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mercoledì 21 ottobre 2015

KIC 8462852, un affascinante mistero astronomico tutt'altro che Alieno, by Kepler

(Credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Girano da alcuni giorni in rete parecchie notizie su di una stella molto strana individuata dal telescopio spaziale Americano Kepler, la più strana individuata fino ad oggi.

Si tratta di KIC 8462852 e sono stati tirati in ballo addirittura gli alieni. Naturalmente questo è pane sopratutto per le testate giornalistiche tradizionali che anche molto esplicitamente fanno intendere che qualcosa di sensazionale - e quindi degno di un mega scoop - sia dietro l'angolo, sacrificando però obiettività, onestà intellettuale e senso critico e quindi professionalità, correttezza ed etica.

Da questo blog abbiamo seguito la missione Kepler, il cacciatore di esopianeti simili alla Terra, sin dal suo inizio, praticamente abbiamo volato con lui, sin dal lancio avvenuto nel 2009 e ne abbiamo condiviso le principali incredibili scoperte.
Il riferimento per chi ne volesse sapere di più è come sempre la sezione del blog a lui dedicata


E per quanto riguarda KIC 8462852 vediamo come stanno davvero le cose.



La missione Kepler ha l'obiettivo di individuare pianeti lontani simili al nostro Pianeta. Per far questo il telescopio è stato puntato per anni verso una piccola regione di cielo tra la costellazione del cigno e quella della Lira ed ha esaminato con altissima precisione quella piccola fetta di cosmo.

Sono state analizzate più di 150.000 stelle ed il metodo utilizzato per individuare pianeti in orbita intorno ad una stella lontana è stato quello di registrare continuamente la luminosità dell'astro a caccia di lievi diminuzioni che possano essere provocate dal transito del pianeta in questione "davanti" alla stella, rispetto al punto di osservazione di Kepler.
Tale passaggio ha "occultato" un po' della luce emessa della stella che ha quindi raggiunto la sonda con intensità lievemente minore.

Un pianeta che si trovi in orbita intorno ad una stella lontana produce una diminuzione regolare e periodica della luce che viene registrata da Kepler. Ad esempio, se questo esopianeta ha un periodo orbitale di 50 giorni, allora nei dati della luminosità registrati dalla sonda NASA relativi a quella stella troveremo una diminuzione ricorrente che si ripete ogni 50 giorni.

Naturalmente il pianeta deve trovarsi tra la stella e Kepler durante il suo passaggio, cioè l'asse Kepler-stella deve appartenere al piano orbitale dell'esopianetea affinché questo occulti un po' della luce emessa dall'astro e poi registrata dai sensori di Kepler.

Ecco un grafico che aiuta a comprendere la situazione


(Credit NASA)

Questo per dirla in breve. Ma la cosa importante è che i risultati di questa missione sono stati eccezionali, hanno cambiato definitivamente le nostre conoscenze sui pianeti lontani e sul loro numero nella nostra galassia, facendoli diventare molto più comuni di quanto ritenuto in passato.

Sono più di 1000 gli esopianeti individuati da Kepler nei suoi primi quattro anni di missione e più di 4000 le tracce di esopianeti-candidati che gli scienziati devono studiare approfonditamente per confermarne o meno l'effettiva esistenza.

E veniamo alla stella KIC 8462852. Essa si trova a circa 1500 anni luce da noi ed è una delle stelle studiate da Kepler. E' stata infatti osservata dal telescopio spaziale per più di 4 anni, misurandone la luminosità ogni 30 minuti. E la sua curva di luminosità è davvero molto particolare.
Eccola

(Credit Boyajian et al.)

Ne sono riportate due, quella in basso ha una scala più piccola per mostrare più dettagli.

Questo è quanto riporta uno studio condotto su tale stella da un gruppo di scienziati guidati da Tabetha Boyajian (Univesità Yale). Eccolo


Dal grafico in alto si osservano variazioni di luminosità irregolari, con picchi verso il basso che arrivano ad una diminuzione di segnale fino anche a superare il 20% circa, per una durata che va dai 5 agli 80 giorni.

Si distinguono chiaramente due eventi "importanti", uno a poco meno di 800 giorni ed un altro poco dopo il 1500° giorno di osservazione. Quest'ultimo nel suo picco minimo ha un valore che da circa 1.00 scende a meno di 0.80, ben più del 20% in meno. Eccoli qui sotto

(Credit Boyajian et al.)

Qui sopra il primo evento stranissimo e qui sotto ecco il secondo
(Credit Boyajian et al.)

Una diminuzione di luminosità del 20% è davvero tanto. Non può trattarsi di un pianeta che passa davanti alla stella, poiché un esopianeta delle dimensioni della Terra arriva a far decrescere la luminosità della sua stella di appena una frazione dell'1%, mentre un esopianeta grande come il gigante gassoso Giove può raggiungere l'1% di occultazione.

Lo studio di Boyajian analizza questi dati e presenta varie possibili ipotesi di spiegazione per questo fenomeno davvero molto strano, orientandosi in particolare su di una. Ecco uno stralcio:

"By considering the observational constraints on dust clumps orbiting a normal main-sequence star, we conclude that the scenario most consistent with the data in hand is the passage of a family of exocomet fragments, all of which are associated with a single previous breakup event. We discuss the necessity of future observations to help interpret the system".

[Trad.] "Considerando i vincoli delle osservazioni sui agglomerati di polvere in orbita intorno ad una normale stella nella sequenza principale, concludiamo che lo scenario più coerente con i dati che abbiamo in mano è il passaggio di una famiglia di frammenti di esocomete, tutti associati ad un singolo precedente evento di disgregazione. Esponiamo la necessità di osservazioni future per aiutare ad interpretare il sistema".

E questo è praticamente tutto, almeno per quanto concerne i fatti veri e propri.

Dal sito di Universe Today leggo poi che Tabetha Boyajian ha chiesto un parere a Jason Wright (assistant professor of astronomy, Penn State University), il quale ha tirato fuori, tra le altre cose, un'ipotesi da lui stesso indicata come l'ultima ipotesi possibile, cioè che l'anomalia nella luminosità di KIC 8462852 possa essere causata da gigantesche - tanto tanto gigantesche - strutture artificiali in orbita intorno alla stella per generare energia.
Si tratterebbe di un concetto molto simile alle sfere di Dyson, giganteschi pannelli solari che circondano un pianeta, ipotizzati negli anni '60 del secolo scorso dal fisico Freeman Dyson.
Quest'ipotesi farebbe quindi spazio ad un'ipotetica civiltà aliena così avanzata da realizzare strutture orbitali così grandi da nascondere la luce della propria stella pari a venti volte rispetto a quanto potrebbe occultare Giove!

Sempre da Universe Today leggo che Wright, Boyajian e vari volontari del progetto Planet Hunters (che hanno lavorato alla ricerca) hanno indirizzato al SETI la proposta di dirigere le loro antenne telescopiche per mettersi in ascolto nella direzione di KIC 8462852.

A scanso di equivoci ci tengo a sottolineare che non voglio affossare ogni "ipotesi aliena". Vorrei davvero e con tutte le mie forze trovare una prova dell'esistenza di altre civiltà nello spazio. Personalmente sono convinto che l'universo sia pieno di vita - e di vita intelligente! - , ma in questo blog si parla di scienza e ciò non può prescindere da una semplice considerazione: ogni ipotesi resta tale fino a che non si trovano prove oggettive che la facciano diventare una verità scientifica.
E se si vuole restare all'interno di quel giardino chiamato Scienza, senza prove non si può affermare né A e né il contrario di A. Non c'è altro! E purtroppo spesso è proprio questo l'elemento fondamentale che i non addetti ai lavori trascurano di prendere nella giusta considerazione.

Se chiedete ad uno scienziato se è possibile che un segnale strano come quello di KIC 8462852 possa significare che siamo davanti ad una qualche gigantesca opera aliena, la sua risposta non può che essere "Si, è possibile!".
Ma questo non significa assolutamente "Sì, è davvero così!". Al contrario va letto come un "E' un'ipotesi ammissibile e che potrebbe risultare vera se ci sono prove sufficienti". E senza prove non è possibile fare nessuna affermazione, né a favore e né contro.

Ma come sappiamo bene più le ipotesi sono fuori dal comune e più risalto e visibilità ricevono dalla maggior parte dei media. Quindi fate attenzione quando leggete titoloni, cercate sempre le fonti della notizia ed andate a verificare di persona!

Comunque, le probabilità che l'intrigante mistero di KIC 8462852 sia un fenomeno naturale sono di gran lunga superiori ad ogni altra possibilità, come affermato dagli stessi scienziati impegnati nello studio.

E la conclusione da loro stessi proposta è - e non può che essere altrimenti - che occorrono nuove indagini per arrivare ad una conclusione certa.
E questa sì che è scienza!

4 commenti:

  1. È solo il consueto traffico di turisti che vanno e rientrano dalle vacanze nelle varie località turistiche sui vari pianeti, questo è.
    Ovvio che oscurano la stella, lì di viaggiatori ce ne sono tanti, con navi spaziali straordinariamente grandi e comode!
    Non ci vuole essere scienziati per capirlo ...

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  2. Direi che gli unici che possono commentare i fatti sono i diretti interessati.

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  3. Splendido articolo.
    Complimenti a Sergio.
    Personalmente credo che una struttura artificiale delle dimensioni richieste dovrebbe comunque possedere un proprio moto orbitale e quindi un comportamento magari strano, ma più regolare e prevedibile.
    Secondo me la cosa più importante della notizia è che dimostra che attualmente abbiamo raggiunto le capacità tecniche, sia osservative che di analisi, in grado di rilevare ed evidenziare fenomeni di questo tipo.
    Probabilmente non abbiamo scoperto nessuna sfera di Dyson ma abbiamo dimostrato di essere in grado di farlo.
    Un’ulteriore successo di Kepler, una missione, cominciata in sordina ma che si sta dimostrando una pietra miliare dell’astronomia spaziale.

    Ramiro

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  4. Io credo che sarà questa la generazione, la nostra intendo, a scoprire la vita extraterrestre. Se poi gli Alieni siano già atterrati o se siamo soli sulla Terra, io questo non lo so. Io credo che sia molto più probabile trovarli con la scienza, grazie all’astronomia, ad esempio con i grandi radiotelescopi del progetto Breakthrough Initiatives promosso da Yuri Milner. Mi sembra il modo migliore per poter fare questa scoperta. E io penso che accadrà nel giro di pochi anni.

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