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giovedì 4 settembre 2008

25 Miliardi di dollari per far volare lo Shuttle fino al 2015

(immagine, fonte Nasa)

Come già riportato in un post precedente (qui) la Nasa ha avviato uno studio per valutare il costo di un possibile "mantenimento in vita" del programma Shuttle ben oltre il 2010 ed eventualmente fino al 2015, quando cioè il programma Constellation potrà fornire un accesso autonomo allo spazio agli americani. John Yembrick, portavoce Nasa, aveva affermato che i primi risultati di questa valutazione si avranno circa dopo un mese.

Secondo quanto riportato il 2 settembre nel sito The Space Reviews, tale operazione avrebbe un costo di circa 5 miliardi di dollari per anno, per un totale di circa 25 miliardi fino al 2015, anche limitando il numero di lanci della navetta americana a due o tre per anno. Il reporter solleva però molte difficoltà per il reperimento di tali fondi entro pochi mesi.
Addirittura vengono descritte possibili speculazioni in base alle quali l'USA potrebbe cercare di comprare voli di trasporto verso la Stazione Spaziale Internazionale dalla Cina, sulla capsula Shenzhou con razzo vettore Lunga Marcia. Non ho idea di quanta attendibilità abbiano queste voci, ma così "a pelle" mi sembra una ipotesi parecchio improbabile, almeno per adesso. La navetta cinese è appena all'inizio della sua operatività, occorrerebbero ancora vari Test-Flights per certificarne un livello di sicurezza accettabile per gli USA. Senza contare poi che la Cina NON fa parte del programma della Stazione Spaziale Internazionale.

Invece, vedrei meglio e (forse) più fattibile una possibile "joint-venture" tra Nasa ed Esa per far evolvere ATV verso un veicolo manned di trasporto astronauti da e per la ISS. Magari se qualche funzionario Nasa volesse farci un pensierino...

Comunque, la questione Shuttle è piuttosto intricata. La riassumo brevemente: nel 2004 il presidente americano George W. Bush presentò la nuova Vision for Space Exploration (VSE). Subito dopo la Nasa iniziò a pianificare il "pensionamento" dello Shuttle per il 2010. In seguito a questo fatto, a partire dal 2010 gli Stati Uniti non avranno più la possibilità di inviare autonomamente astronauti da e verso la ISS, almeno fino al 2015, come detto prima. Nel 2004 l'idea era quella di utilizzare la navetta russa Soyuz, comprando ticket di volo (le relazioni tra i due paesi erano ottime ed i progetti di cooperazione in aumento).

Adesso, nel 2008, le relazioni Russia-USA sono estremamente delicate a causa della nota vicenda della Georgia. Comincia quindi a prendere corpo la possibilità che gli USA possano NON avere accesso alla Stazione Spaziale Internazionale per cinque o più anni.

Qual'è il "piano B" della Nasa? Nel 2006 venne dato il via all'iniziativa COTS (Commercial Orbital Transportation Services), per incoraggiare le industrie private a gettarsi nel business dei voli spaziali, e per fornire agli USA un nuovo accesso allo spazio ed alla ISS, sia per il trasporto di astronauti che di rifornimenti. All'interno di tale iniziativa sono stati assegnati contratti a due società, la Rocketplane Kistler (RpK) e la Space Exploration Technologies (SpaceX), per un totale di circa 500 milioni di dollari. Tuttavia solamente la SpaceX sta cercando di costruire un veicolo per il trasporto di equipaggio. La SpaceX ha tentato fino ad ora tre lanci orbitali, ottenendo purtroppo tre fallimenti. La speranza è ovviamente che il prossimo lancio sia un successo.
E' questo il contesto in cui si inserisce la richiesta di prolungare la vita dello Shuttle.

Se gli USA dovessero aspettare fino alla messa in essere del programma Constellation per tornare sulla ISS questo vorrebbe dire che dopo il 2010 solamente un paese sarebbe in grado di avere accesso (umano) alla Stazione Spaziale Internazionale: la Russia.
E comunque una completa indipendenza dalla Russia non è possibile perchè le "scialuppe di salvataggio" della ISS sono capsule Soyuz: lo Shuttle non è progettato per lunghe permanenze nello Spazio. Non potrebbe certamente restare agganciato alla Stazione per sei mesi.

E c'è il timore da parte USA che la Russia possa decidere di abbandonare il programma ISS, lasciando quindi la Stazione praticamente alla deriva. E senza una manutenzione periodica, e nello specifico, senza un periodico innalzamento della sua orbita la ISS potrebbe addirittura precipitare nell'atmosfera, vanificando così il più grande impegno umano in ambito spaziale.

Francamente quest'ultimo scenario mi sembra altamente improbabile, se non addirittura fantascientifico. Dall'analisi condotta dal reporter di Space Reviews manca completamente ogni accenno agli altri partner internazionali della ISS, prima fra tutte l'Europa che ha già un accesso cargo verso la Stazione: la navetta ATV, che proprio in questi giorni sta terminando la sua prima missione e che porta a casa una grande serie di successi su tutti i fronti.

E la ISS è un progetto congiunto di quindici nazioni, è interesse di tutti i partner internazionali che tutte le energie e risorse spese non vadano vanificate. Sperando che la situazione internazionale si addolcisca dal punto di vista politico continuiamo ad aspettare, anche la Ministeriale Esa di novembre.

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