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venerdì 16 ottobre 2009

Ecco come la Luna crea la sua acqua

(Immagine, fonte Elsevier 2009, ESA-ISRO SARA data)

NEWS SPAZIO :- Il mese scorso la NASA aveva reso noti i risultati di tre differenti sonde spaziali, i quali confermavano la presenza di molecole d'acqua e di idrossile sulla Luna, tra l'altro non soltanto in prossimità dei poli ma sparse un po' ovunque. Ecco gli articoli relativi

http://newsspazio.blogspot.com/2009/09/le-immagini-nasa-della-presenza-dacqua.html
http://newsspazio.blogspot.com/2009/09/la-nasa-presenta-le-prove-della.html

Adesso si aggiungono nuove informazioni, una nuova scoperta dovuta allo strumento europeo SARA (Sub keV Atom Reflecting Analyser) a bordo della sonda lunare indiana Chandrayaan-1, i cui dati hanno confermato le ipotesi su come l'acqua possa essere creata sulla superficie lunare ed ha suggerito un nuovo metodo per riprendere immagini di qualunque corpo celeste privo d'atmosfer del sistema solare.

La superficie lunare è una serie di granelli irregolari di polvere, noti come regolite. Questa roccia porosa si comporta un po' come una spugna: le particelle provenienti dal Sole che investono la Luna restano infatti intrappolate negli spazi tra questi granelli e quindi assorbite.

Quando questo capita ai protoni ci si aspetta che questi interagiscano con l'ossigeno presente nella regolite e che producano ioni idrossile ed acqua.

I risultati di SARA confermano infatti tutto ciò, cioè che i nuclei dell'idrogeno provenienti dal Sole vengono assorbiti dalla regolite lunare.

Ma c'è dell'altro! E' ancora un mistero, eppure è così: non tutti i protoni vengono assorbiti dalle rocce lunari. Uno su cinque rimbalza nello spazio dopo che si è unito ad un elettrone ed è diventato un atomo di idrogeno.


"Non ci aspettavamo assolutamente di vedere questo [fenomeno]" sono le parole di Stas Barabash dello Swedish Institute of Space Physics, il Principal Investigator europeo per lo strumento SARA e responsabile della scoperta.

Inoltre questi atomi i idrogeno vengono "sparati" nello spazio ad una velocità di circa 200 Km/sec e senza essere deviati dalla (debole) gravità lunare. Essi volano via in linea retta, proprio come fotoni di luce. L'idrogeno è elettricamente neutro, quindi non risente dei vari campi magnetici presenti nello spazio.

In linea di principio ogni atomo può quindi essere tracciato fino a risalire al punto della superficie lunare da cui è stato emesso e generare quindi un'immagine della superficie stessa in cui le aree che emettono più idrogeno saranno più chiare.
Anche se la Luna non ha un campo magnetico globale, alcune rocce lunari sono magnetizzate e generano quindi campi magnetici locali assimilabili a "bolle magnetiche". Queste deviano i protoni solari nelle regioni circostanti, risultando scure nelle immagini generate a partire dall'idrogeno espulso.

I protoni in arrivo sulla Luna fanno parte del vento solare, un flusso costante di particelle emesse dal Sole. Esse collidono con ogni corpo celeste che incontrano (nel nostro Sistema Solare) e sono normalmente bloccate dalla sua atmosfera.
Nei corpi celesti che non hanno questo scudo naturale (asteroidi, Mercurio) il vento solare raggiunge il suolo. I ricercatori dello strumento SARA si aspettano quindi che anche questi oggetti possano riflettere molti protoni in arrivo in forma di atomi di idrogeno.

Questa nuova conoscenza sarà utilissima agli scienziati ed agli ingegneri che stanno preparando la missione ESA BepiColombo per Mercurio. La sonda avrà a bordo due strumenti simili a SARA.

Il gruppo di ricerca di Barabash ha pubblicato i suoi risultati in ‘Extremely high reflection of solar wind protons as neutral hydrogen atoms from regolith in space’, di M. Wieser, S. Barabash, Y. Futaana, M. Holmström, A. Bhardwaj, R. Sridharan, M.B. Dhanya, P. Wurz, A. Schaufelberger and K. Asamura, Planetary and Space Science, 2009.

Fonte dati, ESA.

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