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mercoledì 10 giugno 2009

La stella Betelgeuse si sta misteriosamente restringendo

(Immagine, fonte NASA)

NEWS SPAZIO :- La notizia è assolutamente fuori dall'ordinario, ma ha una fonte di tutta eccellenza, l'Università di Berkley in California, USA (vedi qui).

Appartenente alla costellazione di Orione, la stella Betelgeuse ne è la seconda stella in quanto a luminosità. Si tratta di una supergigante rossa il cui raggio è di circa 5 unità astronomiche (1UA è definita come la distanza media tra il Sole e la Terra, poco meno di 150 milioni di chilometri, 149.600.000 Km per l'esattezza). Essa è così grande che se la mettessimo al posto del nostro sole arriverebbe ad occupare tutto il volume fino all'orbita di Giove.

Ebbene, osservazioni compiute per un lungo periodo di tempo mediante l'ISI (Infrared Spatial Interferometer, Interferometro Spaziale all'Infrarosso) dell'Università di Berkeley in cima al monte Wilson nel sud della California, mostrano che negli ultimi 15 anni (a partire cioè dal 1993) Betelgeuse si è ristretta di più del 15% del suo diametro (in altre parole il suo raggio è diminuito di una quantità pari al raggio dell'orbita di Venere).

Le parole di Charles Townes (94 anni a luglio), professore emerito di fisica a Berkeley, che nel 1964 vinse il premio nobel per l'invenzione del Laser e del Maser : "E' impressionante vedere questo cambiamento. Lo osserveremo attentamente nei prossimi anni per vedere se [la stella] continuerà a contrarsi o se tornerà alla sua dimensione".

Il risultato della ricerca è pubblicato nel numero di giugno di The Astrophysical Journal Letters, a questo link
http://www.iop.org/EJ/abstract/-search=63923413.1/1538-4357/697/2/L127

Nonostante la contrazione di Betelgeuse, Wishnow ha evidenziato che la sua luminosità visibile (o magnitudo), costantemente monitorata dai membri dell'American Association of Variable Star Observers, non ha mostrato alcuna attenuazione durante questi 15 anni.

Il motivo di questo restringimento è tutt'ora ignoto. Ancora Wishnow: "Nonostante tutte le cose che conosciamo sulle galassie e sull'universo distante, ci sono ancora molte cose che ignoriamo riguardo alle stelle, incluso che cosa accade alle giganti rosse all'avvicinarsi della fine della loro vita".

L'ISI, costruito da Townes e colleghi all'inizio degli anni '90, è composto da tre specchi distinti, ciascuno dei quali ha un diametro di 1,65 metri e separati tra loro da una distanza che può variare tra 4 e 70 metri.

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