Cerca in News Spazio

venerdì 26 maggio 2017

Electron, successo nel lancio inaugurale del nuovo razzo vettore dell'azienda privata Rocket Lab, video


NEWS SPAZIO :- Una nuova azienda spaziale privata ha avuto attenzione planetaria in questi giorni. Si tratta di Rocket Lab, azienda USA che ieri Giovedì 24 Maggio è entrata a far parte del gruppo di compagnie commerciali che hanno raggiunto lo spazio.

Ha infatti avuto luogo la missione (simpaticamente denominata) "It's a Test" in cui ha fatto il debutto il razzo vettore Electron, realizzato da Rocket Lab.

Il lancio ha avuto luogo dalla Nuova Zelanda, nel Launch Complex 1 della penisola Mahia.

Il test è stato un successo, ed anche se non è stata raggiunta l'orbita Terrestre si è trattato di un evento spettacolare.




Rocket Lab, fondata nel 2006 da Peter Beck, ha ricevuto negli anni vari finanziamenti per la realizzazione di Electron. La loro Vision è abbattere le barriere per raggiungere lo spazio offrendo voli commerciali molto frequenti. Obiettivo è arrivare a lanciare una volta a settimana (2 volte a settimana nel lungo termine).

Electron è un lanciatore orbitale per piccolo-medio carico, fino a 150 kg di payload, dedicato al mercato dei piccoli satelliti. E' alto 17 metri ed ha due stadi.

Se vi sembra di aver già letto di Electron in queste pagine avete ragione, uno dei clienti di Rocket Lab è infatti il team Americano Moon Express in gara per il Google Lunar XPRIZE quest'anno.

Il 1° stadio del razzo è lungo 12 metri ed è alimentato da 9 motori Rutheford, progettati e realizzati anch'essi da Rocket Lab.

Realizzato nelle sue componenti primarie mediante Stampa 3D, si tratta del 1° motore a razzo che utilizza un ciclo a propulsione elettrica (electric propulsion cycle) dove le turbopompe sono guidate da motori elettrici per gestire propellente ed ossidante


Maggiore semplicità di progetto e migliore precisione nel controllo delle pompe si traduce in maggior precisione nella gestione della percentuale di propellente ed ossidante e maggior precisione nella variazione di spinta.
Questo però si paga con la necessità di avere un pesante gruppo di batterie elettriche per alimentare i motori delle pompe (più di 1 Megawatt di potenza per il 1° stadio) che portano via peso utile per il carico.

Il 2° stadio di Electron è alimentato da 1 motore Rutheford ottimizzato per il vuoto spaziale.

Piccola nota tecnica, Rutheford offre 18KN di spinta al livello del mare, arrivando a 21KN nel vuoto, per un impulso specifico di 303 secondi.
La variante per il 2° stadio invece produce 22KN di spinta per 333 secondi di impulso specifico.

Mi piace molto che la Stampa 3D sia utilizzata in maniera "importante" per la realizzazione del motore. La camera, gli iniettori, le pompe e le valvole del propellente sono tutte realizzate in Additive Manufacturing, tecnologia fondamentale per diminuire i costi di produzione ed i tempi di costruzione (da mesi a giorni), che si traduce inoltre in una forte capacità di scalare verso l'alto, uno degli obiettivi annunciati di Rocket Lab.

Ma veniamo al test.

Electron è partito alle 6:20 ora Italiana. Il 1° stadio ha spinto il veicolo per 2 minuti e mezzo, dopodiché 4 secondi dopo il suo spegnimento (MECO, Main Engine Cut Off) c'è stata la separazione dal 2° stadio, il quale a T+ 2 min e 36 sec ha acceso il propulsore per una durata prevista di 4 minuti e 50 secondi.

A 3 minuti e 7 secondi è avvenuto lo sganciamento della carenatura protettiva del payload, che in questo primo volo di test era costituito da strumentazione per monitorare la missione.
Sono state registrate circa 25.000 tracce distinte di dati.

L'orbita di destinazione prevista era di 300 x 500 km, con inclinazione di 83°. Electron però non ha raggiunto la velocità orbitale ed il veicolo invece di immettersi in orbita ha continuato a viaggiare secondo una traiettoria balistica, completando un arco di parabola discendente e ricadendo sulla Terra.

Rocket Lab ha 25.000 canali di dati da analizzare per scoprire cosa ha impedito l'immissione in orbita, ma l'entusiasmo è grandissimo per aver raggiunto lo spazio. I voli di test servono proprio a questo (dico io).

Peter Back, fondatore e CEO di Rocket Lab: "E' stato un grande volo. Abbiamo avuto una grande accensione del 1° stadio, separazione degli stadi, accensione del 2° stadio e separazione della carenatura. Non abbiamo raggiunto l'orbita e stabiliremo il perché, tuttavia raggiungere lo spazio nel nostro primo test ci mette in una posizione incredibilmente forte per accelerare la fase commerciale del nostro programma, portare i nostri clienti in orbita e rendere lo spazio aperto per il business".

Nelle prossime settimane assisteremo ad altre due missioni di test di Electron, prima di iniziare l'attività commerciale.

Per adesso rivediamo il bel video del lancio



Avete visto che sito di lancio spettacolare? Molto suggestivo, no?



Enjoy!

Immagini, credit Rocket Lab.

Fonte dati, Rocket Lab.

3 commenti:

  1. Ottimo, più sono meglio è, le agenzie private a mio avviso sono il futuro del trasporto spaziale; facendo un passo indietro, sicuramente Sergio hai saputo della morte dell' astrofisico Giovanni Bignami (scusa Sergio se vado fuori tema) grande scienziato, che riusciva a comunicare, sia con il grande pubblico, che con esperti di astronomia
    Una grande perdita sia a livello umano che professionale.
    Nico

    RispondiElimina
  2. Sergio si conosce il costo del lancio?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non ricordo male, l'obbiettivo é arrivare a qualcosa dell'ordine dei 4-5 milioni di dollari a lancio

      Elimina

Chiunque può liberamente commentare e condividere il proprio pensiero. La sola condizione è voler contribuire alla discussione con un approccio costruttivo e rispettoso verso tutti. Evitate di andare off-topic e niente pubblicità, grazie.