo sulla base dei singoli loro singoli contributi. Questo accordo internazionale, vista la grandezza del progetto, è articolato in vari livelli, tematiche ed articoli.
Uno di questi, l' IGA (International Space Station Intergovernmental Agreement), è un trattato internazionale firmato il 29 Gennaio 1998 (
immagine fonte NASA) dai quindici governi dei paesi coinvolti nel progetto. Questo trattato definisce a livello di ogni singolo stato un framework di cooperazione internazionale, e nel suo Articolo 1 definisce

"... a long term international co-operative framework on the basis of genuine partnership, for the detailed design, development, operation, and utilisation of a permanently inhabited civil Space Station for peaceful purposes, in accordance with international law...".

"... un framework di collaborazione internazionale a lungo tempo basato su di una genuina partnership per la progettazione dettagliata, la realizzazione la messa in opera e l'utilizzo di una Stazione Spaziale civile permanentemente abitata per scopi pacifici, in accordo con le leggi internazionali...".

Ecco l'aspetto a mio avviso fondamentale che vorrei sottolineare, cioè viene espresso formalmente il concetto di collaborazione internazionale per scopi prettamente civili e pacifici.

Dati gli ovvi limiti di spazio tipici di un post lascerò a successivi contributi l'approfondimento di altre tematiche importanti.

mercoledì 7 maggio 2008

La missione PHOENIX in arrivo su Marte

Lanciata nell'agosto 2007 la sonda PHOENIX è prossima al suo arrivo su Marte (immagine a lato, fonte NASA). Si tratta della prima missione NASA all'interno del suo "Scout Program", una iniziativa per missioni piccole, low-cost e comunque competitive.

PHOENIX è progettata per studiare la storia dell'acqua sul suolo marziano e cercare molecole organiche complesse del terreno ricco di ghiaccio delle zone artiche di Marte.

Marte è un pianeta freddo e deserto, senza acqua allo stato liquido nella sua superficie. Tuttavia, precedenti scoperte effettuate nel 2002 dalla missione "Mars Odyssey" hanno mostrato una grande quantità di ghiaccio-da-acqua al di sotto della superficie marziana nelle pianure artiche a Nord. Ed è proprio questa regione la destinazione della missione PHOENIX: un braccio robotico scava e recupera campioni che trasferisce all'interno della sonda per le analisi scientifiche.

Progettata per essere una missione innovativa e low-cost nel programma NASA per esplorazione di Marte, sarà fondamentale per il raggiungimento dei seguenti obiettivi alungo termine:
  • determinare se la vita su Marte si è mai evoluta
  • caratterizzare il clima di Marte
  • caratterizzarne la geologia
  • preparare per l'esplorazione umana
Gli strumenti scientifici a bordo di PHOENIX sono tra i più avanzati tecnologicamente mai inviati su Marte.

L'atterraggio sul pianeta è previsto per il 25 maggio prossimo.

Il tuo nome intorno al Sole

Volete spedire il vostro nome in orbita intorno al sole ? Dopo la missione LRO che porta il vostro nome sulla Luna, ecco un'altra simpatica iniziativa NASA, questa volta rivolta alla missione KEPLER, la prima missione americana per la ricerca di pianeti simili alla terra (ed anche più piccoli) in orbita a stelle simili al nostro sole (immagine a lato, fonte NASA).
La sonda sarà lanciata dal Kennedy Space Center nel febbraio 2009 e compierà le sue ricerche da una orbita intorno al sole del periodo di 372 giorni.

Questa volta sarà possibile per ciascuno di noi inviare il proprio nome, cognome ed un breve messaggio, che saranno registrati in un DVD, il quale verrà poi messo a bordo della sonda prima del lancio. Una copia del DVD sarà anche consegnata allo Smithsonian Institution’s National Air and Space Museum.

Ecco il sito web per lasciare il proprio nome:


Alla fine verrà rilasciato un certificato di adesione. C'è tempo fino al primo novembre 2008.

Il sito di riferimento per la missione KEPLER è http://kepler.nasa.gov/


Il tuo nome sulla Luna

Ecco una simpatica iniziativa della NASA per celebrare il ritorno americano sulla Luna (immagine a lato, fonte NASA).

La sonda LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter) è la prima missione all'interno della suova visione americana per l'esplorazione Spaziale che prevede il ritorno sulla Luna, la conquista di Marte ed oltre.

LRO verrà lanciato a fine 2008 con l'obiettivo di cercare possibili siti di atterraggio per le missioni successive, trovare potenziali risorse, caratterizzare le radiazioni ambientali e dimostrare nuove tecnologie.

La sonda sarà posizionata in orbita polare bassa (50Km) per una durata di circa 1 anno. Particolare attenzione sarà dedicata proprio alle regioni polari della Luna, dove sarà possibile avere zone con costante illuminazione solare, e zone sempre in onbra ove si ritiene che possano esserci vasti depositi di acqua.

A bordo di LRO ci sarà anche un microchip contenete i Nomi e Cognomi di chiunque, tra tutti noi, voglia aderire a questa iniziativa. Sarà sufficiente visitare il seguente sito


ed indicare nome e cognome. Verrà poi rilasciato un certificato che testimonierà la partecipazione. Attenzione: c'è tempo fino al 27 giugno!

Per maggiori informazioni visitare la pagina di riferimento della missione LRO


martedì 6 maggio 2008

Aspettando GALILEO: introduzione ad EGNOS (parte 2)

Continuiamo a parlare di EGNOS, il sistema completametne europeo attualmente utilizzabile per migiorare la precisione della localizzazione satellitare. Tutto questo in attesa dell'avvento di GALILEO previsto nel 2011 (immagine a lato, fonte ESA).


Come Influisce la Ionosfera sui ricevitori GPS
Un ricevitore GPS è in grado di calcolare la propria posizione nello spazio basandosi sulla lettura delle distanze tra esso ed un certo numero di satelliti della costellazione GPS. La distanza tra il ricevitore ed un satellite viene rilevata misurando il tempo che occorre affinché un segnale trasmesso da quel satellite raggiunga il ricevitore stesso ed applicando la formula

Distanza = Velocità x Tempo

Generalmente i segnali radio viaggiano in linea retta a velocità costante (alla velocità della luce).
Però attraversando i gas ionizzati di alcuni strati dell’atmosfera terrestre (Ionosfera) il risultato finale è che la velocità di propagazione subisce una variazione (dipendente tra l’altro anche dalla frequenza del segnale radio e dall’angolo di incidenza con cui attraversa la ionosfera stessa). Da qui se ne consegue che variando la velocità si ottiene una variazione della distanza calcolata, che sarà perciò affetta da errore.


Come Funziona EGNOS
Il Sistema EGNOS è composto da tre satelliti geostazionari (in orbita equatoriale a circa 36.000 Km di altezza) e da una rete di stazioni fisse terrestri dette RIMS (Ranging and Integrity Monitoring Station) dislocate per tutta l’area Europea.
Tali stazioni interrogano i satelliti GPS (ed in futuro anche i satelliti GLONASS) leggendo le proprie posizioni e confrontandole, per ciascun satellite, con la posizione reale nota. In tal modo è possibile determinare l’errore di localizzazione di ogni satellite per ogni stazione RIMS.

I dati di ogni stazione vengono poi elaborati centralmente in modo da generare un “reticolo di correzione”, composto da un numero elevato di punti di posizione nota per i quali sono noti i valori di correzione relativi alla ricezione di ciascun satellite.
Questo reticolo viene poi trasmesso ad un satellite geostazionario che a sua volta lo ritrasmette sulla frequenza GPS L1, mettendoli quindi a disposizione di qualunque ricevitore compatibile.

A questo punto il ricevitore, nel determinare la propria posizione, applicherà i dati di correzione relativi ai punti del reticolo di correzione a lui più vicini e relativi ai satelliti GPS effettivamente interrogati.
Il reticolo di correzione, costituito da punti denominati IGP (Ionospheric Grid Point), viene aggiornato almeno ogni 5 minuti. I vari IGP sono spaziati tra loro di 5°.

Il ricevitore compatibile EGNOS differisce rispetto ai ricevitori GPS tradizionali solamente per il software di elaborazione, e quindi i suoi costi sono abbastanza contenuti.


Obiettivi ed Applicazioni
Oltre che al rilevamento della posizione terrestre l’architettura WAAS/EGNOS si pone altri obiettivi più “critici”, per soddisfare le esigenze specifiche dell’utenza aeronautica. EGNOS si propone infatti di affiancare e col tempo sostituirsi agli attuali sistemi di radioausilio di navigazione (es. sistemi ILS di atterraggio strumentale).


Da EGNOS a GALILEO
Questo ed altro in effetti fa parte della strategia Europea a medio e lungo termine, che in ambito GNSS porterà al sistema Galileo (fase due GNSS-2).

Galileo promette di rappresentare una vera e propria rivoluzione nella localizzazione satellitare, in quanto non sarà solo l’alternativa europea al GPS, ma si porrà come infrastruttura completa ed affidabile per supportare le esigenze civili in termini di

* posizionamento in tempo reale
* garanzia del servizio
* precisione ( all’incirca 1 metro)

e ciò aprirà la strada a tutta una serie di applicazioni “critiche” per la sicurezza - fino ad ora ferme allo stadio progettuale - quali ad esempio il supporto attivo alle operazioni di atterraggio di aerei in volo, la guida di navi in porto, e la stessa guida di automezzi.

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Aspettando GALILEO: introduzione ad EGNOS (parte 1)

Mentre il progetto GALILEO, il primo sistema di localizzazione satellitare interamente Europeo, continua la sua crescita vorrei porre l'attenzione su di un altro progetto Europeo, che fa parte del "percorso" che ci porterà a GALILEO, e che comunque è già funzionante e completamente gratuito. Si tratta del sistema EGNOS (immagine a lato, fonte ESA).


EGNOS
La localizzazione satellitare sta assumendo sempre di più un ruolo fondamentale, non solo per fini propri del determinare una posizione spaziale, ma anche come supporto alla navigazione terrestre, aerea e marittima. Essa, nella sua funzione più immediata, fornisce, mediante apposito dispositivo di ricezione, una indicazione numerica che approssima la posizione dell’utente sul globo terrestre (Latitudine e Longitudine).
Allo stato attuale tale coordinata ha una precisione di circa 20 metri nell’ intorno del punto che costituisce la posizione “reale”: si tratta di un valore che, a seconda del contesto applicativo in cui viene usato, può non rispondere ai vincoli di accuratezza. Da qui l’esigenza di aumentare la precisione al fine di ottenere una localizzazione il più possibile precisa con un alto grado di affidabilità.

Il Sistema EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service) è un’iniziativa dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con la Commissione Europea ed Eurocontrol, l’ente europeo per l’aviazione civile. Esso ha come obiettivo primario quello di aumentare la precisione dei due sistemi satellitari attualmente operanti (GPS americano e GLONASS Russo) per rendere la localizzazione satellitare affidabile al punto da essere di supporto per applicazioni critiche per la sicurezza, come ad esempio l’aeronautica civile e la navigazione di navi in canali stretti. Fa parte, più in generale, della famiglia dei sistemi SBAS (Satellite Based Augmentation Systems), un po’ come l’ analogo americano WAAS (Wide Area Augmentation System).

Si tratta del primo contributo europeo per quanto riguarda il posizionamento satellitare, e che culminerà in Galileo, il Sistema di posizionamento satellitare globale in corso di sviluppo in Europa, e che è previsto diventare operativo nel 2011.


Valore Aggiunto di EGNOS
Allo stato attuale della tecnologia, la componente che più incide nell’errore di posizione rilevato da un ricevitore GPS è costituita dalla velocità di propagazione del segnale radio durante il suo percorso dai satelliti GPS fino ai ricevitori stessi, a causa delle continue variazioni delle condizioni dei vari strati dell’atmosfera terrestre (principalmente la ionosfera).
Il Sistema EGNOS è in grado di rilevare in tempo reale tali mutamenti e di trasmettere dati correttivi verso i ricevitori, rendendoli così in grado di eliminare gran parte dell’errore di cui sopra.
In termini operativi, EGNOS è in grado di correggere i valori di localizzazione di GPS e GLONASS portando la precisione di posizionamento dagli attuali 20 mt a circa 5mt. I test svolti dall’ ESA rilevano un’ accuratezza sperimentale di circa 1,5 – 2 mt.

Inoltre, prendendo come riferimento il sistema GPS, esso non dà nessuna garanzia di continuità agli utilizzatori: il DOD (Dipartimento della Difesa Americano) può in qualunque momento degradarne ulteriormente la precisione – o addirittura spegnerlo in alcune aree – senza nessun tipo di preavviso.
Obiettivo di EGNOS è, invece, fornire continuità nel servizio ed indicazione di affidabilità dello stesso.

Il progetto EGNOS costituisce la prima fase del programma GNSS (Global Navigation Satellite system) dell’Unione Europea, che si pone come investimento strategico dei vari stati dell’Unione da qui nei prossimi anni per avere una solida infrastruttura di servizi basasti sulla localizzazione satellitare. Questa prima fase denominata GNSS-1 (per l’appunto il Sistema EGNOS) è fondamentale per lo sviluppo della fase due GNSS-2 , meglio nota come GALILEO, e che rappresenterà per l’Europa obiettivo e scelta primari. In questo senso investire in EGNOS significa restare allineati e pronti per beneficiare di tutti i servizi Europei del nostro prossimo futuro.


Fruibilità ed utilizzo del Segnale EGNOS
EGNOS è operativo dalla metà del 2004 con un segnale di test. E' nella fase di pre-esercizio dal 2006, e progressivamente viene arricchito, testato per arrivare alla fase di esercizio, con certifiaczione per applicazioni di "sicurezza". Il segnale EGNOS è completamente gratuito.

Per utilizzare il segnale EGNOS è necessario dotarsi di un ricevitore GPS compatibile WAAS/EGNOS, che però come vedremo qui di seguito differisce di poco rispetto ai ricevitori attuali. Occorre quindi prevedere il costo di aggiornamento dei ricevitori attualmente in uso nelle applicazioni che leggono dati GPS.

Inoltre, e questo rappresenta un vincolo non presente in GPS, la prima ricezione dei dati dai satelliti EGNOS richiede un periodo di acquisizione abbastanza lungo (circa 15 minuti), durante i quali è opportuno che il ricevitore sia in un’area avente buona ricezione.

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lunedì 5 maggio 2008

Un altro passo avanti per la Localizzazione Satellitare Europea

E' stato lanciato con successo nella notte del 27 Aprile scorso dal cosmodromo russo di Baikonur in Kazakistan il satellite GIOVE-B, il secondo della costellazione GALILEO, che ha come scopo principale quello di completare la fase di validazione di GALILEO (foto a lato, fonte ESA).

Il progetto GALILEO è il Sistema di Localizzazione Satellitare completamente Europeo, che nasce dagli sforzi congiuti dell’ Agenzia Spaziale Europea (ESA) in collaborazione con la Commissione Europea ed Eurocontrol, l’ente europeo per l’aviazione civile.
Esso costituisce la seconda fase del programma GNSS (Global Navigation Satellite system) dell’Unione Europea (GNSS-2), che si pone come investimento strategico dei vari stati dell’Unione da qui nei prossimi anni per avere una solida infrastruttura di servizi basasti sulla localizzazione satellitare.

GALILEO promette di rappresentare una vera e propria rivoluzione nella localizzazione satellitare, in quanto non sarà solo l’alternativa europea al GPS, ma si porrà come infrastruttura completa ed affidabile per supportare le esigenze civili in termini di

* posizionamento in tempo reale
* garanzia del servizio
* precisione (all’incirca 1 metro)

e ciò aprirà la strada a tutta una serie di applicazioni “critiche” per la sicurezza - fino ad ora ferme allo stadio progettuale - quali ad esempio il supporto attivo alle operazioni di atterraggio di aerei in volo, la guida di navi in porto, e la stessa guida di automezzi.
Allo stato attuale le informazioni di posizionamento Latitudine e Longitudine, utilizzate normalmente per scopi civili sono basate sul sistema americano GPS, il quale ha una precisione di circa 20 metri nell’ intorno del punto che costituisce la posizione “reale”: si tratta di un valore che, a seconda del contesto in cui viene usato, può non rispondere ai vincoli di accuratezza. Inoltre il segnale GPS può essere ulteriormente degradato, ed addirittura sospeso senza alcun preavviso.

Il programma GNSS della Unione Europea si pone quindi l'obiettivo di superare le attuali limitazioni. La prima fase denominata GNSS-1 è costituita dal sistema EGNOS (European Geostationary Navigation Overlay Service), che dalla metà del 2004 rilascia un segnale del tutto gratuito per correggere l'errore dei sistemi GPS e GLONASS (Russo) portandolo a circa 2 - 3 metri.

Le ultime previsioni indicano che GALILEO sarà operativo non prima del 2011.