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venerdì 2 ottobre 2009

La sonda NASA Messenger, il suo flyby e le nuovissime immagini del pianeta Mercurio


NEWS SPAZIO :- Come promesso ecco le nuovissime immagini di Mercurio che la sonda NASA Messenger (Mercury Surface, Space Environment, Geochemistry and Ranging) ha ripreso durante il suo terzo volo ravvicinato (o flyby) dello scorso 29 settembre 2009. A dispetto del problema che si è verificato a bordo poco prima del massimo avvicinamento a Mercurio, problema che ne ha causato il passaggio allo stato di Safe-Mode interrompendo così tutte le attività scientifiche, gli obiettivi di missione sono stati ugualmente raggiunti, prima tra tutti la manovra di 'gravity assist' che ne ha frenato la corsa e che ne consentirà l'immissione in un'orbita stabile prevista per l'8 marzo 2011 (vedere qui per i dettagli).

Messenger ha anche ripreso immagini ad alta risoluzione di Mercurio che coprono circa la metà del 10% del pianeta che non era ancora mai stato esplorato in precedenza.

La prima immagine pubblicata qui in alto (ripresa il 29/09/2009, altitudine 16.200 Km, risoluzione 410 metri/pixel, strumento NAC - Narrow Angle Camera del MDIS - Mercury Dual Imaging System) è un mosaico di 62 fotografie, molte delle quali mostrano per la prima volta regioni del pianeta mercurio mai viste in precedenza.

L'immagine qui sotto (29/09/2009, altitudine 15.600 Km, risoluzione 400 metri/pixel, NAC) è anch'essa una novità, ripresa per la prima volta in assoluto. Essa mostra un bacino con una doppia struttura ad anello, il cui diametro esterno è di circa 260 Km.


L'immagine seguente (29/09/2009, altitudine 26.900 Km, risoluzione 4,8 Km/pixel, WAC - Wide Angle Camera del MDIS), ripresa durante l'approccio al pianeta, ne evidenzia la regione mai esplorate in precedenza (all'interno della zona delimitata in rosso), pari a circa la metà del 10% del pianeta mai osservato prima.


Qui sotto invece (29/09/2009, altitudine 27.000 Km, risoluzione 690 metri/pixel, NAC) il cratere centrale è ripreso anch’esso per la prima volta. Al suo interno vi è una depressione a forma di arco definita "pit crater", quest’ultima già osservata in precedenza.


La superficie di Mercurio è ricoperta di crateri di molte forme e dimensioni, risultato di impatti avvenuti in miliardi di anni. Qui sotto (29/09/2009, altitudine 31.500 Km, risoluzione 800 metri/pixel, NAC) si vedono un insieme di tali crateri da impatto. Uno piuttosto "curioso" è stato evidenziato, a forma di impronta di piede.


Al centro dell'immagine successiva (29/09/2009, altitudine 23.300 Km, risoluzione 600 metri/pixel, NAC) vi è un cratere anch'esso osservato per la prima volta, registrato appena due ore prima del raggiungimento del punto più vicino. Esso ha un diametro di circa 134 Km.


Per ultima ecco la seguente immagine (29/09/2009, altitudine 15.800 Km, risoluzione 400 metri/pixel, NAC) che mostra una regione "chiara" nella superficie di Mercurio. Vista da Terra appare come un semplice punto più luminoso.


Cliccate sulle immagini per vederle alla loro risoluzione originale.

Immagini, fonte NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington.

4 commenti:

  1. Sono l'unico a ritenere mercurio un grosso sasso sterile e senza valore?

    Non ci sprecherei nuove risorse per altre sonde.

    Piuttosto bisognerebbe concentrare gli sforzi (scientifici ed economici) su altre esplorazioni.

    Qualcuno ha detto Venere, Europa, un'altro pianeta con un'atmosfera?

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  2. Mercurio è il pianeta meno esplorato del sistema solare. A questo punto dobbiamo aspettare il 2011, quando la sonda Messenger entrerà in orbita stabile intorno a Mercurio per saperne di più.

    Lo sforzo maggiore è comunque riuscire a concentrare gli sforzi politici.

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  3. Mercurio è invece un soggetto molto interessante: ad es. si è scoperto che ha una tenue atmosfera e un campo magnetico.
    Studiare meglio TUTTI (da Mercurio a Plutone) i pianeti del sistema solare è utile a capire le dinamiche della sua formazione, specialmente capire che sorte possono avere pianeti extrasolari vicini alla loro stella, per capire meglio l'influsso delle stelle sui corpi loro più vicini.
    Ad esempio la reazione della crosta di fronte al grande calore solare. Ogni corpo celeste ha sempre qualcosa di diverso e di nuovo da dirci.
    Sarebbe come esplorare una grande casa tralasciando una stanza, seppura piccola: voi lo fareste?

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  4. Concordo in pieno. Esplorare significa gettare luce laddove è solo oscurità... ed è l'unico modo per aumentare le nostre conoscenze.
    Certo, le risorse sono limitate, è vero, però magari si può parzialmente ovviare a ciò anche incrementando la collaborazione internazionale.

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