Cerca in News Spazio

venerdì 28 febbraio 2014

Pubblicato dalla NASA il rapporto sull'incidente avvenuto a Luca Parmitano durante ISS EVA-23


NEWS SPAZIO :- La NASA ha pubblicato un rapporto di ben 222 pagine come risultato dell'indagine sull'incidente avvenuto all'astronauta Italiano Luca Parmitano durante l'attività extraveicolare ISS EVA-23 dello scorso 16 Luglio insieme all'astronauta NASA Chris Cassidy.

Ne abbiamo parlato qui, .Luca ha avuto il sangue freddo e la prontezza di reagire bene alla situazione potenzialmente molto pericolosa e tutto si è risolto per il meglio.

Tornando al report NASA sull'accaduto, sebbene siano forniti tutti aspetti tecnici del problema, le cause all'origine del perché ultimo sono ancora sotto investigazione.



Il rapporto NASA sull'incidente lo trovate al seguente indirizzo


Come puntualizza giustamente il sito UniverseToday, passarono ben 23 minuti da quando Luca segnalò per la prima volta la presenza di acqua nel proprio casco a quando NASA gli disse di interrompere l'attività e fare ritorno sulla Stazione. Come mai tutto questo tempo?

Il fatto che nessuno, a Terra a bordo della Stazione, avesse immediatamente compreso la gravità del problema ha esposto Luca ad un aumento del livello di rischio (pag. 16 del rapporto).
Cosa è successo? Come ricorderete Luca e Chris avevano in programma due attività extraveicolari. La 1° di esse, ISS EVA-22, si è svolta il 9 Luglio e durante poco più di 6 ore di lavoro tutti i task sono stati svolti con successo.

La notizia che ho scoperto adesso leggendo il rapporto è che al termine della 1° EVA, era stata trovata dell'acqua nell'elmetto di Luca, 0,5-1 litro. Si tratta della stessa tuta che Luca ha usato anche per la ISS EVA-23.

Però, poiché Luca e Chris una volta rientrati nell'Airlock al termine dell'EVA, durante i controlli incrociati (l'uno la tuta dell'altro), non avevano segnalato presenza di acqua (nell'elmetto di Luca), ciò ha portato la NASA a concludere che l'acqua potesse essere entrata durante la repressurizzazione. In questo tempo Luca guardava verso il basso ed era proteso in avanti, e poteva aver premuto con il petto il sacchetto che contiene l'acqua da bere e toccato - ovviamente inavvertitamente - con il mento la valvola di apertura, la quale aprendosi aveva rilasciato acqua nell'elmetto.

Il team a Terra ha accettato questa analisi da parte dell'equipaggio e la cosa si è chiusa così, senza ulteriori indagini né raccomandazioni, se non quella di sostituire il sacchetto dell'acqua da bere nella tuta di Luca in preparazione per la successiva EVA, ISS EVA-23.

Col senno di poi sembra piuttosto evidente che la perdita d'acqua avvenuta durante la 1° EVA possa essere stato un evento correlato con quanto accaduto in seguito. Ma quando, durante ISS EVA-23 a 44 minuti dall'inizio, Luca segnalò la presenza di una moderata quantità d'acqua nella parte posteriore del suo casco, il pensiero iniziale fu quello di una perdita nel sacchetto dell'acqua da bere. L'EVA poteva quindi continuare visto che la quantità d'acqua nel sacchetto stesso non avrebbe rappresentato un problema.

Ma presto risultò chiaro che l'acqua stava provenendo da un'altra parte e che stava continuando a riempire il casco, creando così una situazione pericolosa ed un concreto rischio di annegamento per l'astronauta. Fu quindi dichiarata terminata l'EVA e Luca poté tornare, sia pure con qualche difficoltà, all'interno dell'Airlock.

Iniziarono subito le investigazioni per venire a capo del problema con la formazione di un apposito Mishap Investigation Board.


Sono state fatte molteplici analisi sulla tuta per individuare il percorso seguito dall'acqua per arrivare all'interno del casco ed è stato determinato che questa era entrata dalla porta T2 posta nella parte posteriore dell'elmetto, porta attraverso cui arriva normalmente l'aria dall'Oxygen Ventilation Loop (il circuito di ventilazione dell'ossigeno).

Connesso a T2 vi è il Fan Pump Separator, il quale è stato identificato come componente che si è guastato consentendo all'acqua di raggiungere il casco.


Il Fan Pump Separator è un dispositivo molto importante. Esso (1) fa circolare aria ed ossigeno attraverso l'Oxygen Ventilation Circuit che trasporta la CO2 espirata alle cartucce di rimozione della CO2 ed invia il gas attraverso il sublimatore per il raffreddamento e la rimozione dell'umidità e (2) trasporta il fluido di raffreddamento e rimuove l'acqua dal circuito di ventilazione per condizionare l'aria che viene poi restituita all'astronauta attraverso la porta T2 del casco.

Il fatto che il Fan Pump Separator fosse stato in grado di trasportare acqua all'interno dell'elmetto è stato una novità del tutto sconosciuta per gli ingegneri, poiché durante i test a Terra (quindi ad 1G) quando gli è stata immessa acqua la pompa si era bloccata e non aveva quindi trasportato acqua. Non vi era quindi alcuna conoscenza del fatto che il sistema potesse continuare a funzionare nel caso di presenza di acqua.

Il Fan Pump Separator guasto è stato rimosso dalla tuta e sostituito con una nuova unità inviata sulla Stazione con il cargo Progress M-20M. Il dispositivo è stato poi rimandato a Terra con un successivo volo di ritorno della capsula Soyuz ed è stato sottoposto ad un'estensiva serie di test, in tutte le sue parti.

Il report della commissione va ancora molto in dettaglio con gli aspetti tecnici, arrivando ad individuare varie raccomandazioni ad alta priorità (Livello 1) che devono essere messe in essere prima del ripristino delle normali attività EVA.
Vengono indicate anche altre raccomandazioni di Livello 2 e la NASA fa sapere che ha intenzione di seguire tutte le raccomandazioni presentate per riprendere con le normali attività EVA a Giugno o Agosto. Qui sotto il programma delle EVA fino al 2019


Nel frattempo nel caso si presentasse la necessità di effettuare EVA di emergenza, queste potranno avere luogo - come è accaduto a Dicembre per sostituire una pompa per l'ammoniaca guasta - considerato che NASA ha implementato per queste nuove misure di sicurezza.

Immagini, credit NASA.

17 commenti:

  1. Buon pomeriggio Sergio. Nell'articolo parli del fatto che sul Fan Pump Separator era stato fatto un preciso test a terra (ma eseguito a pressione atmosferica) che non aveva evidenziato problemi di sorta (parlo al trapassato prossimo perchè almeno io dalle tue parole ho inteso la prova eseguita nel passato e non dopo l'incidente)
    Mi domando se le indagini effettuate dopo l'incidente hanno visto anche un nuovo test a terra della pompa, ma stavolta simulando le condizioni presenti in orbita. Probabilmente la risposta è nel documento Nasa, ma non sono riuscito a scaricare il pdf.
    Altra cosa che mi rende perplesso, troppo per non dubitare di essermi perso in un ragionamento errato per non aver colto bene io qualche dettaglio fondamentale.
    Se la pompa in questione serve a far circolare nell'elmetto l'aria respirabile, e se i tecnici finora credevano che in presenza d'acqua la pompa avrebbe smesso di funzionare, questa interruzione del funzionamento non è stata considerata ugualmente un problema pericoloso? Questo pensando io che l'astronauta, in caso di passaggio di acqua, avrebbe si eliminato il rischio di vedersi il casco riempire di liquido, ma allo stesso tempo avrebbe dovuto subire l'interruzione del flusso dell'aria necessaria a sopravvivere.

    Grazie per gli eventuali chiarimenti che potrai darmi. Massimo

    RispondiElimina
  2. Ciao Massimo, non capisco il primo pezzo del tuo scritto...:
    @Nell'articolo parli del fatto che sul Fan Pump Separator era stato fatto un preciso test a terra (ma eseguito a pressione atmosferica) che non aveva evidenziato problemi di sorta

    Sergio afferma invece:
    @poiché durante i test a Terra (quindi ad 1G) quando gli è stata immessa acqua la pompa si era bloccata e non aveva quindi trasportato acqua

    Quindi non afferma che non ci sono stati problemi di sorta ma che la pompa è andata in blocco!!
    Quindi ha smesso di funzionare.

    A parte questo, il tuo ragionamento non fa una piega e la domanda che poni non è per niente banale.
    Spero solo che Sergio riesca a risponderci e che non dovremo aspettare un nuovo rapporto...

    Rimane lo sgomento di fronte a quanto tempo è passato per avere delle risposte precise ma non esaustive..., in una prossima missione lontano dalla Terra, i nostri eroi avranno bisogno di risposte molto più precise e tempestive, per riparare i danni e superare i momenti di difficoltà...
    Se oggi dobbiamo aspettare dei mesi per sapere qual è il problema siamo messi peggio di 40 anni fa quando, per esempio, durante la missione
    dell'Apollo 13 la NASA trasformò una possibile tragedia in una dimostrazione di efficienza, intelligenza e capacità di adattamento risolvendo molteplici problemi per riuscire a portare a casa i ragazzi...uno di questi problem, se vi ricordate erano i filtri di ricambio per l'anidride carbonica del MS (modulo di servizio) che vennero adattati al LEM....ecco la rappresentazione cinematografica dell'efficienza dell'allora NASA(+ maiuscolo di cosi non riesco..ma certo era una agenzia spaziale con i controc...!!):

    apollo 13 creatività in azione



    By Simo

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un momento Symo, langsym, langsam!

      Capisco assolutamente il tuo sentimento amaro, ma non facciamo un amaro porridge di concetti e situazioni.

      La NASA, con un favorevole rapporto sfiga/culo (… si può dire rapporto, vero? … non è volgare?) ha potuto e saputo risolvere quel grosso problema con la sfiga del tredicesimo volo dell’Apollo.
      Con ammirabile determinazione (oltretutto in un epoca storica irripetibile e molto coinvolgente), i tecnici a Terra, scervellandosi su ciò che si poteva fare coi pochi materiali ed attrezzi che gli astronauti avevano a bordo, hanno ideato, piuttosto rapidamente, quasi certamente l’unica soluzione possibile da intraprendere.
      È andata bene! Da Dio!!
      Poi, successivamente hanno fatto le lunghe indagini per capire bene cosa era successo cosa aveva creato l’esplosione di un serbatoio di ossigno.
      Si potrebbe criticare anche la vecchia agenzia spaziale di 40 anni fa, si potrebbe dire che non è stata abbastanza competente od attenta per evitare che un simile incidente si potesse verificare … col senno di poi.

      Recentemente con quel liquido, inizialmente indeterminato, nel casco di Luca, la soluzione è stata di interrompere l’EVA.
      23 minuti, troppo tempo prima di prendere quella decisione?
      Forse si, ma a me sembra non più di tanto, un tempo ragionevole per capire se era il caso di interromperla o meno; dirlo col senno di poi, a tavolino, è più facile.
      Il casco non si stava riempendo d’acqua così rapidamente, da rendere evidente ed urgente la necessità di un immediata interruzione. Non era lontano da casa, dalla ISS.

      Questo per quanto riguarda la pur sempre opinabile tempistica sull’azione intrapresa, ma è tutta un’altra cosa il fare, a posteriori, le necessarie indagini, a Terra, per capire tutto quello che si è verificato in volo, una anomalia che mai si era verificata prima, sconosciuta ai tecnici.
      Anch’io mi aspettavo di avere, di leggere, un report un po’ prima, ma è facile per noi pretendere di soddisfare la curiosità da spettatori.
      Si devono fare accurate indagini, cercando forse anche di riprodurre e simulare le condizioni che hanno prodotto l’anomalia, consultare tecnici, ingegneri, fare prove su prove, scrivere il lungo rapporto che non può essere solo formale, ma il più possibile accurato, anche se non definitivo … 2 o 3 mesi sono troppi?
      Forse, però, davvero a me non sembra irragionevole, anzi!
      ---------
      Symo, vuoi che organizziamo una class action contro la Nasa per non aver ancora assecondato, dopo decenni di attesa, i nostri desideri di vedere altre missioni umane sulla Luna e su Marte?
      La potremmo vincere?

      Elimina
    2. Visto come avevi incominciato, il porridge, mi aspettavo il peggio^_^, poi però hai argomentato...
      Ecco Claudio,alla luce dei fatti, mi sembra che ci sono state delle pericolose leggerezze che riguardano, come ha spiegato Sergio nel suo pezzo, lo sbagliato giudizio dei motivi che hanno portato l'acqua nel casco di Luca nella 1° EVA, da parte di NASA e immagino anche dell'ESA.
      Sergio ci informa di 0,5-1 litri!!!! di acqua che si era formata nella tuta di Luca e che il motivo fosse da ricercarsi nella "repressurizzazione"....
      Evidentemente li c'è stato il primo errore di valutazione.
      Il 2° errore lo hanno fatto durante l'ulteriore EVA, quando Luca ha segnalato l'umidità all'interno del casco (usando la stessa tuta della 1°EVA), i tecnici non hanno collegato che i due fatti, molto simili fra loro, fossero collegati, aspettando colpevolmente che la situazione degenerasse:

      @Sergio
      Ma presto risultò chiaro che l'acqua stava provenendo da un'altra parte e che stava continuando a riempire il casco, creando così una situazione pericolosa ed un concreto rischio di annegamento per l'astronauta.

      Solo dopo, che la situazione era diventata pericolosa hanno deciso di interrompere l'EVA.
      Mi domando, e se tornando all'interno della ISS, quindi muovendosi maggiormente, fosse aumentato il flusso d'acqua?
      E se il liquido che già era sul capo di Luca si fosse accumulato sugli occhi o sul naso?
      Ed ancora Luca, se non avesse avuto sangue freddo, dimostrando la sua professionalità, e si fosse fatto prendere dal panico?

      Infine Claudio, se uno sbaglio di valutazione del motivo dell'incidente, fosse successo in orbita marziana, quando il ritardo di comunicazione è di circa 20 minuti, cosa sarebbe potuto succedere al nostro eroe? Avrebbe preso una bella medaglia...alla memoria?

      OK sbagliando si impara, e non è possibile prevedere tutti gli scenari che potrebbero succedere lontano da terra, ma questa volta secondo me, era da valutare meglio i possibili
      motivi del liquido nel casco.

      Per quanto riguarda Apollo 13, mi sento di sottolineare che sono passati 40 e che allora la missione era solo la seconda dopo il fortunato allunaggio...erano altri tempi..con molte prime volte che si susseguivano a pochi mesi di distanza(che periodo fantastico^_^), non certo paragonabile al condominio orbitante di oggi!!


      By Simo


      Elimina
    3. Signori, ho appena finito di seguire ...dal vivo i ben peggiori guai passati dall'Apollo 13; su Iris, lupus in fabula, stasera ne han passato il film onorando il vostro porridge! Che scena emozionante quella della manovra di aggancio del modulo lunare...

      Simo, ora che i miei piedi e la mia testa sono tornati (sigh) di nuovo in terra, provo a chiarire la mia frase sul test.
      Tieni conto che quello che ho scritto, parte dal presupposto che dal tempo verbale usato da Sergio nella frase che citi, io abbia inteso la prova fatta a terra come eseguita in tempo precedente al lancio, per testare le attrezzature.
      In questo caso, avendole poi utilizzate in orbita, ne ho dedotto che il blocco della pompa era ciò che si aspettassero come funzionamento normale in caso di passaggio di acqua, come fosse una misura di sicurezza per evitare ciò che è accaduto.
      Ovviamente, se la prova è stata fatta dopo l'accaduto, il ragionamento prenderebbe strade diverse, anche a seconda del fatto che si sia trattato di una verifica mai fatta in precedenza, o invece già fatta ma con esito differente.
      Ma a questo punto, personalmente aspetterei gli ulteriori dettagli che arriveranno dal nostro personale investigatore scientifico, leggasi Sergio!

      Massimo

      Elimina
    4. Massimo, se è quel film che penso, e che ho visto e rivisto anch'io, è un film ricostruzione magistrale, è molto bello, molto ben fatto, molto coinvolgente!

      Symo, lo si capisce, ma lo spiego lo stesso, la mia replica di poco fa è andata nel posto logico sbagliato, dopo quella di Sergio, questo grazie anche alla mia obsoleta, talvolta esasperante tablèt con un vecchio Android ed una rete Wind vacillante, che ora è addirittura assente.

      Elimina
  3. Certo che vi rispondo, datemi solo un pochino di tempo :)

    RispondiElimina
  4. Mi riferivo prevalentemente ai tempi esecutivi fatti nelle emergenze ed a quelli fatti più tardi nelle indagini, che sono circostanze separate ... nel tempo, usando la metafora del 'porridge'.
    Per il resto condivido quasi tutte le tue perplessità e critiche
    ... ma perché mai saresti così all'erta o preoccupato per un pó di dialettica?
    Non sei mica ad un esame pre laurea ed io non sono un professore severo. (^_^)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non ti preoccupare Claudio, non sono mai stato il primo della classe e non temo le critiche....le ritengo nella maggior parte dei casi assolutamente costruttive..
      Colgo l'occasione per ringraziare te e gli altri amici del blog, oltre a Sergio, per gli interessanti, divertenti scritti e condivisione di saperi!
      Evviva le metafore che danno sapore e colore ai commenti..porridge compreso!!

      By Simo

      Elimina
  5. Eccomi Massimo,
    sì, i test a terra si riferiscono ad un periodo precedente all'attività orbitale. Il blocco di funzionamento della Fan Pump Separator avrebbe impedito sì di far fluire aria, ma l'intero sistema di supporto vitale della tuta spaziale (PLSS Primary Life Support System) è dotato di una bomboletta d'emergenza che garantisce circa 30 minuti d'aria, sufficienti per interrompere l'EVA e fare ritorno sulla Stazione. Lo puoi chiamare anche "emergency life support system".

    Da quello che ho letto la Fan Pump Separator guasta una volta a terra è stata sì esaminata, ma non credo ricreando le condizioni in orbita (sarebbe del resto impossibile).
    La dinamica del come la pompa si sia bloccata è abbastanza chiara, non altrettano la causa prima.
    Si parla infatti di una contaminazione che ha portato all'otturazione di otto piccoli fori il cui compito è impedire il riflusso all'indietro dell'acqua. Ancora però non è chiaro cosa abbia introdotto questo agente contaminante all'interno del circuito.

    Simo,
    l'acqua aveva raggiunto gli orecchi ed il naso di Luca, avvolta intorno a lui essendo a zero G.
    Ce lo racconta lui stesso

    http://blogs.esa.int/luca-parmitano/tag/water/?lang=it

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ottimo post Sergio, con i relativi commenti che ha generato e l'interessante approfondimento.
      Effettivamente questa PLSS rassicura e risponde alle perplessità di Max, che ho fatto anche mie.

      Ho letto con fervore il racconto che fa Luca di quella che non avevo capito fosse stata una cosi drammatica situazione vissuta per molti minuti dal nostro eroe^_^!

      Grazie per la condivisione.

      By Simo


      Elimina
    2. L’ho appena letto anch’io.

      Bellissimo racconto, un diario di vita vera e unica.
      Così pochi umani hanno la possibilità di fare avventure come questa … baciati dalla fortuna?

      Dico a Luca Parmitano: volevi essere certo di assaporare e ricordar tutto, e ora puoi dire proprio che ci sei riuscito in pieno, anzi, ancor più di quanto era ragionevolmente immaginabile di poter assaporare!
      A me sembra però che hai un tantino esagerato.
      Meno male che non c’era anche del dentifricio a portata di bocca, se non facevi pure le bolle!
      E meno male che hai lo potuto raccontare ...

      Elimina
  6. Grazie mille! La presenza della bomboletta decisamente offre la spiegazione a tutte le mie domande.
    Un agente contaminante che abbia provocato l'occlusione dei fori? Ipotizzando che la cosa non sia avvenuta di colpo, ma gradualmente, la butto lì: umanissimo sebo!

    Massimo


    P.S. - Claudio: il film è questo, no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Max, hai letto la recensione del pubblico intitolata:
      "Buon prodotto per un finale troppo banale",
      hahahhaah, tra l'altro, visto come si era messa la situazione nella realtà è stato un miracolo che sono tornati vivi, tutt'altro che banale direi no?!!^_^
      Peccato non averlo rivisto per l'ennesima volta^-^!Beato te!

      By Simo

      Elimina
    2. No, non l'avevo letta. Si vede che mi piacciono i film banali.

      Massimo

      Elimina
    3. Si deve essere quello, d'altronde credo che sia l'unico film sull'Apollo 13, ma ho sempre così poco tempo di fermarmi a vedere un film dall'inizio alla fine che non sono del tutto sicuro.
      Poi ho visto anche altri stupendi documentari che ogni tanto ripropongono su Sky, a puntate, su molte missioni astronautiche del passato, talvolta con l'intervista degli astronauti stessi e tutte si sommano nella mia memoria.

      Elimina
  7. Piccola considerazione: nel momento in cui passa l'acqua non è detto che passi pure l'aria! ! Bel guaio

    RispondiElimina

Chiunque può liberamente commentare e condividere il proprio pensiero. La sola condizione è voler contribuire alla discussione con un approccio costruttivo e rispettoso verso tutti. Evitate di andare off-topic e niente pubblicità, grazie.