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martedì 30 maggio 2017

Juno, pubblicati i primi risultati scientifici, un nuovo Giove molto più spettacolare!

(Credit NASA/JPL-Caltech/SwRI/MSSS/Betsy Asher Hall/Gervasio Robles)

NEWS SPAZIO :- Sono stati da poco pubblicati i primi risultati scientifici della sonda NASA Juno, in orbita intorno al Giove dal 4 Luglio dell'anno scorso.

Lanciata il 5 Agosto 2011, la sonda ha raggiunto il grande gigante gassoso immettendosi in orbita polare  ellittica il cui periodo è di 53 giorni. Nel suo passaggio più vicino (perigiove) Juno passa dal polo nord al polo sud del pianeta in circa 2 ore a 4.200 km di altitudine dalla cima delle sue nubi.

Due pubblicazioni nella rivista Science e ben 44 articoli nella rivista Geophysical Research Letters riassumono quando gli scienziati hanno scoperto nei dati registrati dal primo flyby scientifico della sonda. Ne emerge un nuovo Giove, più complesso, turbolento e più spettacolare.



Innanzi tutto date un'occhiata alla foto spettacolare pubblicata in cima al post. Si tratta di un mosaico di varie immagini riprese da JunoCam in 3 orbite distinte, combinate insieme per mostrare tutta l'area illuminata dal Sole.
Quello che vedete è il polo sud di Giove ripreso da 52.000 km di altitudine. Le forme ovali sono cicloni, che possono avere un diametro fino a 1.000 km. Ma ve ne sono di molto più grandi.

Diane Brown (Juno program executive, NASA Headquarters, Washington): "Siamo entusiasti di condividere queste prime scoperte che ci aiutano a comprendere meglio cosa rende Giove così affascinante. E' stato un lungo viaggio raggiungere Giove, ma questi primi risultati ci dimostrano già che ne è valsa la pena".

Scott Bolton (Juno principal investigator, Southwest Research Institute, San Antonio): "C'è così tanto qui che non ci aspettavamo di dover fare un passo indietro  cominciare a ripensare a tutto ciò come ad un nuovo Giove".

Tra i risultati che sfidano le attuali ipotesi vi sono quelli forniti dalla fotocamera JunoCam. Le sue foto ci mostrano che entrambi i poli di Giove sono ricoperti da tempeste vorticose grande come il nostro Pianeta che sono densamente raggruppate e che si "strofinano" tra loro.

Bolton: "Siamo sbalorditi da come queste possano essersi formate, da quanto sia stabile la configurazione e dal perché il polo nord di Giove non somigli al polo sud. Ci stiamo chiedendo se questo sia un sistema dinamico del quale vediamo giusto una fase e che nel prossimo anno vedremo scomparire, oppure se è una configurazione stabile e queste tempeste circolano l'una intorno all'altra".

Un'altra sorpresa proviene dallo strumento MWR (Microwave Radiometer) che misura la radiazione a microonde termica dell'atmosfera, dalla sommità dell nuvole di ammoniaca fino in profondità all'interno della sua atmosfera.
Ebbene, i dati di MWR indiano che le cinture di Giove e le aree che conosciamo e che sono diventate iconiche per la nostra visione del grande pianeta, sono misteriose, con la cintura vicino all'equatore che penetra fino in fondo, mentre le cinture e le zone ad altre latitudini sembrano evolvere in altre strutture. I dati sembrano suggerire che l'ammoniaca è piuttosto variabile e che continua ad aumentare mentre si penetra più in profondità (nell'atmosfera), almeno fino a dove si riesce ad arrivare con MWR, poche centinaia di chilometri.

Prima della missione Juno era risaputo che Giove aveva il campo magnetico più intenso dell'intero sistema solare.
Le misurazioni della sua magnetosfera effettuate da MAG (Magnetic Field Experiment) indicano che il campo magnetico di Giove è addirittura più forte di quanto indicato dai modelli. Esso è anche più irregolare nella sua forma.
I dati di MAG mostrano che il campo magnetico ha superato grandemente le aspettative a 7,766 Gauss, circa 10 volte più forte del più forte campo magnetico trovato sulla Terra.

Jack Connerney (Juno deputy principal investigator, a capo delle analisi sul campo magnetico al centro NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, Maryland): "Juno ci sta dando una visione del campo magnetico vicino a Giove che non avevamo mai avuto prima. Già vediamo che il campo magnetico appare irregolare: è più forte in alcuni punti e più debole in altri. Questa distribuzione irregolare suggerisce che il campo possa essere generato da un'azione [tipo] dinamo più vicina alla superficie, sopra lo strato di idrogeno metallico. Ogni flyby che effettuiamo ci porterà più vicino a determinare dove e come funziona la dinamo di Giove".

Juno è progettata anche per studiare la magnetosfera polare e l'origine delle potenti aurore Gioviane. Queste emissioni di luci (del nord e del sud) sono causate da particelle che prendono energia andando a sbattere con le molecole dell'atmosfera. Le prime osservazioni di Juno indicano che questo processo sembra funzionare in maniera differente rispetto a quanto accade sulla Terra.

La prossima traiettoria orbitale vicino a Giove avverrà il prossimo 11 Luglio e passerà proprio sopra una delle caratteristiche più conosciute del grande gigante gassoso, la sua grande macchia Rossa.

Vi lascio con un'altra immagine meravigliosa

(Credit NASA/SWRI/MSSS/Gerald Eichstädt/Seán Doran)

la sequenza di avvicinamento di Juno a Giove durante un flyby orbitale, 14 immagini bellissime, dove la 1° a sinistra è il polo nord e l'ultima il polo sud.
Alla risoluzione massima è incredibilmente spettacolare. La trovate qui.

Fonte dati, NASA.

8 commenti:

  1. Sergio e vero che alla fine della sua missione la sonda si "immergerá" dentro Giove? tipo Cassini su Saturno.

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  2. Si, a fine missione Juno verrà fatta deorbitare in Giove, a Febbraio 2018.

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    1. Quindi dovremmo aspettarci nuove foto di Giove da distanza ravvicinata mai viste prima immagino :)

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  3. Un mondo inesplorato, inimmaginabile per noi essere umani, legati al concetto di "cielo" e "terra". Vorticosi gas venefici che turbinano in mezzo a tempeste secolari costantemente in movimento. Peccato non aver filmati in alta risoluzione che mostrino questi fluidi in moto. Ne arriveranno? Giorgio

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    1. La Nasa sta sviluppando una tecnologia laser per comunicare una grossa mole d`informazione alla velocita della luce ,penso che le future sonde implementeranno questa tecnologia.

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  4. alex s c'è una cosa che non capisco, la fisica quantistica dice che modificando un elettrone in uno spazio modificherà anche l'elettrone "specchio" chissà dove istantaneamente. ora mi chiedo, x comunicare nello spazio questo sarebbe utilissimo basterebbe prendere un fotone "clonarlo" o dividerlo in 2 o più parti piazzarne uno su una nave ed un altro a terra. interagendo con quel fotone ad es: parlando o inviando immagini/informazioni istantaneamente la sua controparte, il suo specchio, lo riceverebbe senza ritardi e senza bisogno di crittografie varie. sarebbe perfetto!

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    1. Michele non funziona cosi , nulla può andare più veloce della luce stessa cosa per i fotoni
      https://www.focus.it/scienza/scienze/velocita-della-luce-superare

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