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venerdì 13 gennaio 2012

Nuova visione rivoluzionaria della nostra Via Lattea, ci sono più pianeti che stelle

(Immagine, credit ESO/M. Kornmesser)

NEWS SPAZIO :- Nel numero di ieri 12 Gennaio 2012 della rivista scientifica Nature vengono pubblicati i risultati di una ricerca molto particolare, se ci pensate bene parecchio rivoluzionaria.

Un team internazionale di astronomi ha utilizzato una particolare tecnica di indagine detta ‘gravitational microlensing’ per stimare quanto sono comuni i pianeti nella nostra Galassia. Andando nella direzione opposta rispetto a quello che era il pensiero comune i risultati indicano qualcosa di molto interessante.

Dopo un periodo di osservazione durato sei anni in cui sono state analizzate milioni di stelle i ricercatori hanno concluso che i pianeti intorno alle stelle sono “la regola” e non l’eccezione.



Negli ultimi 16 anni gli astronomi hanno individuato e confermato l’esistenza di più di 700 esopianeti, pianeti cioè che orbitano intorno a stelle lontane. Un solo esempio di questo importantissimo lavoro è ciò che sta compiendo la missione Americana del telescopio spaziale Kepler.

Le due tecniche più utilizzate sono [1] determinare gli effetti della spinta gravitazionale che il pianeta esercita sulla propria stella risultante in piccole oscillazioni del moto di quest’ultima e [2] misurare la variazione di luminosità di una stella che si ha al passaggio del pianeta rispetto al punto di osservazione. Entrambe queste tecniche sono risultate essere molto efficaci (Kepler utilizza proprio la seconda) ma risultano più indicate a rilevare pianeti aventi grande massa e/o pianeti che orbitano molto vicino alla propria stella.

In questo nuovo studio gli astronomi hanno usato un metodo completamente differente in grado di rilevare esopianeti aventi anche massa più piccola, per l’appunto il ‘gravitational microlensing’, e le conclusioni sono assolutamente intriganti. E non è tutto.

Ecco le parole di Arnaud Cassan (Istituto di Astrofisica di Parigi) ed autore principale della pubblicazione: “Abbiamo cercato prove dell’esistenza di esopianeti durante sei anni di osservazioni con [la tecnica del] ‘microlensing’. E’ eccezionale il fatto che tali dati mostrano che i pianeti sono più comuni delle stelle nella nostra Galassia. Abbiamo anche scoperto che i pianeti più piccoli, come le Super-Terre o i pianeti come Nettuno devono essere più comuni rispetto a quelli più grandi”.

In due parole, sembra quindi che nella nostra Galassia (che vi ricordo contiene circa 300 miliardi di stelle) i pianeti siano più numerosi rispetto alle stelle intorno a cui essi orbitano. Inoltre la maggioranza di questi pianeti è composta da quelli più “piccoli” (i giganti gassosi sarebbero quindi in minoranza, i più comuni sarebbero quindi i pianeti con massa minore).

La tecnica utilizzata si basa sull’’effetto di microlente gravitazionale derivato direttamente dalla teoria della relatività di Einstein, in base al quale la massa distorce lo spazio tempo ed anche la radiazione elettromagnetica ne è soggetta. In altre parole un raggio di luce che normalmente viaggia in linea retta nel momento in cui si avvicina ad una stella (o a qualcosa di anche più grosso) devia la sua traiettoria, proprio come se passasse attraverso una lente.
Gli esopianeti vengono quindi individuati in base all’effetto microlente gravitazionale prodotto dalla massa della stella intorno a cui orbitano combinato all’effetto microlente gravitazionale prodotto dalla massa degli esopianeti stessi. Questa lente amplifica la luce di un corpo celeste presente nello sfondo. Se la stella che agisce come lente ha un pianeta che le orbita intorno allora la massa di questo pianeta può fornire un contributo sufficientemente ampio all’amplificazione della luce di fondo, contributo che può quindi essere misurato.

L’effetto di microlente gravitazionale è uno strumento molto potente, in grado potenzialmente di rilevare esopianeti che non possono essere individuati con altre tecniche. Occorrono comunque condizioni di allineamento tra stella, stella di sfondo, esopianeta, punto di osservazione del tutto particolari affinché questa tecnica possa avere successo.
Potete benissimo immaginare che non abbiamo a che fare con un compito facile. Pensate che in 6 anni di osservazioni sono stati rilevati solamente 3 esopianeti, uno con una massa del tipo Super-Terra e gli altri due con massa comparabile con quella di Nettuno e Giove.

Eppure per quelli che sono gli standard di questa tecnica rilevare 3 pianeti è un evento o  estremamente raro oppure i pianeti sono molto più comuni nella Via Lattea.

Gli astronomi hanno poi messo insieme i dati dei tre positivi rilevamenti con quelli di altri sette rilevamenti provenienti da precedenti lavori ed anche con le enormi informazioni generate dai rilevamenti non-positivi (molto importanti ai fini statistici).
Le conclusioni sono che una tra le sei stelle studiate ospita un pianeta di massa simile a Giove, metà hanno pianeti con massa simile a Nettuno e due terzi hanno Super-Terre.
I risultati combinati suggeriscono quindi che il numero medio di pianeti intorno ad una stella è superiore ad 1.

Le parole di Daniel Kubas, coautore principale del lavoro: “Pensavamo che la Terra potesse essere unica nella nostra Galassia. Ma ora sembra che ci siano letteralmente miliardi di pianeti con massa simile alla Terra in orbita intorno a stelle della Via Lattea”.

Fonte dati, ESO.

2 commenti:

  1. Non è da presuntuosi pensare che la nostra stella sia l'unica ad avere un sistema di pianeti?
    Quindi anche se solo per poche è confermato, è logico pensare che i pianeti siano più numerosi delle stelle se ognuna di esse ha un sistema planetario più o meno nutrito!

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  2. Sarebbe bene investire di piu'in questa ricerca e di piu'nel programma seti, e andrebbe posizionato un sistema di osservazione sulla faccia nascosta della luna, perche'molto probabilmente queste nuove scoperte sono solo la punta di un iceberg.

    Giorgio

    RispondiElimina

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