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domenica 17 maggio 2015

Proton-M, un altro incidente durante un lancio spaziale Russo, distrutto razzo vettore e satellite, video del lancio

(Credit Roscosmos)

NEWS SPAZIO :- Un altro incidente durante un lancio spaziale Russo ed un'altra distruzione in atmosfera. Dopo circa tre settimane dal fallimento della missione di Progress 59, un analogo scenario si  è verificato ieri Sabato 16 Maggio.

Alle 7:47 ora Italiana è partito dal Cosmodromo di Baikonur in Kazakistan il razzo vettore Proton-M con il compito di immettere in Orbita di Trasferimento Geostazionario (GTO) il suo payload costituito dal satellite per telecomunicazioni Messicano MexSat-1.

Un lancio perfetto, un'ascesa assolutamente 'nominal'. Telemetria ed attività dei primi due stadi del razzo regolari. E' durante l'accensione del 3° stadio che qualcosa non ha funzionato, al punto da far precipitare sulla Terra l'intero veicolo spaziale.



A T=0 il lancio, con l'accensione dei sei motori RD-275M del primo stadio. Una traiettoria inizialmente verticale e poi la manovra di rotazione che ha immesso il veicolo nel giusto sentiero di ascesa, inclinato di 61,3° per tutte le missioni che puntano a GTO. Direzione nordest per un passaggio sopra la Russia e poi sull'Oceano Pacifico.

A T+1 min e 59 sec lo spegnimento del 1° stadio, la separazione di quest'ultimo dal resto del lanciatore e l'accensione del 2° stadio del razzo vettore. Tutto regolare, per un'accensione di 3 minuti e 28 secondi.

Ha fatto seguito la separazione del 2° stadio e l'accensione del 3° stadio per immettere il satellite nel giusto sentiero di trasferimento orbitale. La spinta avrebbe dovuto durare 4 minuti.

La telemetria indicava che tutti i parametri di volo erano regolari fino a T + 480 secondi dopo il lancio. A ciò è seguito un allarme di Launch Anomaly, a circa otto minuti e mezzo di volo.

L'Agenzia Spaziale della Federazione Russa Roscosmos ha emanato un comunicato per informare della situazione di emergenza, senza dare altri dettagli.
ILS (International Launch Services, la joint venture US-Russa che gestisce i voli commerciali di Proton) inizialmente aveva dichiarato di continuare ad avere dati di tracciamento ma non di telemetria.

Il problema verificatosi sembra essere legato al motore RD-0214 del 3° stadio, che come ha poi  confermato Roscosmos ha operato 'off-nominal' imprimendo al veicolo una velocità minore. Qualcosa di molto simile all'incidente avvenuto l'anno scorso sempre a Maggio e sempre durante il lancio di un Proton-M. Anche lì il problema era dovuto al motore del 3° stadio.

Il risultato di tutto questo è che il veicolo spaziale dopo aver raggiunto altitudine massima di 160 km è inevitabilmente ricaduto sulla Terra.

Secondo l'Agenzia di Stampa Russa Tass l'area interessata dal rientro è a sudovest della regione siberiana Baikal.
E' però probabile che 160 km di altitudine siano stati sufficienti per provocare la distruzione di tutto il veicolo durante il rientro, senza produrre detriti che possano aver impattato al suolo. Punto interrogativo sul propellente velenoso a bordo del razzo.

Il primo Ministro Russo Dmitry Medvedev ha ordinato di istituire una commissione di investigazione per stabilire cause e responsabilità dell'incidente.

Ecco il video del lancio



qui sotto il replay della lunga diretta video 



Tra le altre cose, ho letto sempre sul sito web de la Tass che vi è stato un problema durante l'accensione del razzo Proton sulla Stazione Spaziale Internazionale nella manovra programmata per innalzare periodicamente l'orbita dell'avamposto orbitale. Ecco l'articolo


Anche qui sono in corso le investigazioni per individuare le cause dell'incidente.

3 commenti:

  1. Non vorrei parlar male della Russia proprio, in questo triste momento Sovietico, ma credo che loro siano finiti negli anni 80' ed adesso campano di rendita post Comunismo, ma NON sono più quella grande Potenza tecnologica, ma solo Economica.

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  2. Scusami Sergio, quanti soldi sono andati in fumo con questi due ultimi tragici lanci?

    Non ho idea del costo in milioni, se ne sa nulla?

    Io da questi fallimenti sono piuttosto colpito, speriamo almeno nell'effetto collaterale di commissionare alle agenzie commerciali i prossimi lanci.

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  3. Il satellite, come la quasi totalità dei satelliti per telecomunicazioni commerciali, è assicurato e quindi la perdita è coperta. Chiaramente nessuno rimborserà la società messicana che lo gestisce dei mancati introiti che avrebbe guadagnato utilizzandolo.
    Il Proton, nei lanci di satelliti stranieri come questo, è gestito da una società commerciale americana, l’ILS (International Launch Service) americana. E’ una società creata negli anno ’90 dalla Loockheed Martin americana e Khrunichev russa con utilizzo dell’Atlas 5 e Proton per lanci commerciali. Questa società ha avuto un enorme successo negli anni successivi dividendosi assieme ad Arianespace la quasi totalità dei lanci geostazionari nei primi anni 2000.
    Successivamente la Loockheed ne è uscita per andare a creare con Boeing l’ULA, la società commerciale di lancio che gestisce tutti i lanci di Delta 4 e Atlas 5 civili e militari, e la maggioranza di ILS è passata in mani russe pur rimanendo legalmente americana con quartier generale negli Stati Uniti.
    Purtroppo in questi ultimi anni la Russia sembra avere grossissimi problemi di controllo produzione e i fallimenti stanno aumentando in maniera imbarazzante. Vivono per lo più di tecnologia ex-sovietica con aggiornamenti più o meno limitati, spesso effettuati con finanziamenti occidentali ma sembra che non riescano più a garantire l’affidabilità, che in certi settori, riuscivano a garantire fino a qualche anno fa grazie appunto a una tecnologia ben collaudata.
    Le cause penso siano molteplici: mancanza di fondi, dirigenza scadente, corruzione e difficoltà di mantenere personale qualificato e motivato per sostituire il personale ormai in pensione o deceduto che ha garantito i passati successi russi del passato.
    Finora tutti i tentativi di migliorare la situazione non hanno dato i frutti sperati. Speriamo riescano a mantenere almeno l’impegno nella stazione spaziale. Anche con la Dragon 2 e Cst 100 operative sarà difficile gestirla senza i russi.

    Ramiro

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