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giovedì 6 luglio 2017

Intelsat-35e, lancio stupendo, il più pesante payload regolarmente immesso in orbita, video

(Credit SpaceX)

NEWS SPAZIO :- Ed il terzo tentativo è stato quello buono. Continuiamo in questa settimana a parlare di SpaceX con il lancio della missione Intelsat-35e, avvenuto questa notte alle 1:38 ora Italiana dal LC-39A del NASA Kennedy Space Center in Florida.

Il Falcon 9 nella sua versione expendable, cioè a perdere (senza il rientro del 1° stadio), ha immesso in orbita di trasferimento Geostazionario il satellite per comunicazioni Intelsat-35e, 6.761 kg di peso, il payload più pesante - fino ad oggi! - per l'azienda di Elon Musk.

Rivediamo in questo post il video del lancio.



La missione, ormai lo abbiamo imparato bene seguendo i lanci di SpaceX dei mesi scorsi, è stata una di quelle in cui era richiesta la massima performance da parte del razzo vettore, il quale non si è certo risparmiato per raggiungere la corretta orbita di destinazione dove rilasciare il payload.

Orbita, avente parametri 250 km x 31.230 km, con inclinazione 26°. Da qui con una serie di manovre il satellite provvederà a rendere circolare l'orbita per posizionarsi nell'orbita geostazionaria di lavoro da cui inizierà la propria attività, prevista essere di almeno 15 anni.

E per quanto riguarda il Falcon 9, dopo la separazione dal 2° stadio, il 1° stadio ha continuato per inerzia la sua corsa, terminata con la distruzione nell'Oceano.

Il satellite è stato rilasciato correttamente a T+32 minuti.

Rivediamo il lancio



Enjoy!

6 commenti:

  1. Ciao Sergio,
    quando il primo stadio cade nell'Oceano Atlantico viene frenato con qualche paracadute? Non capisco come si possa far precipitare un oggetto del genere con la certezza che non colpirà nessuno. Ci sono zone nell'Oceano interdette alla navigazione per il preciso scopo di accogliere i vettori a perdere?

    Un saluto,
    Filippo.

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    Risposte
    1. Considera che questa è la sorta di tutti i razzi solo i booster degli shuttle avevano dei paracadute e venivano recuperati.

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    2. Ciao Filippo, il rientro è balistico. Una volta spenti i motori il 1° stadio viaggia per inerzia, continua a salire diminuendo però la velocità. Una volta arrivato a V=0 inizia a scendere. La traiettoria è una parabola discendente e sì, l'area di impatto è interdetta alla navigazione.

      Qualche anno fa Jeff Bezos individuò i motori del 1° stadio del Saturn V della missione Apollo 11, inabissatisi a più di 4000 metri di profondità, a poche centinaia di km dalla costa. Saluti.

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    3. Buongiorno a tutti!
      Io mi collego alla domanda di Filippo e aggiungo: ma quindi quanti rifiuti spaziali ci sono sui fondali oceanici? Non sarebbe corretto visto il periodo storico tentarne quantomeno il recupero per poterli smaltire correttamente?

      Ciao a tutti!
      Davide

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    4. Io mi preoccuperei più per la plastica che poi si mangiano i pesci , dato che di metalli in fondo al mare c'è ne sono tantissimi tipo i relitti affondati da tempeste o durante le varie guerre dove i pesci fanno i loro nidi , essendo ormai privi di carburanti non sono particolarmente inquinanti.

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    5. Ciao Davide. L'Oceano Pacifico è praticamente da sempre utilizzato come punto di rientro per i satelliti che tornano in maniera controllata a fine missione. E' considerato uno dei posti meno rischiosi per gli esseri umani vista la sua grandezza e la sua scarsa presenza di vita umana. A ciò si aggiungono i fondali molto profondi in cui andranno ad inabissarsi i detriti che resistono al rientro. Non saprei però quantificarti il fenomeno.
      Qualche anno fa una spedizione di Jeff Bezos (Amazon, Blue Origin) trovò a circa 4000 metri di profondità i motori del 1° stadio del razzo Saturn V della missione Apollo 11.

      L'Oceano Atlantico invece vede il ricadere dei 1° stadi durante un lancio, questo per i lanci USA che avvengono dalla costa est. A ciò aggiungi i lanci USA che partono dalla costa ovest, ed i lanci degli altri operatori, agenzie spaziali pubbliche ed aziende/consorzi privati, l'ESA da Courou, Russia, Cina, Giappone...

      Tutto ciò mi dà una sensazione particolare, preferirei di gran lunga non lasciare detriti lungo il percorso dell'astronautica, detriti che di fatto sono spazzatura. Ma questo è il meglio che si riesce a fare.

      Ripongo un po' come tutti grandi speranze per i nuovi progetti di riuso, con in cima gli sforzi di SpaceX.
      Ciao.

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