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mercoledì 16 luglio 2014

La ricerca della vita nell'Universo, l'impegno NASA per i prossimi anni, video!

(Credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Precisamente un mese fa abbiamo fatto una bella discussione sulla presenza di vita nell'Universo. Ecco l'articolo


che tra l'altro è saldamente in cima ai post più visti nel mese.

Quasi a farlo apposta - scherzo ovviamente - la NASA ha tenuto Lunedì 14 Luglio una "public talk", un'incontro pubblico nella loro sede centrale di Washington, durante il quale hanno parlato proprio dello stesso tema.

Scienziati ed esperti NASA hanno discusso sui prossimi passi che l'Ente Spaziale Americano metterà in essere per la ricerca della vita nell'universo.

Vale la pena di dare un'occhiata alla registrazione video, no?



Sono molti gli scienziati che credono che non siamo soli nell'universo. E' possibile che altrove vi siano state le stesse condizioni che hanno portato qui sulla Terra al nascere della vita. Le investigazioni scientifiche sono l'unico modo per conoscere la verità.
Che cosa ha in progamma la NASA per cercare la vita nell'universo?

Sara Seager (professore di Science Planetarie e di Fisica al Massachusetts Institute of Technology di Cambridge, Massachusetts): "In un prossimo futuro la gente sarà in grado di indicare una stella e dire 'quella stella ha un pianeta come la Terra'. Gli astronomi ritengono che sia molto probabile che ogni singola stella nella nostra Via Lattea abbia almeno un pianeta".

L'impegno della NASA nello studio di sistemi planetari intorno ad altre stelle ebbe inizio con gli osservatori a terra. A cò si sono aggiunti gli asset spaziali come i telescopi orbitali Hubble, Spitzer e Kepler.
Invito tutti a dare un'occhiata alla sezione del blog dedicata a quest'ultimo gioiello, a questo url


per conoscere le spettacolari scoperte compiute negli scorsi mesi proprio da Kepler.

Ad oggi siamo in grado di vedere se una stella ha un sistema planetario e se qualcuno dei pianeti che gli orbita intorno si trova alla distanza 'giusta' affincheè sulla sua superficie possa esservi acqua allo stato liquido, elemento ritenuto fondamentale - ma non sufficiente - per poter supportare la vita (quale noi la conosciamo).

Il cammino della NASA continuerà nei prossimi anni con il lancio di TESS (Transiting Exoplanet Surveying Satellite) nel 2017, con il lancio dello James Webb Space Telescope nel 2018 e forse con la proposta del Wide Field Infrared Survey Telescope - Astrophysics Focused Telescope Assets (WFIRST-AFTA) nella prossima decade.

Questi nuovi telescopi troveranno e caratterizzeranno una nuova serie di pianeti extrasolari, aumentando la nostra conoscenza sulla loro atmosfera e diversità.
Rappresenteranno la base per future missioni che investigheranno sulla presenza di oceani andando a cercare vapore acqueo nell'atmosfera, e che cercheranno la possibile presenza di vita tentando di individuare CO2 ed altri elementi volatili sempre nell'atmosfera di pianeti lontani.

Kepler ha cambiato radicalmente le nostre convinzioni sui pianeti extrasolari. Ha trovato più di 5000 potenziali pianeti, di cui 1700 sono stati cofermati. Grazie ai suoi dati le stime ora ci dicono che potrebbero essere miliardi gli esopianeti, solamente nella nostra Galassia.

Vi lascio con la riflessione di Matt Mountain, Direttore e scienziato del progetto del telescopio James Webb allo Space Telescope Science Institute di Baltimora: "Provate ad immaginare il momento quando troveremo potenziali tracce di vita. Immaginate il momento in cui il mondo si sveglierà e la razza umana si renderà conto che la sua lunga solitudine nel tempo e nello spazio potrebbe essere finita, la possibilità che non siamo più soli nell'universo".

Siamo nati e cresciuti in un mondo in cui la fantascienza quotidianamente ci porta in universi pieni di vita. Ma immaginate davvero il momento in cui ci sarà una prova reale e tangibile che per la prima volta in assoluto ci dirà con voce limpida e concreta che ci sono tracce di vita in un pianeta lontano. Io non vedo l'ora.

Ecco il video dell'incontro NASA



Enjoy!

Fonte dati, NASA.

7 commenti:

  1. Quel giorno ci diranno che le linee dello spettro di un certo pianeta lontano diecine di anni luce, denotano la presenza ad esempio di carbonio, idrogeno, azoto e ossigeno, e noi moriremo dalla curiosità di saperne di più...ma nulla di più. Una vera tortura cinese, per gli appassionati...

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  2. Quoto in pieno Livio quel giorno non giungera' mai.La NASA e'un ente governativo e come tale e' vincolato a mantenere un basso profilo sulle future scoperte di pianeti "abitati".Non e' un problema di marziani o di ipotetici invasori ma di "dogmi" anche religiosi che verrebbero sconvolti da un annuncio del genere.E come tutti sappiamo le "rivoluzioni"proprio perche' dirompenti non vanno propinate alle masse.Allora perche' spendere tutti sti soldi?,serve appunto a pochi eletti ma non dimentichiamo che ogni balzo tecnologico produce degli offsets industriali innegabili e profittevoli per le industrie coinvolte.

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  3. Aggiornamento dell'ultimo minuto:

    i pianeti confermati sino a oggi sono 1810.

    Il sito exoplanet.eu tiene un catalogo aggiornato in tempo reale con le informazioni base su ogni pianeta scoperto e sulla sua stella.

    Ramiro

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    Risposte
    1. Un numero ridicolmente basso. Considera che vediamo i pianeti di queste stelle remote solo se questi passano di fronte alla medesima, e pertanto possiamo rilevare una variazione di luminosità e leggerne lo spettro. Per riuscirci devi stare ad osservare queste stelle per anni, e quindi avere un sistema di sorveglianza automatico, ed avere l'orbita del sistema complanare all'osservatore. Da quanto ho capito io

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    2. Ridicolmente basso rispetto a quelli esistenti ma alto considerando tutti i limiti della nostra tecnologia per scoprirli.
      Effettivamente per le osservazioni con il sistema dei transiti funziona come dici tu. Servono inoltre almeno 3 passaggi per la conferma e quindi diversi anni di osservazione (per il nostro Giove che ha un periodo orbitale di 12 anni ne servirebbero 36).
      Con il metodo delle velocità radiali non serve che il sistema solare osservato sia perfettamente di taglio rispetto all'osservatore ma può essere anche limitatamente inclinato.
      Con immagini dirette (finora pochissime) vediamo solo pianeti più grandi di Giove e situati molto lontani dalla loro stella e solo in sistemi solari relativamente vicini a noi. Anche qua con tempi di osservazione di anni perché bisogna aspettare che il pianeta si sposti seguendo una traiettoria orbitale attorno alla stella per dimostrare di essere legato gravitazionalmente a questa e non essere un debole astro sullo sfondo vicino solo prospettivamente alla stella. Per pianeti del genere con periodi orbitali di secoli servono anni di attesa per evidenziare visivamente questi spostamenti.
      Col sistema dei microlensing invece abbiamo osservazioni abbastanza casuali, fortuite e difficilmente ripetibili ma riusciamo a identificare anche sistemi a migliaia di anni luce di distanza.
      Esiste anche il metodo astrometrico, che praticamente rileva visivamente le perturbazioni del pianeta sul moto della sua stella. Questo metodo finora è stato poco utilizzato in quanto i nostri strumenti non hanno la sensibilità necessaria ma l’anno scorso è stato lanciato l’osservatorio europeo Gaia il cui compito principale è misurare con estrema precisione la posizione e il moto di circa un miliardo di stelle ed è in grado di rilevare l’influenza di pianeti gioviani. Chiaramente questo metodo è ottimale per sistemi solari che noi vediamo di piatto, sistemi finora difficilmente osservabili.
      Comunque le scoperte di pianeti extrasolari sta aumentando in maniera esponenziale. Dal 1992 alla fine dell’anno scorso ne hanno scoperti 1055. Dall’inizio dell’anno a ora se ne sono aggiunti 755.
      Questo balzo è dovuto principalmente a Kepler ma teniamo conto che quel telescopio osservava solo una piccolissima porzione di cielo (dell’ordine di una luna piena come estensione).
      Se facciamo una proiezione statistica tenendo conto di tutti i nostri limiti osservativi arriviamo a concludere che nella galassia devono esistere centinaia di miliardi di pianeti.

      Ramiro

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  4. Amo gli Americani e il loro amore-ossessivo compulsivo sugli Acronimi a ogni costo..:) dalla Scienza all'Esercito fanno sempre cosi'..haha.."Operatività Del Sistema Base lancio-Coordinato-Missilistico Con Aggiunta Di Pomodoro"..se inventano una cosa bellissima o una stronzata pachidermica loro acronimicizzano sempre. W l'USA.

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