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sabato 19 luglio 2008

Nuove scoperte mostrano molti ambienti acquosi nel passato di Marte

(immagine, fonte NASA/JPL/JHUAPL/University of Arizona/Brown University)

Molto tempo fa su Marte scorrevano fiumi, c’erano vasti laghi ed una grande varietà di ambienti che potenzialmente potevano essere in grado di sostenere la vita, secondo quanto riportano due studi basati sui dati rilevati dal CRISM (Compact Reconnaissance Imaging Spectrometer for Mars) e da altri strumenti a bordo della sonda Mars Reconnaissance Orbiter (MRO) della NASA.

Uno studio, pubblicato nel numero di luglio della rivista Nature mostra che vaste regioni degli antichi altipiani di Marte, e che coprono circa la metà dell'intero pianeta, contengono minerali argillosi, che possono formarsi solamente in presenza di acqua.
Questi minerali argillosi preservano al loro interno un "ricordo" dell'interazione tra acqua e rocce, che li porta ad essere datati al periodo Noachiano della storia di Marte, circa 4,6 - 3,8 miliardi di anni fa.
Questo periodo corrisponde ai primissimi anni del sistema solare, quando la Terra, la Luna e Marte erano soggette ai bombardamenti cosmici da parte di comete ed asteroidi.

"I minerali presenti nell'antica crosta di Marte mostrano una grande varietà di ambienti acquosi", dice John Mustard, un membro del gruppo del CRISM della Brown University a Providence, R.I., ed autore principale dello studio pubblicato su Nature, "Nella maggior parte dei siti le rocce sono solo leggermente alterate da acqua liquida, ma in pochi altri siti esse sono state così pesantemente alterate che una grande quantità di acqua deve essere fluita tra le rocce ed il suolo. Questo è davvero emozionante perché stiamo trovando dozzine di siti dove le future missioni spaziali possono atterrare e fare investigazioni per determinare se Marte fosse mai stata abitabile, ed in tal caso, per cercare segni di vita passata".

Il secondo studio, pubblicato nel numero di giugno di Nature Geosciences, scopre che le condizioni di umidità su Marte durarono per un lungo periodo. Migliaia di milioni di anni dopo che le argille si erano formate, un sistema di canali fluviali erose tali argille fuori dagli altipiani e le concentrò in un delta dove i fiumi si svuotarono in un lago craterico del diametro di circa 40 Km.

"La distribuzione delle argille all'interno dell'antico letto del lago mostra che l'acqua deve esservi rimasta per migliaia di anni", spiega Ehlmann Betania, un altro membro del team di CRISM della Brown University ed autore principale dello studio dell' antico lago all'interno del cratere Jezero. "Le argille sono meravigliose per catturare e conservare materia organica, quindi se è mai esistita la vita in questa regione, c'è la possibilità che la sua chimica si sia preservato nel delta".

Le alte risoluzioni spaziale e spettrale dello spettrometro CRISM - migliori di ogni spettrometro mai inviato su Marte - rileva variazioni nei tipi e nella composizione di questi minerali argillosi. Combinando i dati di CRISM con quelli di CTX (Context Imager) e di HiRISE (High Resolution Imaging Science Experiment), il gruppo di ricerca ha identificato tre principali classi di questi minerali databili tutti nel periodo Noachiano: argille di alluminio, silice idrata (o opale) e la più comune e diffusa argilla di ferro/magnesio.
Le variazioni nei minerali suggeriscono che questi furono creati da differenti processi, o da differenti tipi di ambienti acquosi.


"La nostra squadra stà lavorando per trasformare i dati ottenuti in un elenco di siti dove future missioni spaziali potrebbero atterrare per cercare materiale organico, e magari determinare se la vita sia mai esistita su Marte", dice S.Murchie della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory e principale investigatore del CRISM.

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