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martedì 13 marzo 2018

Vulcan, la nuova architettura di servizio spaziale di ULA, video!

(Credit ULA)

NEWS SPAZIO :- Quando un nuovo attore entra in un business offrendo prodotti di qualità a prezzi nettamente inferiori il mercato subisce un terremoto. Lo Status Quo non c'è più, molte cose sono rimesse in discussione, le certezze di prima non ci sono più.
Insomma, dopo la scossa occorre che il tutto si riassesti in un nuovo equilibrio. Se siamo in un mercato libero gli altri competitor hanno solo una scelta per sopravvivere. Adeguarsi.

E' un po' quello che sta accadendo nel nuovo business spaziale. L'ingresso di SpaceX in pochi anni ha rivoluzionato l'accesso allo spazio. Forte della sua vision innovativa a lungo termine e delle sue indubbie capacità, Elon Musk ha ridefinito il modo con cui si raggiunge l'orbita Terrestre.

Low Cost è la parola chiave che più di tutte riassume ciò che sta accadendo lassù. Abbiamo seguito i progressi di SpaceX da sempre, li trovate nella sezione dedicata del blog a questo indirizzo


e vi invito a "navigarla" partendo da lontano. Ne vedrete delle belle.

E le altre grandi aziende aerospaziali? Ed in particolare quelle che vantano collaborazioni importanti con la NASA da decenni? Si stanno adeguando anche loro.

Oggi ne vediamo una, la United Launch Alliance (ULA), joint venture 50:50 tra le società Lockheed Martin e The Boeing Company.
E' il fornitore storico dei servizi di lancio spaziale con i razzi vettore Atlas e Delta che da più di 50 anni supportano i clienti governativi Americani, tra cui il Dipartimento della Difesa, la NASA, il National Reconnaissance Office ecc. ecc.
Come sta ripensando al trasporto spaziale dei prossimi decenni?



ULA sta realizzando una propria architettura di trasporto spaziale, innovativa e piuttosto economica anch'essa. L'elemento centrale di tutto ciò è il nuovo razzo vettore Vulcan, costruito sopra l'enorme esperienza maturata dai lanci dei vettori atlas e Delta. Obiettivo? Aumentare la capacità di carico e diminuire il prezzo!

Vulcan sostituirà i Delta IV Medium e l'Atlas V. Il primo lancio del nuovo razzo vettore è previsto per il 2019. Vediamo un po' di dettagli.

Vulcan inizialmente sarà costituito da un singolo booster centrale con 2 nuovi motori made in USA, i BE-4 realizzati da Blue Origin che abbiamo già conosciuto


Il core principale sarà circondato da 6 booster a propellente solido in grado di dare il 20% di spinta in più. Li vedete nella grafica in cima al post.

L'ultimo stadio del lanciatore sarà inizialmente un Centaur, ma a partire dal 2023 è previsto il debutto del nuovo Upper Stage ACES (Advanced Cryogenic Evolved Stage) che darà al Vulcan il 30% in più di capacità di carico rispetto al gigante Delta IV Heavy, ad un costo comparabile a quello dell'attuale Centaur.

Il nuovo stadio ACES avrà la possibilità di riaccendere i propri motori un numero illimitato di volte, di manovrare in orbita e di estendere la propria operatività a settimane, mesi ed oltre.

E' un progetto molto ambizioso, il più innovativo ed efficiente ultimo stadio mai progettato, in grado anche di produrre energia elettrica. Con tutto questo ACES potrà raggiungere lo spazio CisLunare ed oltre.

Ecco un'altra novità importante. Verrà introdotta la nuova tecnologia SMART (Sensible Modular Autonomus Return Techonlogy) che permetterà il riuso della parte più costosa di Vulcan, i motori principali del booster, che da soli sono il 25% del peso del booster ed il 65% del suo costo.

L'idea è che dopo il termine della spinta del booster il comparto motori si separi dal veicolo e rientri per mezzo della tecnologia Advanced Inflatable Shield. Ne avevamo parlato qui


La discesa in atmosfera continua poi per mezzo di un paracadute e tutto il veicolo viene recuperato in volo da un elicottero che lo aggancerà con una specie di arpione.

Un'altra innovazione del progetto Vulcan è quella denominata Distributed Launch, la possibilità cioè di fare rifornimento in orbita per l'upper stage ACES, in modo che possa "gestire" payolad particolarmente pesanti o andare verso destinazioni "lontane".
Oppure potrebbe essere periodicamente rifornito e rimanere indefinitamente in orbita. Se pensate che potrebbe diventare il modulo propulsore di una stazione spaziale, beh, perché no? O magari potrebbe essere utilizzato per ripulire l'orbita da detriti spaziali.

Tutto ciò ad un prezzo di lancio annunciato essere inferiore a 100 Milioni di dollari (lo stesso ordine di grandezza di un lancio di un Falcon Heavy).

Guardate questa animazione



Enjoy!

Nella sua prima configurazione con Centaur il nuovo vettore dovrebbe essere in grado di immettere in orbita payload fino a 20 tonnellate, che diventano più di 40 nella versione con l'upper stage ACES.

Fonte dati, ULA.

AGGIORNAMENTO
Aggiungo anche i seguenti video che possono darci un'idea più concreta

ACES, parte 1 e 2





SMART, il riuso



Enjoy!

12 commenti:

  1. Segnalo un piccolo lapsus, il BE-4 é costruito dalla Blue Origin, non dalla Bigelow.

    Per il resto, un grande design, specialmente con l'ACES. Non vedo l'ora di vederlo volare!

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    1. Ovviamente si tratta di Blue Origin, come del resto indicato nell'URL presente. Grazie Alessandro.

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  2. Ma veramente vogliono acchiappare al volo un paracadute in discesa, agganciandolo con un elicottero?
    A me sembra un'idea folle...
    Il pilota dell'elicottero dovrebbe essere come minimo uno stuntman, perché avrebbe a disposizione un solo tentativo con un margine di errore ridottissimo.
    Se arrivasse in leggero ritardo al rendez-vous fallirebbe l'aggancio, ma se arrivasse in leggero anticipo il rotore si impiglierebbe nelle funi del paracadute... disastro assicurato!
    O forse la manovra sarà interamente affidata ai computer?
    Aldo

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    1. Non penso che sia cosi pericolosa come la fai sembrare
      https://www.youtube.com/watch?v=lftGq6QVFFI

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    2. La simulazione che tu hai postato è già più verosimile della precedente.
      Ma in entrambi i casi, pare che il paracadute sia fermo in aria ad attendere l'elicottero mentre invece sappiamo bene che non è così.
      Ora non so esattamente quale sia la velocità di discesa di un paracadute, ma immagino di alcuni metri al secondo.
      Quindi l'elicottero lo dovrebbe intercettare con un margine di tolleranza molto ma molto ridotto.
      Questa almeno è la mia opinione.
      Aldo

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    3. Aldo ritengo questo sistema più pericoloso per paragone
      https://www.youtube.com/watch?v=UsTIeZ03Hk8
      Qualcuno avrebbe potuto dire lo stesso su i due booster del Falcon Heavy che tornano assieme.

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    4. Ho visto il filmato: complimenti alla bravura dei piloti!
      Se noti però, in tutti i casi si tratta di un obiettivo fisso, che se ne sta fermo al suo posto aspettando di essere agganciato.
      Nel nostro caso la situazione è molto più complessa, perché il paracadute non sta fermo in aria ma scende velocemente, può deviare la traiettoria in funzione del vento, può anche ruotare su se stesso e non presentare il fianco come nella simulazione.
      Auguri, comunque...
      Ah, ogni paragone con i booster del Falcon non regge: lì non c'è un pilota umano che va "ad occhio" ma sensori e computer che svolgono tutto il lavoro (e lo fanno molto bene, a quanto abbiamo visto).
      Aldo


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    5. In futuro potrebbero usare elicotteri senza pilota per ovviare a questo problema comunque.

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    6. ... O passare all'atterraggio propulsivo...

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    7. Non penso sono due sistemi diversi serve molto tempo per svilupparlo, ma pure Arianne 6 dal 2025(forse) avrà un sistema col motore che si stacca e poi attera attentamente come fosse un aereo.

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  3. Sergio ma questo vettore in seguito non verrà certificato per il volo umano? dato che sostituirà l'Atlas V in futuro la navicella CST-100 verrà lanciato con questo razzo giusto?

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