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mercoledì 3 ottobre 2012

2000° - La Stazione Spaziale Internazionale, la nostra casa in orbita sopra di noi

(Immagine, credit NASA)

NEWS SPAZIO :- Parlando in questi giorni con alcuni amici ho notato che non è ancora molto diffusa la conoscenza, la percezione, la coscienza del fatto che tutti noi abbiamo una casa nello spazio, un luogo relativamente nuovo e carico di enormi potenzialità per il futuro di tutta la comunità internazionale.

Ecco quindi che condivido questo articolo in precedenza pubblicato in un portale di un caro amico.

Dopo averlo letto ognuno di voi si faccia i complimenti, siamo arrivati al 2000° post di News Spazio!



Sono passati sessantamila anni, millennio più, millennio meno. In quel periodo i primi esseri umani vivevano al sicuro sopra gli alberi nella savana Africana.

Riparati dal caldo, si procuravano il cibo cacciando in gruppo, ed aiutandosi tra loro vincevano così anche i grossi predatori. Ad un certo punto però ecco che accadde qualcosa. Dopo un innumerevole periodo di tempo in cui la vita scorreva sempre uguale, un giorno alcuni di questi primi uomini fecero qualcosa che nessun altro prima di loro aveva fatto. Scesero dagli alberi per non farvi più ritorno.

Iniziarono un viaggio dirigendosi a Nord dove il clima era più rigido e la vita più dura, ma probabilmente nessuno di loro sapeva a cosa sarebbero andati incontro.

Gli studiosi non sanno ancora che cosa li spinse a lasciare la savana Africana, l’ambiente mite e pieno di cibo in cui avevano vissuto da sempre, la culla in cui nacque l’Uomo. Forse un qualche evento imprevisto li spinse a spostarsi. O magari il clima cambiò, o il cibo iniziò a scarseggiare, o forse gli animali predatori diventarono un pericolo troppo grande.

Il punto è che quei nostri primi antenati si addentrarono verso il freddo, verso cioè un ambiente sconosciuto e pieno di difficoltà, per loro del tutto inimmaginabili.

Furono costretti a coprirsi di pellicce per resistere alle intemperie, dovettero costruire nuovi utensili e nuove armi per cacciare e per combattere, impararono a sopravvivere in un mondo altrimenti ostile.

Occorsero diecimila anni agli esseri umani per diffondersi in tutto il Pianeta. Nacquero le civiltà e l’Uomo continuò a progredire nel costruire ripari, vestiti, utensili ed armi.

Cambiano i tempi e gli utensili, che adesso chiamiamo tecnologia. Che si tratti delle profondità marine o delle montagne più alte siamo sempre impegnati ad esplorare l’ignoto. Da circa 50 anni poi ci siamo spinti oltre il nostro Pianeta nativo.
Abbiamo inventato sonde automatiche e le abbiamo mandate fino ai confini del nostro Sistema Solare. Loro sono i nostri occhi e le nostre orecchie. Abbiamo costruito telescopi e li abbiamo messi in orbita intorno alla Terra per raggiungere le più lontane luci dell’Universo. Abbiamo messo piede sul nostro satellite naturale, la Luna. Stiamo anche noi lasciando la nostra savana?

C’è però una novità. Da qualche anno ormai è iniziato un qualcosa di nuovo, un modo differente di guardare all’esplorazione spaziale. Non più come singole nazioni, ciascuna con il proprio programma spaziale, ma per la prima volta in grande collaborando insieme, unendo le proprie energie in un unico colossale impegno di collaborazione internazionale.

L’esempio tra i più significativi risale al 1998, anno in cui quindici nazioni che appena settanta anni prima si combattevano l’una contro l’altra si misero insieme e firmarono un accordo internazionale per compiere insieme il più grande sforzo tecnologico ed organizzativo globale dedicato all’esplorazione spaziale.

Si è trattato di uno sforzo immenso che è culminato nella realizzazione di una nuova casa nello spazio, una casa abitata ininterrottamente ormai dall’anno 2000, la nostra Stazione Spaziale Internazionale (ISS, International Space Station). Negli accordi internazionali che ne stabilirono la nascita vi sono esplicite clausole che ne sanciscono l’esclusivo utilizzo per scopi pacifici, civili e di studio per tutta l’umanità.

Il primo modulo della sua costruzione fu lanciato nel novembre del 1998 ed il suo assemblaggio in orbita è andato avanti come un gigantesco meccano per più di dieci anni.

La ISS è in orbita intorno alla Terra a 400 Km di altezza e si estende all’incirca come un campo di calcio. E’ dotata di una serie di grandissimi pannelli solari per generare l’energia di cui ha bisogno. Tra i suoi moduli abitabili ve ne sono tre adibiti a laboratori di ricerca, al suo esterno prendono posto molteplici piattaforme attraverso le quali vengono compiuti centinaia di esperimenti in molti campi, tra i quali fisica, chimica, biologia, astronomia, ingegneria, medicina, nonché sperimentazioni di nuove tecnologie diversificate.

La Stazione Spaziale Internazionale rappresenta un ambiente unico a disposizione di tutta la comunità scientifica internazionale in cui per la prima volta è possibile condurre esperimenti nello spazio ed in regime di microgravità per prolungati periodi di tempo.

Da più di dieci anni la ISS è abitata ininterrottamente da astronauti di varie nazionalità, visitati periodicamente da missioni spaziali sia Americane che Russe. I compiti principali degli equipaggi che risiedono stabilmente sulla Stazione, ogni equipaggio è in servizio per circa sei mesi, vanno dal condurre esperimenti scientifici allo svolgere le attività di manutenzione dell’avamposto spaziale stesso.
Molti esperimenti presenti a bordo poi possono essere controllati remotamente, direttamente dai ricercatori sulla Terra, ottimizzando quindi l’utilizzo della Stazione stessa.

Qualche anno fa ebbi il grande piacere di fare la conoscenza con l'Ing. Franco Malerba, il primo astronauta Italiano, il quale mi disse che se un giorno una civiltà extraterrestre fosse arrivata sulla Terra e noi avessimo voluto mostrargli le più importanti conquiste umane, certamente li avremmo portati a vedere le piramidi di Giza, la muraglia cinese, il Colosseo, ma non avremmo potuto non mostrare loro anche la Stazione Spaziale Internazionale.

La Stazione Spaziale Internazionale rappresenta un grosso valore per tutti noi, è un’occasione fondamentale per aumentare le nostre conoscenze. Ma non è tutto. Oltre al suo valore scientifico ed alla enorme conquista tecnologica raggiunta la ISS è anche qualcos’altro, altrettanto importante. La sua stessa esistenza rappresenta un grande esempio di ciò che l’umanità è in grado di fare quando si lasciano da parte le differenze e si lavora insieme per un obiettivo comune. Nessuna nazione sarebbe stata in grado di affrontare da sola l’immenso sforzo tecnologico ed economico per realizzare la Stazione. Insieme però i costi sono stati ripartiti, ed i benefici condivisi.


Un nuovo modello di collaborazione Internazionale dedicato a grosse sfide. Da questo punto di vista la Stazione Spaziale Internazionale è un grande successo, una ricchezza unica dalle grandissime possibilità.

Sta a noi riuscire a sfruttarla al meglio.

9 commenti:

  1. Bell'articolo!
    Alcune domande: quanto durerà la ISS? Cioè, dopo tutto il tempo e i soldi che sono stati necessari per completarla, quanto è previsto che rimanga operativa?
    Oltretutto senza Shuttle, portare nuovi moduli in orbita si fa più complicato.

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  2. Ciao Marcello, grazie! Questo blog segue da anni la Stazione Spaziale Internazionale, anzi essa ne è grande ispiratorice.
    Al momento vi è un accordo tra i partner Internazionali per continuare ad utilizzare la ISS almeno fino al 2020. Poi si vedrà.

    Tutta la sezione Russa della ISS non ha utilizzato lo Shuttle per mandare in orbita nuovi moduli. Inoltre anche le navette di rifornimento HTV e Dragon pur non avendo un proprio sistema autonomo di aggancio vengono catturate dal braccio robotico della Stazione ed installate nel complesso orbitale. Se si presenterà la necessità di aggiungere nuovi moduli non vi saranno particolari problemi. Ciao.

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  3. Bellissimo articolo!
    I complimenti li dobbiamo a te per il Blog.
    Io vedo nella ISS l'umanità che scende dall'albero (la terra) per curiosità, e poi colonizza piano piano l'intero sistema solare così come credo sia avvenuto sessantamila anni fa per l'Uomo.

    Pensare all'uomo di sessantamila anni fa un po sorridere, ma lui non sorrideva affatto mentre si incamminava magari con la famiglia dopo che qualche pioniere rientrato lo convinceva a partire.
    La pellicce potrebbero essere le nostre future astronavi, e invece della curiosità iniziale del pioniere ci potrà spingere l'esigenza di scappare da un pianeta che stiamo distruggendo.
    Chi pensa che tutto quello che riguarda lo Spazio siano soldi buttati, che sia tempo o energia sprecata,
    BENE! resterete a terra, noi andremo.
    I nostri pronipoti Spaziali sorrideranno di noi, ma sopratutto di VOI.

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  4. La ISS è la nostra casa nello spazio.. Curiosity è il reality più bello che sia mai andato in onda.. è (come ho letto in un articolo) un'estensione di noi stessi e sono pienamente daccordo!!!
    Per quel che riguarda Sergio, lo seguo da un paio di anni, attento, preciso, puntuale e corretto, mai una parola sopra le virgole, anche quando siamo stati un pò troppo turbolenti.. lo reputo semplicemente un grande.. e sicuramente lo è!! Lunga vita e prosperità... :-)

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  5. Certo Sergio che sei partito proprio da lontano... :-) ovviamente scherzo. Come in 2001: Odissea nello Spazio, l'osso in mano al progenitore si trasforma in astronave!

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  6. Ottimo Sergio, come non essere d'accordo con te...fa un pò impressione leggere in poche righe l'evoluzione di una specie che potrebbe presto dominare anche le vaste distese oscure!

    L'Homo Sapiens ne ha fatta di strada...tra le tante specie, chissà per quale fortunata coincidenza di fattori, ha sviluppato un cervello con più veloci ed estese connessioni neurali, dividendo compiti funzionali in aree celebrali delimitate, favorendo cosi l'elaborazione delle informazioni sensoriali, nessuna in particolare di straordinaria efficacia, ma nell'insieme ha una completa capacità di percepire la dot physics, cioè fisica delle cose comuni, ciò ha comportato un ampliamento cognitivo sempre maggiore che ha permesso alla nostra specie di evolversi nella macchina biologica meravigliosa, che si è imposta sul 4° pianeta del Sistema Solare, come la specie dominante!

    Supereremo l'ostacolo delle enormi distanze interplanetarie?
    Ci evolveremo ancora fisicamente?
    Diverremo più intelligenti e saggi?
    Coopereremo, dando cosi maggiori possibilità di sopravvivenza agli abitanti del pianeta Terra??

    ISS, un traguardo importantissimo per tutta l'umanità, ma anche un esempio positivo di collaborazione che ispirerà le nuove generazioni...chissà dove potremmo arrivare con la partecipazione di tutta l'umanità!
    Il futuro è li che aspetta, sta a noi fare in modo che sia il nostro tempo, il FUTURO DELLA CIVILTA' UMANA.

    By Simo

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    1. Ops, Marte lo sento un pò troppo vicino ehhe^-^

      by Simo

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  7. Daccordissimo con tutti.
    Io penso che non vi è futuro per l'umanità senza esplorare il nostro universo, anche se purtroppo credo che ci vorranno ancora parecchi anni per via di uno sviluppo tecnologico sufficiente che ci permetta di viaggiare al di fuori il nostro sistema solare e magari della nostra galassia.

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  8. È vero Antonino, la strada da compiere è molto lunga, e noi stiamo facendo i primi passi.

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